inaugurazione cda bosco f3Il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi: «E’ il valore stesso dell’essere Chiesa..., nell’offrire una possibilità nuova di vita»

(UNWEB) «Ci troviamo a Bosco, quasi protetti da queste mura, però è drammatico il momento che stiamo vivendo. C’è una follia che sta prendendo apparentemente il sopravvento. E a questa follia come si risponde? Penso con la follia di Dio». Così il vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve mons. Marco Salvi, sabato 19 marzo, solennità di san Giuseppe, intervenendo a Bosco (Pg), alla cerimonia inaugurale del Centro d’Ascolto (CdA) della Caritas interparrocchiale dell’Unità pastorale “20” intitolato a “San Giuseppe”. Unità costituita dalle parrocchie di Bosco, Colombella, Fratticiola Selvatica, Piccione e Ramazzano Le Pulci che contano, complessivamente, circa 7mila abitanti guidate dai parroci don Francesco Verzini (moderatore) e don Pietro Squarta e dai vicari parrocchiali padre Alfredo Bucaioni e padre Damiano Romagnolo, entrambi francescani del vicino Convento di Farneto. Questo nuovo CdA Caritas, realizzato nell’ala più antica e suggestiva del complesso parrocchiale di Bosco, un tempo monastero edificato tra i secoli XIII-XIV, si aggiunge ai quaranta attivi a livello parrocchiale, interparrocchiale-unità pastorale nell’Archidiocesi che vedono impegnate alcune centinaia di volontari motivati e formati, svolgendo con gratuità la loro opera.

Il CdA cambia il cuore dell’uomo. «La follia di Dio – ha proseguito mons. Salvi – è quella di un amore, di una gratuità che ancora si ridona, che fa camminare verso la pace, la non vendetta, il perdono... E questo piccolo segno, il Centro d’Ascolto, non è un valore aggiunto, è il valore stesso dell’essere Chiesa, perché ci richiama all’essenza stessa della Chiesa che è non solo andare incontro alla fragilità umana, ma offrire una possibilità nuova di vita. Il CdA non può risolvere tutti i problemi, però è un luogo in cui un cuore palpita verso il bisogno e la realtà che ha di fronte. Il CdA non sono le sue quattro mura, pur se belle come queste, è il cuore di chi ci lavora. Questo deve diventare un segno per tutta la comunità diocesana, perché è un segno che ci richiama alla gratuità dell’Amore divino che può raggiungere ogni uomo». Mons. Salvi ha poi esortato i presenti a ricordare sempre che «può cambiare il corso del tempo, o degli avvenimenti, ciò che cambia il cuore dell’uomo. E il CdA è la possibilità di cambiare il corso degli eventi, perché cambia il nostro cuore».

Presenti all’inaugurazione anche l’assessore comunale alle Politiche sociali di Perugia Edi Cicchi e il direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli. Il sacerdote ha spiegato che questo CdA «è la prima opera realizzata con il progetto diocesano “In ascolto”, finanziato dall’8xMille della Chiesa cattolica, per la formazione di tutti i CdA attivi sul territorio». Don Briaziarelli ha poi ringraziato «tutte le attività di formazione che i volontari stanno svolgendo in questo momento per affrontare al meglio l’“emergenza Ucraina”. E grazie a quanto state facendo, perché anche in quest’Unità pastorale sono arrivate alcune famiglie di profughi. Anche nella vostra comunità si è mossa la Carità nel senso dell’accompagnare, del farsi presente, del camminare insieme a questi fratelli e sorelle, un’opera richiesta dal Vangelo».

Luogo di paternità e maternità. Il CdA, ha ricordato il direttore della Caritas diocesana, «è un luogo di paternità e di maternità, che oggi assume un significato particolare per essere la solennità di san Giuseppe e la festa del papà, dell’essere padre e dell’essere madre che è dentro la Chiesa, che è il suo fondamento. Questo CdA deve risvegliare la Carità negli altri attraverso l’ascolto, l’accoglienza e la dignità, che sono alla base del nostro essere animatori della Carità».

A breve un nuovo Emporio. L’inaugurazione di questo CdA precede di qualche mese l’inaugurazione di un’altra importante opera segno, ha annunciato don Briziarelli, quella dell’«Emporio della Solidarietà che sorgerà a Ponte Pattoli, il quinto Emporio realizzato nella nostra comunità diocesana per aiutare le famiglie in difficoltà», che sarà intitolato a mons. Gustavo Coletti, l’indimenticabile “curato di campagna”, come lui stesso si definiva, morto, nel 2020, a seguito dell’infezione da Covid-19.

Insieme progetti per persone fragili. «I Centri d’Ascolto Caritas, insieme agli Empori, svolgono una grande missione – ha commentato l’assessore Edi Cicchi –, quella di aiutare le persone. È un lavoro che facciamo insieme, perché sul tema della povertà anche il Comune è impegnato, a volte con grandi difficoltà per alcuni vincoli amministrativi che abbiamo, ma vi do un dato: negli ultimi quattro anni l’Amministrazione ha aumentato la spesa rivolta alle persone con fragilità economiche da poco più di 900mila euro a 3milioni e 600mila euro all’anno. Somma che viene spesa per la fornitura di pasti caldi, l’accoglienza notturna, l’avviamento al lavoro e per le varie attività di sostegno sociale. In più cerchiamo di sostenere iniziative come i CdA, che sono dei punti di riferimento nel territorio, in un rapporto di collaborazione reciproca tra Comune e Chiesa, per fare insieme dei progetti attorno alle persone che vadano oltre la distribuzione del “pacco viveri”, ma soprattutto nell’ascoltare la gente per costruire un percorso di crescita sociale, altrimenti si rischia di vanificare gli sforzi fatti sia dalle istituzioni che dal mondo del volontariato».

Le parrocchie possono fare tanto. A dirlo sono i parroci dell’Unità pastorale “20”, don Francesco Verzini e don Pietro Squarta. «Questo CdA – hanno precisato – è un’opera che è stata richiesta alla nostra comunità a seguito della Visita pastorale del cardinale Gualtiero Bassetti del 2015, realizzata dopo alcuni anni con il supporto della Caritas diocesana e grazie all’impegno di numerosi volontari, in particolare ai dieci di loro che dalla prossima settimana inizieranno a prestare servizio di ascolto alle persone che vivono situazioni molto difficili. Il CdA di Bosco è il secondo interparrocchiale che viene attivato nella nostra Zona pastorale dopo quello di Ponte Pattoli. Un vivo ringraziamento va a quanti hanno lavorato con gratuità e dietro le quinte per la sua apertura, che ha richiesto un appropriato intervento edilizio per renderlo fruibile. Tutto questo per accogliere con dignità persone che fino ad oggi abbiamo incontrato per strada, chiedendoci aiuto. Adesso hanno un luogo e un tempo, soprattutto, dedicato a loro grazie a quei volontari che hanno dato la loro disponibilità all’ascolto dell’altro. È un progetto che vediamo realizzarsi scaldando il cuore di molti, smuovendo le acque e facendo pensare che le nostre parrocchie possono fare tanto».


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