(UNWEB) Nel silenzio-cuscinetto creato attorno al Perugia dopo la sconfitta sconcertante di Venezia, gli unici a parlare sono i tifosi. Se la società ha scelto, almeno per il momento, di non spiegare nulla all’esterno, i tifosi non rinunciano a dire la loro.
Il momento è uno dei più delicati della storia del Perugia; la fiducia nella salvezza del Grifo è messa a dura prova dalle prestazioni in campo, senza capo né coda, dei giocatori; il rapporto tra la proprietà e l’ambiente tocca i suoi minimi. I tifosi avevano atteso, sperando di poter rinviare le loro esternazioni a salvezza conquistata. Poi, l’1-3 di Venezia, il Perugia sballottato per il campo dai padroni di casa che erano già salvi, l’encefalo piatto dei grifoni anche a fronte di risultati favorevoli dagli altri campi che avrebbero dovuto indurre almeno una reazione nervosa nella ripresa. I tifosi hanno allora preso posizioni durissime, contro la società e contro i giocatori. Prima il Coordinamento dei Perugia Clubs e, ieri sera , i gruppi Ultras. Non sappiamo se la strategia della società di tacere si rivelerà, alla fine, giusta e produttiva quanto al risultato atteso della salvezza. E può darsi che, di fronte al precipitare degli eventi e ad una situazione difficile e imprevista, la prudenza rappresenti ancora un segno di virtù, sempre che sia prudenza e non mancanza di argomenti. Dal punto di vista comunicativo, comunque, la società dovrà spiegare molte cose, e non solo ai tifosi, dato che le consegna delle bocche cucite di tutti non è prerogativa solo di questo momento particolare e la carenza di comunicazione e di relazioni dei giocatori con l’ambiente è un dato endemico di tutta l’era Santopadre. Tanto per dire, il fatto che tanti calciatori del Grifo siano passati da queste parti negli ultimi sei anni senza che i tifosi ne abbiano mai potuto conoscere voce e pensieri, non ha certo contribuito a creare feeling attorno al Perugia calcio.
Il comunicato degli ultras parla di impegno, professionalità, dignità e onore chiesti ai grifoni per le due partite di spareggio, in un “ultimo incontro deciso, duro, diretto, ma ancora civile”. Come a dire, fate tutto quello che dovete e metteteci l’anima, come richiede la storia del Grifo. Concetti impegnativi, mica poca roba. Prese di posizione, questa come quella del Coordinamento che, a ben vedere, sono forti assunzioni di responsabilità. Perché, senza rinunciare a critiche dure (e del tutto giustificate) verso i protagonisti, e a successivi, ampi e definitivi chiarimenti, li spronano a salvare il salvabile in un estremo sussulto di orgoglio che metta davanti a tutto la salvezza del Grifo. I tifosi, nonostante la delusione e lo sconcerto, la loro parte l’hanno fatta anche stavolta.