(UNWEB) La Seconda commissione, presieduta da Valerio Mancini, ha discusso delle prospettive dell’Agenzia forestale regionale (Afor) durante una audizione con l’amministratore unico, Manuel Maraghelli e i rappresentanti dei lavoratori.
La Commissione ha preso atto del ‘Programma di attività per il 2021’ dell’Agenzia, illustrato dall’amministratore unico Manuel Maraghelli. E lo ha trasmesso all’Aula. I consiglieri regionali hanno poi ascoltato le preoccupazioni dei sindacati circa il futuro dell’Afor e le prospettive dei lavoratori forestali e di quelli impiegati presso l’Agenzia regionale per il diritto allo studio (Adisu). L’incontro di ieri ha fatto seguito a quello, svoltosi a Palazzo Cesaroni, tra una delegazione sindacale e una rappresentanza dell’Assemblea legislativa (https://tinyurl.com/afor-umbria (link is external)).
“UN ANNO DIFFICILE, MA SONO STATI RAGGIUNTI RISULTATI IMPORTANTI” ha detto Maraghelli relazionando sull’attività e sui programmi futuri dell’Agenzia. L’Amministratore ha annunciato che nei prossimi giorni verrà presentato alla presidente della Giunta, Donatella Tesei, il Piano triennale dei nuovi interventi e che sono previste nuove assunzioni, le prime dal blocco del 2012, che permetteranno ad Afor di acquisire tecnici specializzati come agronomi e ingegneri. Nel 2021 l’Agenzia ha puntato sugli interventi nei piccoli Comuni, soprattutto montani, con cui è stato avviato un confronto per condividere quali interventi avviare. Sono stati ottenuti finanziamenti relativi al Fondo regionale per la montagna e finalizzati al miglioramento dei pascoli, alle attività faunistiche a scopo alimentare e venatorio, al risanamento ambientale, al ripristino della viabilità montana esistente, al miglioramento delle aree verdi pubbliche ed a massimizzare le funzioni ambientali e turistico – ricreative delle foreste. È iniziata la collaborazione con Regione e Università per mettere in pratica le linee guida del progetto Life sulla biodiversità. E quella con le Università di Perugia, Viterbo e Firenze per migliorare la formazione e le competenze del personale di Afor. Tra le criticità da affrontare ci sono: la carenza di fondi per la bonifica (servirebbero 1,5 milioni per la manutenzione ordinaria); i mezzi e le attrezzature ormai obsolete; l’invecchiamento della forza lavoro (56 anni di media); la quota del personale di Afor (circa il 7 percento) che viene destinato ad altri enti come Adisu, Auri e altri, in base a convenzioni che erano state stipulate con le Comunità montane. Questo indebolirebbe la possibilità dell’Agenzia di portare avanti la propria mission. A proposito del personale distaccato presso l’Adisu, si tratta di lavoratori che non possono svolgere lavori pesanti e che sono ancora lontani dalla pensione. Non è dunque auspicabile un loro rientro in Afor nel breve termine, anche in ragione dell’esperienza ormai maturata nei servizi svolti presso l’Agenzia per il diritto allo studio.
“LA REGIONE DEVE DARE SEGNALI CONCRETI PER FARE FRONTE ALLA CARENZA DI PERSONALE”, hanno chiesto i rappresentanti di settore di Cgil, Cisl e Uil, rilevando che quello svolto dai forestali è un lavoro pesante ed usurante, che comporta l’utilizzo di macchinari (peraltro ormai da sostituire) che non possono essere usati per anni senza avere conseguenze sulla salute dei lavoratori. Sarebbe quindi opportuno favorire il turn over e l’ingresso di nuovo personale, agevolando anche il ricambio di mezzi e strumentazioni. Tutti i cinque comparti territoriali in cui si articola Afor avrebbero bisogno di nuovo personale anche per fare fronte ai molti pensionamenti. Rispetto alla convenzione tra Afor e Adisu (su questo punto avevano chiesto un approfondimento i consiglieri Bori e Meloni – Pd) i rappresentanti sindacali hanno rimarcato che i lavoratori di Afor svolgono in Adisu funzioni molto importanti e di responsabilità. La convenzione ha permesso di sviluppare un servizio di alta qualità ed andrebbe confermata senza puntare su “un risparmio che si ripercuoterebbe sulla qualità”. Da 23 anni alcune decine di dipendenti Afor operano per l’Agenzia per il diritto allo studio, maturando professionalità che non andrebbero disperse. Si tratterebbe peraltro di lavoratori con problematiche incompatibili con il lavoro forestale. Per questo viene ritenuta necessaria una convenzione di ampio respiro, che non metta in discussione l’accordo tra le due Agenzie.