Bori 9(UNWEB) “Mi rammarico che l’Assemblea legislativa non abbia avuto modo, nella seduta odierna, di discutere la mozione di cui sono primo firmatario e che mira ad impedire che l’assurdo riconoscimento della ‘Sindrome di Alienazione Parentale’ possa continuare a pregiudicare la vita di tanti bambini rimasti, loro malgrado, vittime di un sistema che rischia di punire le donne e le madri e, in primis, i loro figli”. Lo dichiara il capogruppo Pd Tommaso Bori, facendo riferimento all’atto di indirizzo urgente di cui, al termine dei lavori dell’Assemblea, ha chiesto la trattazione.

“Il rinvio di tutte le mozioni alla seduta del 13 luglio – spiega Bori – ci ha impedito di presentare e approfondire un atto che mira a sensibilizzare l’Aula rispetto a questo tema, cosi attuale anche nella nostra regione, e condividere un gesto di civiltà, arrivando ad esprimere la netta contrarietà in merito all’uso della teoria dell’alienazione parentale (PAS) nell’ambito della valutazione della capacità genitoriale, essendo per altro un principio non riconosciuto dalla comunità medico scientifica. Avremmo voluto – rileva il capogruppo Pd - che dall’Umbria si muovesse una richiesta indirizzata al Governo affinché, nei limiti della propria competenza, provveda ad adottare iniziative normative per escludere la sindrome da alienazione parentale (PAS) dalle valutazioni su cui fondare scelte di allontanamento del minore dai contesti familiari, cosi come ribadito anche di recente dall’ordinanza n.13217 della Cassazione”.

“Auspichiamo – conclude il consigliere regionale Pd - che il 13 luglio si possa approvare la richiesta alla Giunta di impegnarsi a promuovere, per quanto di sua competenza, un protocollo con USL Umbria 1 e USL Umbria 2, al fine di favorire e prevedere l’espletamento di corsi di formazione e di percorsi di aggiornamento, per i casi di specie, da destinare agli operatori dei Servizi Sociali. Su questi temi, il Partito democratico continuerà ad impegnarsi ad ogni livello a difesa dei diritti dei minori e a tutela del genitore vittima di violenze”.


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