(UNWEB) Perugia , in occasione del primo festival dell’amministrazione condivisa e dei beni comuni, la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi ha espresso sincera gratitudine a Labsus e a tutti coloro che hanno reso possibile questa iniziativa. “Eventi come questo - ha ricordato - ci invitano a riflettere su ciò che possiamo diventare. Provengo dalla città di Aldo Capitini, un grande pensatore della partecipazione, e sono convinta che sia fondamentale interrogare le nostre democrazie e i nostri sistemi amministrativi, sognando un cambiamento di paradigma”.
Credo che le nostre democrazie e amministrazioni debbano rendere la politica nuovamente accessibile ai cittadini, promuovendo un approccio orizzontale piuttosto che verticale. Ciò richiede una particolare attenzione affinché i cittadini si avvicinino alle istituzioni. Recentemente, abbiamo siglato un accordo tra il Comune di Perugia e l'Università degli Studi di Perugia, mirato a costruire un percorso di partecipazione che vada oltre momenti e strumenti partecipativi, sognando un orizzonte in cui la partecipazione diventi un metodo consolidato di governo.
Il mio mandato come sindaca di Perugia è iniziato con l'intento di offrire una "cura" alla città, un approccio che ho appreso nella mia precedente carriera di psicoanalista. Ho avviato la mia campagna elettorale con un ascolto attivo, visitando tutte le 54 frazioni del comune per raccogliere le voci e i bisogni dei cittadini. Questo metodo ha suscitato un notevole interesse, dimostrando che le risposte più efficaci emergono dalle esperienze vissute e dalla diversità dei territori.
Il programma elettorale che ci ha condotto alla vittoria è stato redatto grazie al contributo di oltre 500 cittadini e si basa su 15 tavoli di partecipazione. Questo programma interpreta i bisogni delle diverse comunità e sottolinea l'importanza di ripristinare la partecipazione come metodo di governo, attraverso l'iniziativa "Vince la partecipazione". La partecipazione restituisce dignità a ciascun territorio, permettendo di cogliere le reali esigenze delle comunità.
La mia esperienza con il PNRR ha dimostrato che le progettualità imposte dall’alto possono risultare inefficaci se non sono guidate dalle necessità dei territori. La partecipazione non solo rivela i bisogni delle comunità, ma valorizza anche le loro potenzialità. Gli enti comunali, spesso soggetti a tagli, sono quelli che impattano direttamente sulla vita dei cittadini, rendendo le associazioni e il terzo settore alleati fondamentali.
Stiamo attualmente sperimentando la coprogettazione e la coprogrammazione, in particolare con il terzo settore, per garantire che le amministrazioni possano progettare in modo più efficace. Oggi, esiste una vasta gamma di strumenti normativi e opportunità politiche che possono aiutarci a superare il ciclo di disillusione, ricucendo il legame tra amministrazione e società civile. Intendiamo creare spazi fisici, le case della partecipazione, poiché credo sia fondamentale ristabilire un contatto umano, affinché la politica diventi carne e sangue, ancorata ai nostri bisogni collettivi.
Desidero che questi spazi attraggano i giovani, spesso scettici nei confronti della politica e dei modelli democratici attuali, per farli sentire parte di una comunità che offre un tocco sociale, potenzialmente curativo. Anche se il percorso è solo all’inizio, sono certa di essere in ottima compagnia e che insieme possiamo costruire un modello di partecipazione per Perugia che sia autentico e benefico per l’amministrazione della città”.