Il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) annuncia la presentazione di una mozione da discutere in Aula per invitare la Giunta regionale “a realizzare, con urgenza, considerando l'importanza dell'infrastruttura viaria, un atto tecnico ricognitivo sulla reale situazione della galleria 'La Franca', in termini di rispondenza fra il progetto esecutivo e lo stato delle opere realizzate”. Ricci, in sostanza, chiede di sapere se manca realmente il cemento e che cosa ci sarebbe nei vuoti ipotizzati sopra la volta della galleria.
(ASI) Perugia, - “Da notizie a mezzo stampa e televisive emergono ipotesi di discrasie, tecnico-realizzative, in merito alla galleria 'La Franca' (lunga 1 Km, afferente alla direttrice Foligno-Civitanova, con appalto a gestione Anas SpA) che presenterebbe tratti della volta ('spalle') realizzati con 'spessore di cemento di 10 cm anziché 40, nonché 'spazi vuoti', sopra la volta, che, invece, andavano riempiti con materiali sintetici tipo polistirolo. Tali eventuali anomalie, se riscontrate, abbasserebbero i livelli di sicurezza stradale peraltro in una zona geologica, fra l'Umbria e le Marche, ad evidente rischio sismico". Il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) annuncia in proposito una mozione da discutere in Assemblea legislativa, con l'obiettivo di invitare la Giunta regionale “a realizzare, con urgenza, considerando l'importanza dell'infrastruttura viaria, un atto tecnico ricognitivo, da inoltrare alla Seconda Commissione consiliare, informandone successivamente l'Assemblea, sulla reale situazione della galleria 'La Franca', in termini di rispondenza fra il progetto esecutivo e lo stato delle opere realizzate (collezionando le informazioni acquisibili della Regione)”.
Per Ricci, in particolare, “occorre raccogliere informazioni possibili su quali materiali vi siano nei vuoti sopra la volta in cemento della galleria e se gli stessi materiali rientrano fra quelli ammessi dal progetto o sono classificabili come rifiuti e di quale tipo. Qualora siano riscontrate anomalie realizzative, difformità dal progetto – conclude -, occorre promuovere tutte le attività, legislativamente possibili e di competenza della Regione Umbria, al fine di concorrere alla tutela della pubblica incolumità”.