(UMWEB) Gubbio. E’ con il caldo pomeriggio di domenica 27 maggio 2018 appena trascorso che si è svolto e concluso il Palio della Balestra edizione 2018, a Gubbio in Piazza Grande. Quest’anno la Società dei Balestrieri di Gubbio ha voluto dedicare la presente edizione del Palio della Balestra alla memoria di Ferdinando Rosset, che venuto a suo tempo a Gubbio se ne innamorò ed avviò una grande amicizia col gruppo dei balistari eugubini. Alla sua prematura scomparsa donò una collezione di sei balestre storiche alla Società, oggi esposte nel cittadino Palazzo del Bargello.
A vincere la edizione quest’anno è stata la città amica-rivale ed ospite di Sansepolcro, che si è aggiudicata il primo, secondo e terzo posto. Al primo posto si è classificato Gianluca Baldi, già vincitore nel 2016 e secondo lo scorso anno; il secondo posto è andato a al biturgense Luciano Giovagnini ed il terzo a Riccardo Bonauguri della medesima compagnia di balestrieri. Si può ben dire che per questa edizione, la città rivale abbia sconfitto quella eugubina.
Sul podio a consegnare il riconoscimento della vittoria i Sindaci delle due città: il prof. Filippo Mario Stirati per Gubbio e Mauro Cornioli per la urbe toscana. Sua eccellenza il Vescovo di Gubbio aveva a suo tempo aperto la manifestazione con la benedizione in onore di Sant’Ubaldo amato patrono di Gubbio.
La realizzazione del bel Palio di quest’anno, che rappresenta i due “tiratori” di Gubbio e Sansepolcro affiancati e nell’atto di tirare con la antica arma, è stato affidato ad Ivana Olimpia Belloni, disegnatrice e pittrice legnanese. Si tratta di una professionista del mondo dell’arte, che ha iniziato la sua carriera sotto il pastellista milanese Aldo Fornoni, si è specializzata in arte parietale dell’Ottocento e nelle perizie artistiche di stessa epoca. E’ tra l’altro fondatrice della Associazione Spazio delle Arti di Busto Arsizio ed ha avuto esperienze nel settore della ceramica artistica con Galli a Deruta e con al Fondazione Galli di Milano.
Tra i vincitori morali di estetica e bellezza, del Palio 2018 restano invece e simbolicamente gli sbandieratori di Gubbio, che hanno dato prova della loro straordinaria maestria famosa in tutto il mondo. Ora al loro 49° compleanno. La loro esibizione resta magistrale e straordinaria. E’ noto come la Compagnia Sbandieratori di Gubbio abbia portato il nome di Gubbio nel mondo. I colori delle bandiere, l’altezza a cui sono lanciate in aria, la precisione, esattezza, agilità hanno veramente affascinato.
Il pubblico, di buona consistenza come numero ed attenzione non è stato scevro della presenza di molti bambini, che hanno osservato entusiasti tutta la manifestazione, che è stata ricchissima di rulli di tamburi, di suoni di chiarine, di sgargianti colori dei figuranti e belle dame, ma soprattutto degli splendidi costumi biturgensi che richiamano la loro tradizione rinascimentale immortalata da Piero della Francesca e di quelli eugubini, più stilizzati e di sapore medievale. Quel Medioevo rivisitato a suo tempo anche dal ceramista Aldo Ajò, per intenderci. Una manifestazione tutt’altro che lenta, scandita da ottimi tempi e da una straordinaria scenografia offerta da Piazza Grande e il suo Palazzo. Il tutto per un tuffo sintetico e coinvolgente nel passato e nella nostra storia.
“Tramandaronci li nostri padri l’antico Palio” della “balestra antica all’italiana” afferma il Presidente della Società eugubina Marcello Cerbella nello scritto di benvenuto a Sansepolcro e a tutti i turisti che hanno voluto assistere, spiegando, nel medesimo dépliant, come la balestra sia costituita da un arco metallico fissato alla sommità di un fusto ligneo chiamato “teniere”. Su di esso è inserito un meccanismo di sgancio con “noce” in ottone la quale, una volta caricata, trattiene una corda liberata dal tiratore attraverso una asta metallica rigida, sottoposta alla fusto di legno, chiamata “scatto” ed azionata appunto dal balestriere. Da qui parte la “veretta” che dovrà centrare il “tasso” o “corniolo”.
Complimenti dunque ad organizzatori ed ai vincitori di Sansepolcro.
Giuseppe Marino Nardelli – Agenzia Stampa Italia