presidio 4(UNWEB) Perugia,  Enel smobilita, il sindacato mobilita. Questo lo slogan con cui sono scesi in piazza i lavoratori di Enel, che hanno aderito allo sciopero indetto da Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil, con iniziative in tutta Italia.



A Perugia l'appuntamento è stato in piazza Italia, con un presidio a partire dalle ore 10, durante il quale i lavoratori hanno ribadito il loro secco no al piano industriale e alla riorganizzazione presentata dall'azienda. Una delegazione di lavoratori, dopo il presidio e gli interventi in piazza, è stata ricevuta dal vicario del Prefetto, che ha accolto le istanze dei lavoratori.  "Diciamo no allo spacchettamento e lamentiamo a mancanza di investimenti seri da parte dell'azienda - hanno detto i rappresentanti dei lavoratori - gli interessi in gioco non sono solo quelli dei lavoratori ma anche quelli di cittadini, utenti e servizi come ospedali e scuole".

Negli interventi, sottolineato il "gesto di responsabilità dei lavoratori" che hanno aderito allo sciopero con una partecipazione straordinaria (intorno al 95 per cento in Umbria). In Umbria sono circa 500 le lavoratrici e i lavoratori di Enel coinvolti dalla mobilitazione.

"Enel - proseguono i sindacati - deve essere la protagonista nel nostro Paese per la transizione energetica e digitale, l'elettrificazione dei consumi ed i progetti previsti, finanziati anche con il Pnrr, che avranno un enorme impatto sui suoi ricavi, se il Gruppo sarà capace di cogliere le sfide future tramite gli investimenti sugli asset e sulle persone. Purtroppo, però, quello che ci viene proposto è solo una mera razionalizzazione degli investimenti, una contrazione dei costi che avrà ripercussioni sugli standard di qualità e sicurezza e soprattutto sull'occupazione".

Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil ricordano che Enel è fortemente indebitata. "Si è irresponsabilmente esposta all'estero per inseguire business impossibili e ora scarica sul servizio nazionale le contraddizioni delle sue scelte - spiegano le tre sigle - Enel ha infatti deciso di abbandonare le attività elettriche, tutte. Gli investimenti per le fonti rinnovabili passano dai 5,5 miliardi a 2,9 miliardi di euro in tre anni (1 Gw di maggior potenza rispetto ai 70 che il nostro Paese dovrà raggiungere al 2030). Non c'è traccia di investimenti nel settore idroelettrico né sulla geotermia". La verità, secondo i sindacati, è che Enel "non ha il coraggio di compiere le scelte necessarie per lo sviluppo del paese". "Nessun piano industriale di sviluppo e creazione di valore, nessuna idea su come affrontare il superamento del fossile e la messa a terra delle nuove tecnologie green. Solo operazioni per quadrare bilanci e produrre utili", accusano ancora Filctem, Flaei e Uiltec.

"Con la mobilitazione abbiamo voluto richiamare le responsabilità della vigilanza, della politica, del Governo e del Parlamento che hanno deciso questo assetto e questo sistema - concludono i sindacati - Siamo soddisfatti dell'adesione e della partecipazione al presidio".

 

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