DSC 2414(UNWEB) Perugia. “La grande ferita 2021”. Si chiama così l’opera firmata dall’artista Lorenzo Fonda in ricordo di medici, operatori sanitari e cittadini morti a causa della pandemia da Covid-19 tra il 2019 e il 2021. Realizzata in corten, ferro e smalto, da oggi campeggia in uno spazio pubblico visibile anche da via dei Filosofi: l’area verde adiacente il Poliambulatorio della Usl Umbria 1 in piazzale Europa. L’inaugurazione si è svolta proprio nella giornata nazionale in memoria delle vittime dell’epidemia di Coronavirus in cui Palazzo dei Priori, sede del Comune, come tutti gli edifici pubblici, hanno esposto le bandiere a mezz’asta.

A portare i saluti istituzionali, alla presenza di autorità civili e militari, tra cui la consigliera Francesca Pasquino in rappresentanza della Provincia di Perugia, il direttore generale dell’Azienda ospedaliera Giuseppe De Filippis e il nuovo direttore della Usl Umbria 1 Emanuele Ciotti, e dell’arcivescovo Ivan Maffeis che ha impartito la benedizione, sono stati la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi e l’assessore ai lavori pubblici Francesco Zuccherini, mentre il dirigente medico della Usl Umbria 1 Attilio Solinas e il medico e presidente dell’associazione Ippocrate Gianluigi Rosi, ideatori del progetto, ne hanno spiegato la genesi, insieme al pittore e scultore Fonda e a Patrizia Sargentini, vedova del medico Stefano Brando, una delle vittime del Covid.

L’opera è stata commissionata per non dimenticare quanti hanno perso la vita e per sottolineare il ruolo svolto da tutto il personale sanitario a Perugia e in Umbria nel periodo dell’emergenza sanitaria. L’iniziativa si deve anche alla volontà di ricordare, in modo particolare, proprio Brando, medico di medicina generale deceduto dopo aver contratto il virus nell’esercizio delle sue funzioni di assistenza professionale. I promotori hanno sottolineato il fondamentale supporto economico di numerosi sponsor (Rotary club Perugia, Euroshed Srl, Dott. Gallina Srl, Tpg Gubbiotti Srl, MV Extrusion Spa), ringraziando anche l’architetto Maria Carmela Frate per la definizione delle autorizzazioni e delle progettualità di installazione e l’Amministrazione comunale di Perugia che ha reso possibile l’installazione su un terreno di proprietà.

“Grazie a questa iniziativa oggi ci troviamo riuniti nella giornata in cui in tutta Italia si commemorano le tante persone uccise dal Coronavirus – ha detto l’assessore Zuccherini -. Se è doveroso ricordare coloro che hanno perso la vita e stringerci idealmente alle famiglie colpite da lutti, possiamo cogliere l’occasione anche per celebrare l’impegno degli operatori sanitari che in prima fila hanno combattuto, spesso senza armi, almeno all’inizio della pandemia, un virus sconosciuto all’umanità e che, grazie alla scienza, ci hanno restituito la nostra libertà e una vita normale e continuano ancora oggi, come allora, a tutelare la nostra salute”. Zuccherini ha anche letto una lettera del consigliere comunale Federico Maria Phellas, che a causa del Covid-19 subì la perdita del padre.

“Lavoro da 40 anni nella sanità pubblica e ho vissuto in prima persona il dramma della pandemia, con parenti, amici e colleghi che se ne sono andati senza neanche poter essere abbracciati e salutati di persona – ha poi affermato Attilio Solinas -. Sono molto soddisfatto di essere arrivato, insieme a Gianluigi Rosi e a Lorenzo Fonda, al termine di questo percorso che ci ha portato, dopo varie vicissitudini burocratiche, al traguardo di vedere questa bellissima opera di fronte al luogo dove lavoro tutti i giorni e lavorerò sino al 2027. Il pensiero di Stefano Brando, amico e collega che perso la vita a causa del virus, ci ha spinto a portare avanti questa iniziativa”.

“E’ immensamente gratificante – ha proseguito il dirigente medico – poter commemorare e ricordare, ma direi anche celebrare visivamente, con una scultura così significativa, non solo coloro che hanno sofferto o sono morti per il Covid, ma anche i tanti operatori sanitari che si sono prodigati per contrastare giorno e notte la pandemia. Ne voglio ricordare una per tutti, la professoressa Antonella Mencacci direttrice della Microbiologia del nostro ospedale, che per mesi e mesi ha organizzato i prelievi e i tamponi che ci hanno consentito di diagnosticare e monitorare il contagio virale. Una persona di una generosità e un’abnegazione straordinarie che continua a operare al Santa Maria della Misericordia e che spero lo farà a lungo”.

“Il titolo della bella scultura di Fonda sintetizza quanto è successo in Umbria, in Italia e nel mondo – ha poi aggiunto Gianluigi Rosi -. L’idea di mantenere vivo il ricordo, l’impegno di un gruppo di medici legati all’Associazione Ippocrate, della precedente e della nuova amministrazione comunale, il sostegno di alcuni sponsor e il genio creativo dello scultore Fonda, tutto questo ha permesso di celebrare nel migliore dei modi una giornata densa della memoria di un triste passato, così come della speranza in un futuro di tutela e di rafforzamento della sanità pubblica”.

Il pittore e scultore Lorenzo Fonda, come da lui stesso sottolineato, ha accettato di buon grado il coinvolgimento nel progetto, ideando e realizzando “La grande ferita 2021”, alta due metri e larga tre, presso la ditta Agel Ferro di Agello, anche in virtù del suo passato professionale di medico di medicina generale. L’opera installata da personale del Cantiere comunale rappresenta, come detto dall’artista, “una grande ferita, una crepa che ci portiamo nel cuore a causa del Covid. Nella parte centrale, il colore rosso che cola rimanda al dolore e alla vita di coloro che oggi non ci sono più e che hanno dato la vita per soccorrere gli ammalati”.

Patrizia Sargentini ha voluto esprimere un ringraziamento anche a nome delle figlie: “Stefano ha lavorato sempre vicino alle famiglie ed è una emozione forte essere oggi qui. Vorrei solo spendere delle parole per il sistema sanitario per cui ha lavorato mio marito con grande dedizione e amore. Vorrei un sistema allineato al sistema Paese che trova le sue forze nelle istituzioni e anche nella società civile. Questo deve assicurare il primo diritto, che è quello alla vita, ed essere coeso, equo, solidale e pronto ad affrontare anche nuove pandemie”.

La sindaca Ferdinandi ha ringraziato “il comitato promotore, gli sponsor, Patrizia Sargentini e anche il Rotary Club, per noi un alleato fondamentale per concretizzare azioni importanti”. “Voglio ringraziare voi che oggi siete qui in tantissimi e che ci consegnate l’immagine di una comunità coesa che non è disposta a dimenticare e, anzi, vuole portare avanti unitamente uno dei compiti più grandi che abbiamo come esseri umani di fronte al dolore: quello della memoria”, ha detto la sindaca. “Vedo qui in prima fila – ha proseguito – anche Andrea Romizi. Non posso neanche immaginare cosa abbia potuto significare essere il primo responsabile della salute dei cittadini e delle cittadine in un momento di impotenza come quello segnato dal Covid. E allora ben venga la memoria, attraverso una statua che ogni giorno sia per noi un monito per fare di questa memoria un esercizio di responsabilità. Perché ciò che aiuta nel dolore e nel trauma è proprio l’esercizio dell’elaborazione e del ricordo. Dimenticare significa tradire tutte le vittime di quel periodo drammatico, così come il personale ospedaliero che ha saputo interpretare la più grande virtù dell’uomo: la cura, il sapersi occupare degli altri. Noi – ha concluso – ci eravamo ripromessi, durante quei mesi difficili, che il Covid ci avrebbe insegnato qualcosa e, prima di tutto, a investire in un sistema sanitario pubblico universale e di prossimità: è proprio ciò che come amministrazione comunale cercheremo di fare”.


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