teatropg1(UNWEB) Perugia. Va in scena sabato 22 febbraio, ore 21,15,  domenica 23 febbraio alle 17,15 all'auditorium di San Barnaba, sotto la Chiesa di San Barnaba in via Cortonese , 'Il nonno si sposa' di Giorgio Alberati, commedia di successo in due atti in dialetto perugino dai temi attuali, ambientata ai nostri giorni.
La vicenda ruota attorno alla figura di nonno Filippo (il protagonista, interpretato dallo stesso autore-regista Giorgio Alberati, vero 'fuoriclasse', attore di prim'ordine,  in gran forma come sempre), vecchietto trascurato, e perciò apparentemente 'terribile', dispettoso e brontolone (ma sotto sotto dal cuore d'oro); e della sua famigliola tanto strampalata quanto distratta e superficiale (ma in fondo, come lui, assai bonacciona), interpretata, in ordine di apparizione, dagli attori Carmela Neri (Gesuina, spigliata cameriera 'cantanapoli', tutta cuore, sole, amore e sfogliatelle); Cesarina Passeri (Alfonsina, nuora avida e intrigante, calcolatrice e pretenziosa, ma anche buffa, divertente e svaporata nel ruolo di  'malata immaginaria'); Raffaele Borgia (Ubaldo, marito-vittima di Alfonsina, gentiluomo non molto sveglio, buono, paziente e mansueto, ma solo apparentemente 'tutto casa e chiesa', che il padre Filippo non a caso definisce 'nocione', 'turzlo', 'torzone'); Daniela Panzolini (simpatica nipotina ficcanaso, studentessa universitaria ben poco studiosa, e ossessivamente supertecnologica); Luca Petrilli (Francesco Maria, giovane nipote furbetto e sornione, amante della bella vita, delle partite di calcio, delle avventure e delle discoteche, scioperato, allegro e divertente); Roberto Panzolini  (Romoletto, 'lugubre' - e quindi comicissimo -impresario di pompe funebri, o meglio esilarante 'beccamorto',  per dirlo alla perugina).
Con questo notissimo e premiatissimo cavallo di battaglia, l'autore-attore e regista Giorgio Alberati torna ancora una volta in palcoscenico dopo (e per festeggiare) una intera vita, ovvero ben 70 anni!, di teatro. Gli è accanto la collaudatissima 'Compagnia degli Svitati', in realtà un gruppo di attori alberatiani 'storici' anche, e da tempo, tra loro amici, compagni di molti spettacoli, riunitisi insieme per celebrare, in una sorta di festa collettiva, l'amatissimo regista, e per divertire il vecchio e nuovo pubblico, fatto come sempre, accanto agli 'aficionados' che resistono negli anni, anche di molti giovani. E gli ingredienti per il successo, che già alle prime repliche è travolgente, non mancano: una proverbiale, spontanea comicità; situazioni e personaggi presi dalla vita quotidiana, in cui tutti possono riconoscersi; gag e battute a raffica, che fanno ridere e al tempo stesso riflettere sul complesso e spesso incompreso mondo degli anziani; i ragazzi spesso vittime dell'indifferenza degli adulti; la crisi della famiglia, dei sentimenti e dei valori; e la necessità di una nuova etica, e un rinnovato rispetto e dialogo tra generazioni. 
Il tutto, 'ça va sans dire', in chiave scanzonata, divertente, ironica, talvolta anche fantastica, surreale e paradossale, nel più puro stile vernacolare e popolare.
Rivedere una commedia di Giorgio Alberati sarà anche un modo per rievocare i vecchi teatrini del centro storico perugino - come lo Zenith, dove Alberati operava, o la deliziosa Turrenetta di Artemio Giovagnoni & C.  - specializzati nel repertorio dialettale che declinavano, in ogni periodo dell'anno, in vere e proprie 'stagioni' di prosa dai cartelloni ricchissimi, di tutto rispetto, con infiniti titoli, per tutti i gusti: veri e propri 'focolari' moderni quelle sale;  capaci, con semplicità e grazia tutte umbre e francescane, di attirare e incantare chiunque, regalando in due ore di spettacolo scacciapensieri il bene prezioso (e ormai quasi introvabile) della spensieratezza, il calore della vita, una sorprendente e preziosa umanità. 
Polverosi palcoscenici di legno, tavole più e più volte calpestate e consunte da mille attori e mille personaggi, attorno cui ci si raccoglieva alla ricerca delle radici, dei ricordi di idiomi antichi, del 'genius loci' linguistico ed etnico, attraverso la più genuina tradizione drammaturgia vernacolare. 
Teatrini raccolti, graziosamente 'vintage' già allora; sale immense, oppure piccole e senza pretese, incastonate in qualche antico e petroso angolo dell'acropoli medievale; luoghi d'atmosfera, caldi e accoglienti, con annessi piccoli bar per caffè, salatini e quattro chiacchiere in compagnia; spazi magici, poetici, purtroppo da tempo - come i molti grandi registi, autori e attori del centro storico che a lungo vi hanno operato - uno dopo l'altro, ormai scomparsi, trasformati, o in disuso. 
Che non sarebbe sbagliato, invece, ritrovare, e recuperare, visto che, se il teatro è specchio della vita, per darle senso a volte nel teatro, come accadeva nella saggia Grecia dove tutto cominciò,  occorre specchiarsi, e capire, e riconoscersi umani.
Ma dei piccoli grandi teatrini perugini, seppur fisicamente spariti, o irriconoscibili, chiusi e abbandonati, resta il ricordo indelebile, la gratitudine, di quanto noi tutti a Perugia, più e più volte, in essi ci siamo divertiti; delle risate, del clima di generale buonumore, delle emozioni sane e genuine che ci hanno dato; dell'indimenticabile, e immortale, vitalità di spettacoli e di titoli spesso di gran valore, e ingiustamente sottovalutati, a cui il dialetto non toglieva, ma aggiungeva anzi qualcosa in più: testi bellissimi, complessi, articolati; intrecci  etrovate geniali, originali; oppure adattamenti di grandi autori nazionali e internazionali antichi e moderni, rivisitati in vernacolo, sempre amatissimi dal pubblico di ogni età, affezionato ancora a personaggi dalla comicità travolgente e irraggiungibile, agli attori che li rappresentavano, e che hanno scritto, quasi senza saperlo, dedicando generosamente spesso l'intera vita al teatro, un pezzo non secondario della storia drammaturgica della città, e la storia della città stessa, 'tout court'.
Giorgio Alberati è uno di questi: e andare al San Barnaba sabato e domenica sarà un'occasione per riconnettersi, magicamente, con questo mondo meraviglioso che, anche grazie al gradito ritorno de ' Il nonno si sposa', è  sempre giovane, e continua ancora a divertire e far sognare.
 
Marion De Rossi

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