cisl medici umbria convegno sala mercati ospedale perugia 1: "Lo scudo penale non è impunità, ma civiltà giuridica. La graduazione della colpa serve per ridurre la medicina difensiva e quindi meno costi e liste d'attesa più brevi"



Si è concluso con successo il convegno promosso da Cisl Medici Umbria dal titolo "La responsabilità professionale medica: verso la depenalizzazione?" che si è svolto all'Aula Mercati dell'Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia. L'evento, presieduto dal segretario generale Luca Nicola Castiglione, ha rappresentato un passaggio fondamentale di riflessione su un tema cruciale per la tutela sia dei professionisti sia dei cittadini.

I lavori hanno visto la partecipazione di tante figure autorevoli come la segretaria nazionale Cisl Medici Luciana Cois, il segretario confederale della Cisl nazionale Sauro Rossi, il relatore della Legge 24/2017 Amedeo Bianco, il medico legale e risk manager Laura Paglicci Reattelli, il consigliere nazionale della Cisl Medici Giuseppe Giordano, l'avvocato Domenico Francesco Donato della Federazione Cisl Medici nazionale, Vittorio Fineschi professore ordinario di medicina legale all'Università La Sapienza di Roma, Laura Reale sostituta procuratrice presso la Procura della Repubblica di Perugia.

Gli interventi hanno approfondito i concetti di scudo penale e medicina difensiva e hanno fatto il punto sul disegno di legge delega approvato circa un mese fa dal Consiglio dei Ministri che interviene sulla responsabilità professionale sanitaria prevedendo la punibilità solo in caso di colpa grave, tenendo conto di determinate attenuanti. Introdotto nell'aprile del 2022, il decreto sullo scudo penale era stato di volta in volta prorogato. Ora si punta a renderlo strutturale.

"Ogni anno in Italia sono ben 15 mila le denunce a carico di medici che vengono inoltrate da pazienti. Di queste, solo il 3% dei procedimenti giudiziali contro i medici si conclude in una condanna. Tutto questo negli anni ha portato ad un forte aumento della medicina difensiva. Il disegno di legge mira a depenalizzare una serie di reati, ma non si parla di impunità - dichiara il segretario generale regionale della Cisl Medici Umbria, Luca Nicola Castiglione - l'omicidio colposo previsti dagli art. 589 e 590 del codice penale restano assolutamente validi. Lo scudo penale serve soltanto a consentire al giudice una graduazione della colpa in base a tutta una serie di elementi aggiuntivi che consentono di graduare l'eventuale colpa grave del medico. I medici, terrorizzati ormai dalle continue denunce ricevute, tendono a prescrivere una serie di esami aggiuntivi talvolta assolutamente inutili, unicamente per preparare una possibile linea difensiva in caso di denuncia. Con effetti pesantissimi sulle liste d'attesa e sui costi che secondo le stime del governo ammontano in Italia a 11 miliardi l'anno".

Lo scudo penale non è una forma corporativistica di difesa, ma misura necessaria per restituire dignità e serenità alla professione sempre più segnata da tensioni, sospetti e aggressioni, che non rappresenta in alcun modo un alibi all'impunità. Urgente, quindi, la necessità di definire un quadro normativo certo che circoscriva la responsabilità penale dei medici ai soli casi di colpa grave o dolo. Un tema che tocca da vicino non solo la categoria medica, ma l'intero sistema sanitario.

Presente in sala il senatore Amedeo Bianco che ha raccontato come nacque la legge 24/2017: "Fu una legge di iniziativa parlamentare a cavallo dei governi Renzi-Gentiloni. Gli stakeholder della legge erano essenzialmente i cittadini. Colleghi medici, anche bravi, che erano inseguiti dai risarcimenti, inciampati come succede a molti, venivano da me piangendo. 'Come faccio a mangiare e dormire?' mi chiedevano, e parlavamo solo di risarcimenti in sede civile. Sono pentito per un punto debole della legge, cioè non aver inserito la retroattività per le azioni risarcitorie della Corte dei Conti. Auspico che ci siano persone e responsabilità che nel prossimo futuro vogliano migliorare questa legge con la stessa tenacia che ci abbiamo messo noi".

La sostituta procuratrice in servizio presso la Procura di Perugia Laura Reale è intervenuta spiegando i riflessi dal punto di vista penalistico della responsabilità medica: "Dal più probabile che non, all'oltre ogni ragionevole dubbio". Mentre Giuseppe Giordano, consigliere Cisl Medici nazionale, ha ricordato che "lo Stato italiano e la Costituzione ci chiedono di assolvere un diritto fondamentale, quello alla salute. Ma il nostro lavoro investe anche il diritto all'autodeterminazione e alla pace. Dobbiamo avere consapevolezza del nostro ruolo, non possiamo giocare solo in difesa. Abbiamo la responsabilità di tutelare il diritto alla salute, questo comporta ovviamente degli obblighi e dei doveri. Già rispondiamo in caso di dolo o colpa grave in sede civile. In alcuni paesi basta la copertura assicurativa, per risarcire il danno senza parlare di colpa".

Per la segretaria nazionale Cisl Medici Luciana Cois: "La depenalizzazione è un atto di civiltà, le condanne sono pochissime in confronto alle denunce. Il medico non può vivere in condizione di malessere lavorativo, stress per le minacce e il rischio di aggressioni che causano problemi quotidiani nel rapportarsi con i pazienti". 

I punti principali emersi dal convegno organizzato dalla Cisl Medici Umbria a Perugia


Lo scudo penale non è impunità, ma graduazione della colpa

Lo scudo penale non è uno strumento nato con la volontà di garantire impunità ai medici dalle cause intentate dai pazienti. E' uno strumento che impone al giudice, in occasione dell'accertamento della colpa e anche della sua gradualità, di tenere conto di una serie di circostanze come per esempio la scarsità delle risorse umane e di materiali, le carenze organizzative che sono tipiche purtroppo delle strutture pubbliche e quindi non sono evitabili da parte del professionista perché non dipendono da lui, la mancanza o la limitatezza di conoscenze scientifiche disponibili, la complessità della patologia che si deve affrontare, la concreta disponibilità di terapie adeguate e soprattutto delle situazioni di urgenza ed emergenza. Tutti elementi che vanno a caratterizzare il grado della colpa. È indispensabile che i professionisti della salute possano lavorare con tranquillità, certi che il giudizio sulle loro azioni terrà conto esclusivamente di colpa grave o dolo. Non parliamo di privilegi, ma di un principio di giustizia che ha come obiettivo ultimo la tutela dei pazienti. Un medico sereno è un medico in grado di offrire cure migliori.

I professionisti restano punibili, ma serve una legge chiara

In realtà lo scudo penale esiste già, è stato introdotto con una misura dell'aprile del 2022 ed è stato successivamente prorogato con decreti, di cui l'ultimo scadrà il 31 dicembre 2025. Ma si tratta di una tutela temporanea, non strutturale. L'auspicio è che il percorso legislativo per la legge delega che impegni il Governo a riscrivere le norme che disciplinano le professioni sanitarie e la responsabilità professionale possa procedere rapidamente, chiarendo eventuali zone grigie che rischierebbero di generare interpretazioni contraddittorie.

Vantaggi per la collettività: sconfiggere la medicina difensiva

Qual è il grande vantaggio per la collettività e quindi l'obiettivo che questa legge si pone? Limitare il fenomeno della medicina difensiva che è praticata dai medici per proteggersi da facili denunce. Spesso molti medici sono indotti a prescrivere esami costosi, inutili, addirittura con gravi effetti negativi sulle liste di attesa, sia per gli interventi chirurgici che per gli esami diagnostici. Si calcola che solo in Italia la medicina difensiva costi 11 miliardi l'anno, quindi il bene comune che questa norma persegue come obiettivo non è quello di garantire l'impunità dei medici che resteranno comunque assolutamente punibili, ma serve soprattutto a garantire, limitando la medicina difensiva, questi costosissimi fenomeni che poi impattano enormemente anche sulle liste di attesa.

La spada di Damocle delle denunce, molto spesso strumentali

In Italia vengono presentate oltre 15 mila denunce all'anno, ma solo il 3% dei procedimenti giudiziali contro i medici si conclude in una condanna. Questo indica che molte di queste denunce sono spesso del tutto strumentali. Denunce che mettono in grande difficoltà professionale, giuridica, economica e soprattutto psicologica la maggior parte della classe medica, in particolar modo ginecologi, cardiochirurghi, chirurghi generali e ortopedici che sono in assoluto i più bersagliati.

Conclusioni: lo scudo penale riduce costi e liste d'attesa

In sintesi, la legge sullo scudo penale non è una norma per garantire un'impunità che non esiste proprio in termini giuridici. Ma serve per garantire la gradualità eventuale della colpa e soprattutto impedire la medicina difensiva, fatta unicamente per tutelarsi da possibili azioni giudiziarie, traducendo il tutto con un beneficio per il bene comune e per la collettività, sia con la riduzione dei costi che con la riduzione delle liste d'attesa.


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