IMG 3236Monsignor Sorrentino: “Siamo amministratori del Creato e non predatori”

(UNWEB) ASSISI – “C’è urgenza che il Dio - pastore torni a dettarci le regole più elementari della fraternità, ricordandoci che siamo amministratori dei suoi beni, e non possiamo esserne predatori”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino durante l'omelia, in occasione della celebrazione eucaristica per la solennità di San Rufino da lui presieduta lunedì mattina 12 agosto nella cattedrale di Assisi. Presenti le autorità civili e militari, il clero diocesano e tanti pellegrini che hanno voluto rendere omaggio al patrono della città e della diocesi. Nell'omelia monsignor Sorrentino, dopo avere parlato della catastrofe ecologica, della famiglia naturale messa a dura prova e della “crisi bellica universale verso le quali stiamo andando”, ha sottolineato che “l’economia del nostro mondo è malata, al punto che papa Francesco ha sentito il bisogno di una convocazione il prossimo anno qui ad Assisi per fare il punto su questo complesso e drammatico scenario. Il tema del Dio pastore, nella Scrittura, scivola dall’altezza di Dio alla nostra responsabilità, a tutti i livelli. Se infatti qui si parla del pastore nell’ambito della Chiesa e del cammino di fede, è facile fare di questo un’applicazione a tutti gli ambiti della vita, in cui la logica del buon pastore è ugualmente necessaria”. Il primo riferimento il vescovo lo ha fatto nei confronti nella vita di famiglia. “Genitori che abdichino alla loro responsabilità educativa, con l’esempio e la parola, tradiscono la loro missione”, poi “insegnanti, educatori, operatori sociali, ricercatori, imprenditori, sindacalisti, medici, giudici, che non si mettano in questa logica di servizio, diventano ugualmente responsabili di una società inquieta e malata”. Non poteva poi mancare un passaggio riferito alla politica che “ha per sua natura il compito di provvedere al bene comune, con leggi improntate a saggezza e incardinate sull’etica, con un servizio imparziale e disinteressato, con una dialettica mai inacerbita e sprezzante, capace di mettere insieme le diversità in una composizione il più possibile armonica e pacifica, dentro il rispetto di una legalità formale e sostanziale? La nostra Italia – ha sottolineato monsignor Sorrentino - si ritrova ancora una volta in questi giorni a un passaggio decisivo, in cui la fatica di comporre persino un governo, chiama tutti a un ritrovato senso di responsabilità partecipativa. Anche in questo il tema del buon pastore ha qualcosa da dire”. Collegandosi poi a quanto detto dal cardinale Giovanni Angelo Becciu, prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi in occasione della celebrazione eucaristica di domenica 11 agosto per la solennità di Santa Chiara, monsignor Sorrentino ha precisato che “stiamo vivendo anche all’interno della Chiesa una congiuntura difficile. Venti di disunione, di confusione, spirano anche a livello della Chiesa universale, fino ad investire, ingenerosamente e ingiustamente, il vicario di Cristo. Faccio mio quanto ieri ci veniva detto dal cardinale Becciu a Santa Chiara: all’offensiva del male e della confusione, bisogna rispondere con una controffensiva del bene, della comunione, e della santità. Vada a papa Francesco, qui ad Assisi doppiamente caro, il nostro abbraccio filiale. E il nostro patrono san Rufino ottenga ancora una volta alla nostra comunità ecclesiale e civile quella benedizione originaria che, segnata dal suo sangue, ne ha fatto nei secoli una “città sul monte” a cui guarda il mondo”.


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