convegno discriminazione di genereSe ne è parlato in Provincia. Bracco, “Rendere visibili stipendi base e accessori per contrastare disparità”


(UMWEB) – Perugia, – “La discriminazione di genere”, soprattutto nei luoghi di lavoro che si traduce spesso anche con gap salariale, e quali sono le norme vigenti per combatterla. Se ne è parlato in Provincia di Perugia nell’ambito di un incontro di studio e dibattito organizzato da Agi sezione Umbria (Avvocati Giuslavoristi Italiani), SSM (Scuola Superiore della Magistratura) formazione territoriale di Perugia e Consulenti del lavoro Consiglio provinciale dell’ordine di Perugia. La giornata scelta per affrontare questa importante, quanto mai attuale, tematica è stato l’8 marzo.
Nella sala consiliare dell’Ente si sono confrontati sull’argomento avvocati, consulenti del lavoro e consigliere di parità sia della Regione che della Provincia rispettivamente Monica Paparelli e Gemma Paola Bracco.
Hanno aperto i lavori Stefano Ansideri, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro Perugia e l’avvocato Fabrizio Domenico Mastrangeli, Presidente Agi Umbria.
“Nonostante le Province abbiano subito una riforma con conseguente ridimensionamento, il legislatore ha voluto mantenere la funziona fondamentale delle Pari opportunità – ha detto in apertura la consigliera provinciale Erika Borghesi – a dimostrazione dell’importanza della materia. La parità di genere è un principio giuridico, sia a livello europeo che italiano, con l’articolo 3 della Costituzione. Questa è stata solo la prima tappa di un lungo e faticoso cammino che ha visto nei settant’anni conquiste che hanno fatto le donne. Tuttavia le discriminazioni di genere sono ancora presenti, e per far sì che la parità di genere diventi effettiva non bisogna stancarci di formare, informare e promuovere la cultura della parità e il contrasto degli stereotipi. Le differenze di genere si confermano anche dal punto di vista retributivo – ha continuato Borghesi – e spesso le donne sono più penalizzate nel lavoro soprattutto se hanno figli. I dati ne sono una conferma poiché ci dicono che 25 mila donne sono state costrette ad abbandonare il posto di lavoro dopo la nascita del figlio”.
Concetto questo ripreso dalla consigliera di Parità della Provincia Gemma Paola Bracco che ha parlato di differenza salariale rimarcando il salario accessorio, che “purtroppo spesso alle donne non viene dato perché le mansioni che esse svolgono extralavorativamente di cura e protezione dei figli e di persone eventualmente presenti nel nucleo familiare non autosufficienti determinano nel genere femminile l’impossibilità di essere presenti al lavoro. L’esempio più evidente in questo ambito è la possibilità di accedere ai congedi parentali cui i padri ricorrono in maniera molto ridotta. La discriminazione salariale in Italia – ha proseguito la consigliera provinciale - è presente in misura diversa in base al tipo di attività e scolarizzazione: con una scolarizzazione medio bassa siamo intorno al 5%, in quella medio alta circa al 35%, un divario rilevante per il quale l’UE ha ripreso l’Italia al riguardo. In Italia il codice di Pari Opportunità prevede che per le aziende con oltre 100 dipendenti sono tenute a redigere un rapporto biennale sulla situazione del personale maschile e femminile in relazione allo stato di assunzione, retribuzione, formazione professionale, dei passaggi di categoria ed altri fenomeni di mobilità ed altre voci che ogni anno deve essere sottoposto al vaglio e parere della Consigliera regionale di parità e da questo si potrà evincere e verificare se vi siano o meno differenze vistose di retribuzione. La soluzione – ha concluso Bracco - sarebbe rendere visibili i salari sia base che accessori e questo permettere di verificare eventuali differenze ed intervenire se nel caso vi fossero”.
Hanno dato il contributo alla giornata di formazione anche Alessandra Angeleri, presidente della Sezione Lavoro della Corte di Appello di Perugia, Carlotta Consani giudice del lavoro presso il Tribunale di Firenze che ha parlato de “I licenziamenti discriminatori”, Monica Paparelli, consigliera di Parità della Regione Umbria che ha spiegato “Il ruolo della Consigliera regionale di parità nella discriminazione di genere” e Cristina Zinci, avvocata e consigliera COA Perugia che ha esposto “Il ruolo della donna nell’avvocatura”.


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