Con la messa in sicurezza della struttura, approntata “alleanza terapeutica” con mezzi d’informazione e social media per mantenere i legami affettivi tra assistiti e familiari
(UNWEB) Gli anziani sono i soggetti più vulnerabili nel tempo del “Coronavirus”, anche per lo spezzarsi forzato dei legami con le persone a loro più care: figli, nipoti, familiari... E’ quanto accade nelle “residenze protette”, dove non possono più accedere i loro cari per motivi di sicurezza e di prevenzione sanitaria contro forme di contagio.
Opera leonina. A sottolineare la difficile situazione vissuta nelle residenze protette di ospitalità “Fontenuovo” di Perugia e “Casa di accoglienza Maria Immacolata” di Marsciano, è la geriatria Simonetta Cesarini, direttore sanitario di “Fontenuovo”. Si tratta di una delle opere segno della Chiesa perugina all’avanguardia nell’assistenza-cura di anziani non autosufficienti, fondata per volontà del cardinale Gioacchino Pecci, vescovo di Perugia dal 1846 al 1878, poi papa Leone XII. Oggi “Fontenuovo” ospita 90 persone assistite da altrettanto personale specializzato, convenzionata e accreditata dalla Regione Umbria come la “Casa Maria Immacolata” di Marsciano, dove sono accolte 30 persone, anch’esse assistite da altrettanto personale specializzato.
Residenza protetta. «“Fontenuovo” è una residenza davvero protetta nei giorni del “Coronavirus” – afferma la dottoressa Cesarini –. I nostri ospiti sono tutti pazienti fragili che vivono la loro cronicità. Persone fragili significa che hanno tutte un’età tra gli 85 e i 95 anni, con poche eccezioni, e sono affette da più patologie, sottoposte a più terapie farmacologiche che le rendono particolarmente vulnerabili. Per cui se prima del “Coronavirus” dovevamo attrezzarci per le cure di quella che era la normalità, già in qualche modo difficile, con l’epidemia abbiamo dovuto blindarci letteralmente. In un primo momento abbiamo ridotto l’accesso dei familiari e volontari, per poi chiuderlo completamente. Limitate all’essenziale le visite esterne degli anziani per le sole urgenze. Gli assistiti che possono sviluppare casi febbrili vengono sottoposti a quello che è il protocollo dell’USL Umbria1».
Alleanza terapeutica. «Disposizione alquanto dolorosa per noi – commenta la geriatra – è stata la chiusura della struttura ai familiari, però stiamo lavorando tramite collegamenti Skype e WhatsApp, con la collaborazione del Servizio informatico diocesano, per permettere ai nostri operatori di prendere costantemente appuntamenti in maniera tale che i familiari degli assistiti possano anche vederli e rendersi conto di come realmente stanno. Per cui si sta instaurando una bella alleanza che io definisco terapeutica, perché capiamo la difficoltà di un figlio o di una figlia rimanere a casa quando il genitore è in un luogo di cura. Grazie a media e social evitiamo che questi legami affettivi vengano spezzati dal “Covid-19”».
Messa domenicale. Altra “criticità” evidenziata dalla dottoressa Cesarini è quella della «mancanza del momento spirituale della messa domenicale. Seguendo tutte quelle che sono le disposizioni – spiega il direttore sanitario – abbiamo sospeso gli incontri di aggregazione all’interno della Residenza, anche di carattere spirituale; un aspetto fondamentale per quegli anziani che praticano la fede cristiana. Per cui la celebrazione eucaristica nella chiesa interna non si tiene più. Nel contempo siamo contenti che il nostro cardinale Gualtiero Bassetti celebri la messa domenicale via streaming e attraverso la diretta di Umbria Tv e di UmbriaRadioInBlu. Ci auguriamo che sia un appuntamento che possa continuare per tutta l’emergenza sanitaria. E’ un segno di vicinanza, innanzitutto con la messa in sé, ma anche con il nostro Pastore che veniva spesso a trovare i nostri anziani, una persona a loro familiare e facilmente riconoscibile in tv».
Attuali necessità. La dottoressa Cesarini, nel sottolineare che fin dall’inizio dell’emergenza sanitaria «tutto il personale, per operare in sicurezza nel preservare gli assistiti e sé stesso da possibili contagi, ha fatto riferimento ai D.P.C.M. varati, agli atti emanati dalla Regione Umbria e alle circolari redatte dall’USL Umbria1». Inoltre la dirigente ha annunciato che il 19 marzo, insieme alla collega della struttura di Marsciano Maria Luisa Mancini, ha inviato una lettera-richiesta alla presidente della Regione Donatella Tesei e all’assessore regionale alla Salute Luca Coletto, per segnalare le «attuali necessità» delle due “residenze protette”. «Chiediamo alle istituzioni garanzie di tutela per ospiti e dipendenti – sottolinea la geriatra –, per non sospendere la normale assistenza erogata nel territorio. Mentre dal 10 marzo scorso sono stati sospesi gli accessi ai familiari e ai volontari e modificato il percorso per l’ingresso degli approvvigionamenti nelle due strutture».