L'evento ha aperto la serie di iniziative in occasione della giornata sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza
(UNWEB) Perugia. Il 20 novembre si celebra in tutto il mondo la Giornata internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Ad aprire l’ampio programma delle manifestazioni è stato il seminario, svoltosi presso la sala dei Notari di palazzo dei Priori nel pomeriggio di lunedì 15 novembre, dal titolo “Cura è Diritto”. Un momento di confronto per porre l’accento sulla responsabilità degli adulti a creare e sostenere una educazione di qualità per i bambini e le bambine, un richiamo a prendersi “a cuore”, sin dai primi mesi di vita, dei nostri ragazzi.
Ad aprire i lavori sono state le dirigenti Roberta Migliarini e Ilenia Filippetti che hanno tenuto a precisare come cura sia, tra le altre cose, soprattutto favorire la relazione fin dai primi anni di vita. Consapevole di ciò il Comune di Perugia ha deciso di dotarsi del primo manifesto per la cura 0-6 dove si declinano i passaggi fondamentali dei servizi rivolti ai più piccoli. Tra i tanti: considerare bambini e bambini come persone degne di stima e fiducia, rispettare le unicità, avere cura della loro persona, considerare l’altro una persona speciale, coltivare il bello, l’armonia, il bene, la gentilezza e l’empatia, restare in silenzio osservando i bambini, essere delicati, esserci per l’altro con il cuore e la mente. In questo contesto l’obiettivo è valorizzare i diritti dei bambini, rendendoli protagonisti del loro futuro e farsi comunità educante tra tutti gli attori presenti sul territorio per costruire una rete di attività.
E’ stata poi la coordinatrice pedagogica di rete Samantha Bonucci a relazionare sul tema: “prendersi a cuore la cura per i diritti delle bambine e dei bambini”.
Per Bonucci i termini chiave dell’attività educativa sono pazienza, ascolto ed accoglienza, ma anche unità d’intenti perché una cura adeguata non può prescindere dal fare rete.
Nella varietà -ha spiegato – troviamo la ricchezza: “grazie quindi ai nostri bambini da cui abbiamo molto da imparare e che giornalmente ci regalano la loro fiducia e le loro esperienze. Per ripagarli abbiamo il dovere di mettere in campo un’educazione di qualità”.
Successivamente a relazionare è stato il vice sindaco ed assessore con delega alle politiche scolastiche Gianluca Tuteri che è intervenuto sul tema del “nurturing care”.
Nello specifico, il documento “Nurturing Care for Early Childhood Development”, è nato in risposta alle robuste evidenze scientifiche che riconoscevano l’importanza e la criticità dei primi anni di vita, per lo sviluppo del bambino. E’ stato elaborato da WHO, UNICEF e la World Bank, in collaborazione con Partnership for Maternal, Newborn & Child Health, Early Childhood Development Action Network e numerosi altri partner.
Il report offre una mappa, basata sui dati concreti, orientata all’azione e sottolinea che politiche e servizi possono supportare genitori, famiglie o chi si prende cura del bambino e la comunità, nel fornire alla prima infanzia una cura sollecita, attenta e indirizzata a una crescita in salute. In particolare verso quelle comunità in cui i bambini sono più a rischio di trascuratezza e abbandono.
Per consentire ad ogni bambino di raggiungere il suo pieno potenziale, sono quindi necessarie 5 componenti strettamente correlate e indivisibili: buona salute, adeguata alimentazione, vigilanza e salvaguardia dai pericoli, prendersi cura con sollecitudine, sensibilità ed efficienza e opportunità di apprendimento precoce.
Il principio di base è che il periodo, che dalla gravidanza si estende fino ai tre anni di età del bambino, è particolarmente sensibile alle influenze ambientali, crea le premesse per la salute, il benessere, l’istruzione e la ricchezza di una persona durante tutta la sua esistenza e ha un impatto sulla salute e il benessere delle generazioni future.
Investire nella prima infanzia è uno degli impegni più importanti che un paese possa assumersi per favorire una crescita economica equilibrata, promuovere società pacifiche e sostenibili, eliminare l’estrema povertà e le disuguaglianze, supportare il diritto di ogni bambino a nascere e crescere in salute
E’ necessario – ha sostenuto Tuteri – offrire a tutte le famiglie opportunità di informazione e crescita, a partire dal periodo prenatale, utilizzando tutte le occasioni di contatto tra genitori e servizi. Da qui l’importanza della collaborazione tra tutti i settori interessati.
Ambiente familiare di apprendimento e qualità della scuola: questi i pilastri per favorire la crescita e lo sviluppo dei bambini nell’età 0-6 anni, considerata dalla scienza determinante per la costruzione della personalità e dello sviluppo complessivo della persona; una fascia d’età in cui l’interrelazione ed il rapporto con gli altri è in grado di fare la differenza, sviluppando la crescita del cervello e, di conseguenza, le capacità del bambino grazie ad un’adeguata stimolazione esterna.
Ecco quindi che, in questo contesto, il ruolo degli asili nido è basilare, perché già ad un anno di vita i bambini sono disuguali per competenze cognitive e relazionali; differenze che nel tempo crescono in ragione delle diverse opportunità offerte al bambino dall’ambiente familiare e dalla comunità.
I dati
Perugia è in grado di offrire oggi 43,8 posti ogni 100 bambini, in media con l’Umbria che si pone al secondo posto in Italia dietro la sola Valle d’Aosta. A livello nazionale restano le criticità con un abbandono scolastico che resta alto (15%), con l’Italia al quartultimo posto davanti a Bulgaria, Romania e Malta. Il sud peggio del nord, i maschi peggio delle femmine, l’analfabetismo attestato al 7%.
Ecco perché il Comune di Perugia ha scelto di puntare su alcuni progetti innovativi.
Il primo, già partito, è il baby newsletter, l’invio di otto missive ai neogenitori per accompagnarli nel primo anno di vita del bambino con suggerimenti e consigli.
Altro progetto pronto a partire è “la nascita colora la vita”, con presa in carico delle famiglie dai primi 3 mesi di gravidanza fino al terzo anno di vita del bambino con servizi ed educazione genitoriale. In cantiere un terzo progetto, l’outdoor education, che tende a favorire l’educazione e gli apprendimenti negli ambienti esterni.
Infine Tuteri ha lanciato una proposta di azione: per i servizi 0-6 non è più rimandabile la costituzione di un’agenzia unica che coordini progetti, controlli l’impiego dei fondi del pnrr, misuri gli out-come degli interventi.
In conclusione “promuovere il diritto all’educazione, alla protezione sociale del bambino e sostenere una relazione positiva con i genitori devono rappresentare una priorità di intervento per rompere il circolo vizioso della trasmissione dello svantaggio tra generazioni, per liberare i talenti e per far fiorire le capacità delle persone. La più grande sfida del nostro tempo non riguarda il lavoro, la democrazia, l’ambiente ma il modo in cui i genitori si relazionano ai propri figli così come la società a tutti i bambini, perché da questo dipenderà in buona parte tutto il resto.
Nel corso del convegno ci sono stati anche ulteriori interventi.
Il gruppo RelAzioni delle educatrici ha parlato del manifesto della cura, mentre Nicoletta Sensi, consulente pedagogica del Miur ha relazionato su “intrecci dei cura per una educazione di qualità”.
Alessandra Degli Esposti e Livia Ludovici, psicologhe e psicoterapeute, hanno illustrato il tema dell’Aver cura di chi ha cura. Infine Moira Sannipoli, ricercatrice presso l’Università degli Studi di Perugia, ha concluso l’incontro parlando di “prendersi a cuore la cura: tra complessità e meraviglia”.