Mostra Narni(UNWEB) Narni. Nell’ultima edizione del Festival della Sociologia di Narni si è consolidata l’intima relazione fra scienze sociali e arte contemporanea.

Che è stata presente, e lo sarà fino al 15 ottobre, con un’esposizione di opere sul tema ‘Oltre i naufragi’, all’interno del complesso monumentale di San Domenico.

Curatrice della mostra è Mariacristina Angeli, che si è avvalsa della direzione artistica di Mauro Pulcinella e della collaborazione di Ugo Antinori.

L’artista e scrittore Roberto Rapaccini sottolinea che “l’evento rende evidenti i legami fra sociologia e arte. Che, con la capacità di ridurre la complessità delle contingenze del presente alla sintesi unitaria ed ermetica di un pensiero complesso, esibisce il suo tratto sociologico. In maniera simmetricamente analoga la sociologia, nell’intento di esplorare e di dare ordine logico e analitico alla realtà, si avvale dell’astrazione sistematica che impiega l’arte per attingere valori dalla coscienza collettiva comune. Nella mostra ‘Oltre i naufragi’ la difficile coesistenza fra le installazioni e i tradizionali ‘quadri’ è felicemente risolta attraverso la creazione di atmosfere mediante ambienti nei quali confluiscono energie che descrivono suggestive esperienze esistenziali. In alcuni casi - dice Rapaccini - si celebra la solitudine della presenza di un’assenza; in altri il tentativo di dare ordine ad un flusso di fotogrammi nei quali si perde l’unicità degli istanti. Lo sguardo ha anche la possibilità di indugiare sui tratti malinconici del dinamismo perverso e inconsistente di un paesaggio marino nel quale si consumano drammatici naufragi. C’è pure la memoria di anni felici di cui restano tracce attraverso forme geometricamente ridotte a un inquieto schema minimale; o l’allusione alla vitalità tragicamente pietrificata di una donna araba. C’è il lutto che affonda l’esistenza nel mistero del tempo, mentre appare la metafora teneramente drammatica di un cuore trafitto dalle api. Per citare solo alcuni momenti di un viaggio all’interno della mostra, unica nella sua suggestiva bellezza e tutta da scolpire nel cuore e nella memoria, che inizia e si perde nell’infinito”.


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