117771767 636991173689211 3416074561522576853 n(UNWEB) Perugia. Venerdì sarà una guerra corpo a corpo. Ci salveremo, questa partita si può vincere. Per me il Grifo è una ragione di vita.

Ci metto la faccia

Sono qui perché devo dare il mio messaggio e voglio, come sempre, metterci la faccia, visto quello che in questi mesi si è letto e sentito. La cosa fondamentale e che più adesso mi preme è che non siamo ancora retrocessi, c’è ancora una partita e il Perugia sputerà sangue e non retrocederà. In questi anni ci ho messo impegno, lavoro, cuore e risorse e adesso la mia missione è salvare la categoria. Poi ci sarà tempo per fare i processi.

Difendo i giocatori fino all’ultimo

Sono convinto che ci salveremo, basta coi funerali, perché non siamo ancora retrocessi e venerdì ci sarà “la guerra”. Io starò in panchina, vicino alla mia squadra. Difendo i giocatori fino all’ultimo. Loro sono giovani e sanno di aver sbagliato, ma sono consapevoli, sanno bene cosa è successo, ma sono e siamo tutti persone per bene. Sono sicuro che i giocatori reagiranno.

Squadra forte, società non merita la retrocessione: crediamoci!

La squadra è forte, ma siamo entrati in un vortice maledetto. Ma una partita, questa partita,  si può vincere. Occorrerà vincere i duelli perché sarà tutto un corpo a corpo. Venerdì la squadra combatterà. Ma per tre giorni, fino a venerdì, chiedo a tutti di smetterla con i funerali. Non siamo retrocessi e venderemo cara la pelle, perché questa società non merita la retrocessione. Siamo positivi, che ne usciamo fuori anche stavolta!

Io ho sempre lottato in vita mia. Ci ho messo la faccia, ho dato e ricevuto rispetto.

La mia storia personale la conoscete bene, il mio destino è sempre stato quello di lottare per tirarmi fuori dalle situazioni difficili. La vita non è solo gioie ma anche dolore. E per superare i  momenti difficili bisogna anche saper rinunciare ai propri modi di vedere le cose. Io da quando avevo 13 anni ho vissuto nei mercati. Lì c’è gente di tutti i ranghi e tipi, persone oneste e delinquenti. Questo mi ha insegnato a combattere, non ho paura della lotta. Da allora ho imparato ad affrontare i momenti difficili a testa alta, mettendoci la faccia. Ho sempre dato e ricevuto rispetto, per questo sono sempre potuto andare a testa alta e senza scaricare nessuno. E nutro rispetto soprattutto per questa società.

Il Grifo me lo tatuo anche sul petto, lo amo più di chi adesso mi ha scaricato

La cosa che più mi è dispiaciuta è che è stato detto che non sarei degno di avere il Grifo tatuato sul braccio. Io rispondo che da lunedì me lo tatuo anche sul petto. Il Perugia non muore né oggi, né il 14, né dopo. E io lo amo più di quelli che oggi mi hanno scaricato. Ma l’importante non è che io sia stato scaricato da qualcuno: l’unica cosa che importa è raggiungere l’obiettivo della salvezza.

Tutte le mie energie per la salvezza del Perugia

A marzo il problema era quello di salvare i miei dipendenti dalla crisi del covid. Oggi, ugualmente, le mie energie sono tutte per salvare il Perugia, la squadra, la società, i dipendenti. Ma non finirà né la mia vita, né il Perugia. Lunga vita al Perugia!

Dopo il 14 sarò ancora qui. Il Perugia per me non è una scommessa

Il 15, 16 e 17 sarò ancora qui a Perugia, perché il Perugia per me non è una scommessa qualunque, ma è una ragione di vita: da dieci anni almeno la metà della mia vita la dedico completamente al Perugia.

Il secondo pallone in campo a Pescara

Dell’episodio del secondo pallone in campo a Pescara non me ne frega nulla. Non faccio ricorsi su queste cose, che attengono solo la coscienza di chi le ha fatte. Sono cazzate, noi dobbiamo pensare solo alla partita di venerdì prossimo.

Le contestazioni dei tifosi: fanno parte del gioco e possono aiutare

La contestazione dei tifosi fanno parte del gioco e può essere salutare, se è civile. I tifosi quando sono venuti a Cascia mi è stato riferito che sono stati straordinari, hanno parlato da uomini veri. Hanno saputo caricare e toccare le corde giuste dei giocatori. E nel primo tempo di Pescara se ne è anche visto l’effetto. Poi, purtroppo, è successo che nella ripresa abbiamo perso, per cui ci sono state  le contestazioni. Ma non me ne preoccupo, anche perché in questo momento non posso certo aspettarmi applausi. Quello che semmai mi dispiace sono le offese, perché il Grifo io ce l’ho davvero nel cuore!

Daniele Orlandi - Agenzia Stampa Italia