cittadini allinaugurazione scultura mariana ingresso mensa caritas perugia f2Il direttore della Caritas don Briziarelli: «E’ molto bello che sia la Vergine Maria ad accogliere tutte le persone in difficoltà. Siamo chiamati, come comunità, ad aiutarle ad uscire dalla schiavitù della povertà»

(UNWEB)  È sempre più sentito dalla città il Punto Ristoro Sociale Comune-Caritas “San Lorenzo” di Perugia, più conosciuto come la “Mensa di via Imbriani”, un luogo di accoglienza che va oltre il ‘semplice’ gesto della distribuzione di un pasto caldo (in media 70 al giorno). La sua porta è aperta a persone con gravi disagi anche per la perdita del lavoro, sole e ad anziani in difficoltà. A testimoniarlo è stato l’incontro inaugurale, molto partecipato, della scultura raffigurante la Madonna del Carmine del maestro Massimo Arzilli collocata nella nicchia sovrastante l’ingresso della “Mensa”.

Il Punto Ristoro è ospitato dal 2008 nell’antico Oratorio dei Ss. Simone e Giuda Taddeo adiacente alla chiesa del Carmine, in via Imbriani, in pieno centro storico. L’inaugurazione si è tenuta domenica 17 ottobre, giorno molto significativo per la Chiesa, segnato dall’inizio del Sinodo voluto da papa Francesco. Questo atteso appuntamento ha preceduto la celebrazione eucaristica di avvio cammino sinodale nella cattedrale di San Lorenzo presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti.

La volontà di collocare la scultura sull’ingresso della “Mensa Caritas” è stata di un gruppo di abitanti e cittadini legati al quartiere del Carmine, coordinato da Mario Macellari, a testimonianza della loro fede e sensibilità per un’opere di carità ritenuta importante per la stessa vita sociale e culturale del quartiere, come è stato sottolineato in diversi interventi.

Presente il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli, che ha ricevuto in dono dalla professoressa Fiorenza Mosci un libro di preghiere stampato nel 1948 dal titolo: “Così parlò la Madonna del Carmine” del carmelitano padre Anselmo Reali. L’inaugurazione, che ha visto la presenza di operatori e volontari Caritas e della responsabile della “Mensa”, l’assistente sociale Stella Cerasa, si è conclusa con il concerto del coro “I cantori di Perugia” e l’aperitivo offerto dagli stessi volontari. Molto toccante la recita di alcune poesie dedicate alla Beata Vergine Maria recitate dal prof. Enzo Coli e dal poeta Luciano Bacoccola, come anche le testimonianze di perugini che partano i nomi delle chiese storiche del quartiere: Carmine e Fiorenzo.

Don Briziarelli, nell’ascoltare chi l’ha preceduto negli interventi e nell’esprimere gratitudine al maestro Massimo Arzilli, ha ricordato: «Noi viviamo sempre tra memoria e profezia. La memoria è qualcosa di veramente grande e importante. Diceva Giovanni Paolo II: “quando noi contempliamo la bellezza, cerchiamo Dio”. E noi abbiamo bisogno di contemplare la bellezza perché ci apre il cuore, ci apre al trascendente ci fa avvicinare a Colui che ha creato tutto nella bellezza e nella pienezza. È una pienezza verso la quale noi camminiamo ogni giorno. Diventa significativo che la Vergine Maria sia proprio all’ingresso di questo luogo che per noi, come Caritas, è un luogo di accoglienza, di incontro, di integrazione e di relazione. È molto bello che sia la Vergine Maria ad accogliere le persone sofferenti, in difficoltà, che vengono a cercare un ristoro, che diventa anche momento di ascolto, ricordandoci, come ci dice il Papa, che vicino alla povertà materiale c’è quella spirituale e intellettuale».

«Siamo chiamati, come comunità, ad aiutare le persone nella sofferenza, nella difficoltà ad uscire dalla schiavitù della povertà in uno sviluppo che sia integrale. La carità ci aiuta non poco nel nostro cammino sinodale e questo luogo è una delle opere segno della nostra Chiesa portata avanti da volontari coordinati da Stella Cerasa, che è da anni la responsabile e che è testimone - i suoi occhi lucidi lo confermano - di quanto amore venga donato e di quanta possibilità di incontro ci sia. Grazie Stella, a nome di tutti, per il lavoro che fai con tanta passione in una forma di gratuità che pochi hanno».


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