intitolazione piazza don mario chiovini 8(UNWEB) Perugia. Giornata di festa oggi a Pila per l’intitolazione della piazza antistante il centro socio-culturale a don Mario Chiovini, parroco dal 1983 fino alla morte avvenuta nel 2011.


Erano presenti alla cerimonia, molto partecipata, il sindaco del Comune di Perugia, Andrea Romizi, l’assessore ai servizi civici e presidente della commissione Toponomastica, Edi Cicchi, l’assessore all’urbanistica, Margherita Scoccia, il vicepresidente della commissione Toponomastica, Paolo Befani, i familiari del sacerdote, il presidente e la vicepresidente dell’associazione Pro Pila Giovanni Righetti e Paola Matteucci, l’attuale parroco Matteo Rubechini, il presidente del centro socio culturale, Silvano Segazzi, e la Filarmonica di Pila diretta dal maestro Fabio Lombrici.
“Questi momenti di festa, e anche la presenza della Filarmonica ne è una testimonianza, rendono omaggio a personaggi illustri come don Mario, che ha contribuito a rendere questa comunità coesa e sempre pronta a ricordarlo con affetto. Siamo stati felici di accogliere le istanze dei cittadini attraverso il lavoro della Toponomastica. Ringrazio in particolare per la collaborazione il vicepresidente Befani e l’assessore Scoccia”, ha detto Edi Cicchi, ringraziando per la presenza anche don Marco Briziarelli e don Giovanni Amico.
Il professore Carmelo Tassi ha quindi ricordato che, dopo la scomparsa di don Mario l’associazione Pro Pila si è fatta interprete del grande desiderio della popolazione, delle altre associazioni e dei familiari del sacerdote di intitolare alla sua memoria una via per tenerne vivo il ricordo. “La richiesta, a tempo debito, è stata accolta grazie al grande interessamento dell’assessore Margherita Scoccia, pilese di nascita e affettivamente legata a don Mario. La scelta di questa piazza – ha continuato Tassi – è particolarmente felice perché ci troviamo di fronte al centro socio-culturale, importante punto di incontro per tanti pilesi, soprattutto per quelli di età più avanzata. Proprio con loro don Mario aveva stretto particolari rapporti di amicizia e confidenza”.
Richiamati anche gli aspetti salienti della vita di don Mario. Nato nel 1947 a San Martino Delfico, è stato ordinato sacerdote il 2 ottobre 1971 dall’arcivescovo Ferdinando Lambruschini. Trascorsi quattro anni nella comunità parrocchiale di San Raffaele Arcangelo, a Madonna Alta, nel novembre 1975 è stato trasferito nella parrocchia di San Giovanni Battista di Pila. Dopo la morte del parroco Mario Tiacci, il 1° gennaio 1983 ne è diventato titolare. Poco dopo la sua improvvisa scomparsa, avvenuta il 4 gennaio 2011, un comitato costituito da parenti, amici e parrocchiani ha raccolto fatti, avvenimenti, ricordi e testimonianze riportate nel libro “L’amico don Mario – Un prete e un uomo tra noi”.
“La sua attività pastorale – ha rimarcato ancora Tassi - è ricordata da tutti come un’autentica missione fondata sull’amore e sulla testimonianza. Don Mario, uomo di grande umanità e cultura, ha speso le sue competenze a beneficio dell’intera comunità. Ha anche svolto ricerche su Pila, la sua storia e i suoi monumenti e collaborato con alcuni compaesani alle pubblicazioni riguardanti la storia di Pila e delle sue manifestazioni. La Pro Pila ha potuto disporre di una sede proprio grazie a don Mario e lo ricorderà sempre con gratitudine per la collaborazione prestata anche nello svolgimento delle feste paesane a cui molto teneva come occasioni di incontro. Anche in questo è stato un prete amico”.
Parole piene di affetto e commozione anche quelle pronunciate dalla nipote di don Mario, Luisa Chiovini, a nome della famiglia: “Un sorriso dolce e rassicurante, un biglietto per ogni occasione rigorosamente scritto a mano con la sua bella grafia, la battuta sempre pronta, un dono per tutti: questo era don Mario, lo zio Dommy, come noi nipoti lo chiamavamo. Anche se non ha mai smesso di starci vicino, la sua famiglia non comprendeva solo noi, perché la sua missione era esserci per tutti indistintamente, senza tralasciare nessuno”.
Dopo la lettura di una poesia composta per l’occasione da Nello Ugolini, il sindaco Romizi ha così concluso: “La chiesa di Pila era gremita per l’ultimo saluto, nel 2011, al suo parroco. A distanza di dodici anni, c’è ancora il popolo di don Mario riunito. La legge prevede che trascorra un certo lasso temporale prima di intitolare un luogo a una persona. Così si capisce se il ricordo e il consenso restano forti e oggi ne abbiamo la piena dimostrazione. Figure come don Mario sono termini di paragone che valgono per ognuno di noi, stimolano riflessioni, ci interrogano su quanto facciamo per gli altri. Ecco perché intitolare un luogo ha un significato profondo e i principali beneficiari sono coloro che lo frequentano”.

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