(ASI) “Ringrazio la viceministra Bellanova ma è evidente che ripresentiamo interrogazioni al governo perché non siamo soddisfatti rispetto alla situazione dell'Umbria.
Non capiamo, infatti, il motivo per cui si decide di investire sulla centrale di Montalto di Castro, che era stata dismessa, quando c'è il sito di Pietrafitta che è perfettamente funzionante. Di più, gli impianti di Santa Barbara e Pietrafitta sono praticamente simili ma uno lavora a pieno regime e quello umbro, invece, no e dalla risposta che mi è stata, i motivi alla base di queste decisioni non sono ancora chiari. A questo punto, posso solo immaginare che si tratti di una questione politica ovvero che la nostra Regione non sta facendo nulla per difendere le proprie centrali”. Così Adriana Galgano, deputata di Civici e Innovatori, ha risposto alla viceministra Bellanova discutendo, in commissione Attività produttive, la sua interrogazione sulla centrale di Pietrafitta e sulla scelte di Enel di investire su Montalto di Castro, per riattivare otto gruppi a "ciclo aperto" entro il 2017, e di far funzionare quasi costantemente l'impianto toscano di Santa Barbara del tutto simile a quello umbro. Nella sua risposta, la viceministra ha parlato di generiche ragioni economiche e di mercato che sarebbero alla base delle decisioni di Enel rispetto alle centrali da dismettere in tutto o in parte.
“Faccio presente – ha detto ancora Galgano - che l'altra centrale umbra, quella di Bastardo, avrebbe dovuto essere chiusa a fine anno e per ragioni di sicurezza nazionale, non lo è stata. Questo ha portato i sindaci della zona a riconsiderare le loro posizioni sull'impianto. In particolare, il consiglio comunale di Bastardo, comune guidato da un sindaco Pd, ha approvato una mozione all'unanimità nella quale si condivide l'obiettivo di fare il massimo per mantenere attiva la centrale. E' evidente come in un territorio – ha sottolineato la deputata - di cui si ha cuore il futuro economico, non si può sostituire una centrale elettrica con un progetto di speculazione immobiliare, come quello che si ipotizzava per il sito di Bastardo, in cui erano previsti addirittura immobili per ospitare anche il Comune”.
“A questo punto, è urgente capire cosa fare per tutelare in modo più utile gli interessi dell'Umbria che, ricordo – ha proseguito Galgano - ha la maglia nera per la decrescita di Pil, fa peggio solo il Molise. E se andiamo a vedere le decisioni che riguardano le centrali, quelle sulle vertenze aziendali, vedi la Perugina, la ex Novelli e la ex Merloni solo per ricordare le tre più note, e lo stato in cui versano le infrastrutture, con il Mit che pochi giorni fa ha risposto ad una mia interrogazione che gli investimenti previsti dal 2001 per il Nodo di Perugia non saranno fatti, è facile capire il perché”.