207680777 3034056820164669 4100698047201803341 n(UNWEB) La Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, si è riunita questa mattina a Palazzo Cesaroni per una audizione sui “criteri attuativi degli interventi di assistenza indiretta previsti dal Piano regionale integrato per la non autosufficienza”. L’incontro, scaturito da una lettera inviata da alcune associazioni che si occupano della condizione delle persone con disabilità grave e gravissima, ha visto la partecipazione dei rappresentanti di Delfina Dati – Afad Terni, Desiree Porretta - #Rsaperte, Paola Meattini - Auret, Luca Crocioni - Aila, Isabella Caporaletti - Ruotabile, Francesco Conti - Aucla, Ottavio Dorillo - Aniu e Letizia Pecetti - Dimensione Autismo. Per gli uffici della Giunta regionale ha partecipato Michaela Chiodini (responsabile della Sezione Assistenza sanitaria di base, specialistica, tutela salute materno-infantile, disabilità e riabilitazione. Cooperazione sanitaria).

Dagli interventi è emerso che la quota regionale del Fondo nazionale per la non autosufficienza viene suddivisa in due parti uguali, destinate al finanziamento degli interventi per disabilità gravissime e gravi. Nel primo caso queste risorse coprono i servizi e l’assegno di sollievo, di circa 600 euro al mese. Nel secondo soltanto i servizi. La richiesta delle associazioni è che anche i disabili gravi possano ricevere l’assegno, anche di un importo ridotto rispetto ai gravissimi, in modo da poter coprire le spese per l’assistenza domiciliare, evitando il ricovero in strutture e istituti. È stato evidenziato l’impatto fortemente negativo che la pandemia ha avuto sulle vite dei disabili e sottolineata l’esigenza di garantire la libertà di scelta e la possibilità di realizzare il proprio ‘progetto di vita’. In questo periodo sarebbero emersi i limiti dell’istituzionalizzazione, a conferma della necessità di interventi volti a sostenere la domiciliarità. I rappresentanti delle associazioni hanno anche ricordato che l’Assemblea legislativa, a gennaio, ha approvato all’unanimità una mozione (https://tinyurl.com/mozione-disabilita (link is external)) a firma Squarta e Pace (FdI) che riguarda proprio “l’ampliamento dell’offerta di prestazioni e servizi che, sulla scorta di un progetto personalizzato, basato sulla libertà di scelta, rafforzi il sistema di protezione sociale e di cura delle persone con disabilità e/o non autosufficienti e ne permetta la permanenza nel proprio domicilio”. Un atto di indirizzo che però non avrebbe prodotto i risultati attesi. Michaela Chiodini ha spiegato che “è stato fatto uno sforzo enorme per rendere stabili e strutturali gli interventi per i disabili. La differenziazione tra disabili gravi e gravissimi deriva dagli atti ministeriali che finanziano dal 2009 il Fondo nazionale per la non autosufficienza e che impongono alle Regioni di destinare il 50 percento dei fondi alla gravissima disabilità. La programmazione 2019/2021 prevede un milione e mezzo per l’assistenza indiretta nei casi di disabilità grave. Prima del Covid è stato istituito il tavolo di lavoro per la riclassificazione della disabilità, utilizzando parametri nazionali riconosciuti. Il Covid ha fermato questa procedura, dato che molti dei componenti erano impegnati nell’assistenza sanitaria”.

Al termine dell’audizione i commissari e la presidente Pace hanno convenuto di proseguire nell’approfondimento delle tematiche segnalate per poi predisporre un documento unitario della Commissione da portare in Aula.


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