manifestazionecinese2(ASI) PERUGIA - Lo scorso 13 marzo, la vile aggressione in pieno centro storico da parte di un gruppetto di bulli, ancora da identificare, ai danni di due studenti cinesi, a quanto pare persino apostrofati da insulti discriminatori. Oggi, a due settimane di distanza, la comunità cinese del capoluogo umbro ha deciso di ritrovarsi pacificamente nel primo pomeriggio in Piazza IV Novembre per sfilare lungo le vie della città, raggiungendo dapprima la sede dell'Università per Stranieri in Piazza Fortebraccio, attraverso Via Bartolo, per poi risalire sino a Piazza Cavallotti da Via Cesare Battisti.


Il nome di Perugia campeggiava ben visibile sullo striscione preparato ed esposto in cima al corteo dagli studenti cinesi, circondato da parole più piccole ma importanti quali "pace", "integrazione", "sicurezza" e "no alla violenza", come ribadito dai ragazzi del Laboratorio teatrale interculturale Human Beings, presenti alla manifestazione. Numerosi anche i cartoncini preparati dai giovani cinesi che ripetevano in pratica gli stessi concetti. «In questi anni ci sono state incomprensioni ma siamo qui per cercare di dare voce alla nostra comunità e migliorare la situazione», ha detto ai microfoni della stampa locale Angelo Chen, il ragazzo, residente a Perugia da molti anni, che ha organizzato ed animato la manifestazione.
Da parte cinese, dunque, nessun vittimismo né la benché minima volontà di farsi strumentalizzare dalla politica, quella stessa politica che se da un lato, a volte, soffia sul fuoco del malcontento sociale, alimentando pericolosi sentimenti sciovinisti, dall'altro lato sembra incapace di distinguere tra un'immigrazione qualificata, come quella in buona parte incarnata dalla comunità cinese e da altre comunità asiatiche, ed una incontrollata e squalificante, che resta tra i principali fattori - assieme a disagio giovanile, droga e alcolismo - di quel degrado che colpisce Perugia, così come tante altre città italiane.
Uno dei cartelli realizzati dai ragazzi cinesi recitava "Sicurezza Urbana", una locuzione-chiave per capire l'importanza del messaggio arrivato dalla piazza, un messaggio su cui le istituzioni locali, l'Università per Stranieri e la cittadinanza dovrebbero cominciare a riflettere seriamente per lavorare insieme al fine di migliorare i parametri di vivibilità e tornare a fare di Perugia «un posto sicuro», come auspicato dagli organizzatori della manifestazione. La storica attività dei due atenei perugini ed il loro sempre più decisivo ruolo nel processo di promozione e di internazionalizzazione della città verso il resto del mondo e la Cina in particolare, sono elementi cui non è possibile rinunciare.

Andrea Fais - Agenzia Stampa Italia

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