(UNWEB)  NARNI –  Sarà rivolto anche alle attività di inclusione sociale il nuovo canile comunale di San Crispino di Narni. L’avvio della struttura è stato votato dal Consiglio comunale con 11 favorevoli e 5 astenuti nel corso dell’ultima seduta svoltasi stamattina in video conferenza per l’emergenza coronavirus. Il progetto prevede il superamento del concetto di rifugio e l’avvio di quello di parco come nuovo modello di canile “unico per come è stato concepito nell’intera Umbria del sud”, ha detto l’assessora al ramo Silvia Tiberti illustrando il progetto.

“È un modello – ha aggiunto la Tiberti - che garantisce il principio di economicità consentendo da subito un notevole risparmio e, in futuro, di abbattere completamente i costi. Abbiamo internalizzato un servizio gestito ora direttamente dal Comune con la garanzia che ogni servizio pubblico può dare, dove fondamentalmente è il superamento di una distorta concezione del canile, luogo di detenzione a favore del modello di parco canile, ovvero una struttura che garantisca un habitat confortevole agli animali ospitati e adatto alle loro caratteristiche etologiche favorendo la socializzazione e le politiche di adozione, ponendo al centro il cane, i suoi bisogni, le sue emozioni e non il profitto”.

Il nuovo canile realizzerà una sinergia con il territorio soprattutto in termini di inclusione attiva e di politiche di interazione con il sociale. “Il programma di attività socio-assistenziali inserite nel parco – ha spiegato infatti l’assessora - vedono la realizzazione di servizi ed interventi differenziati in base alla tipologia di beneficiari e alla fascia di età. Saranno realizzate esperienze pratiche e di autonomia e di sviluppo di abilità rivolte a persone con disagio e a rischio esclusione sociale, persone con disabilita fisica o sensoriale, minori e anziani.

Più in generale lo spazio, a carattere polifunzionale, sarà destinato all'intera comunità narnese”. Il podere sarà il macro contenitore dello sviluppo di reti e relazioni su più livelli, l'incubatore di dinamiche sociali e culturali a disposizione dell'intera collettività. “Un patrimonio a disposizione della nostra città – e della nostra regione che ha saputo coniugare il benessere dell'animale con il benessere della persona”, ha concluso la Tiberti.


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