BoriIl capogruppo regionale del PD, Tommaso Bori, sottolinea il rilievo della firma del Patto per la Salute tra Governo e Regioni: “confermato il finanziamento di 3,5 miliardi per il 2020 del fondo sanitario nazionale, previsti 2miliardi in più per gli investimenti nel 20120 e 1,5 nel 2021 e, finalmente, via libera all'aumento delle assunzioni di personale, abolizione del super ticket”. Bori rileva poi la necessità di aumentare il numero borse di specializzazione per sopperire alla carenza di personale medico.

(UNWEB) Perugia,   “La firma del Patto per la Salute tra Governo e Regioni segna una giornata storica per la sanità pubblica, che chiude con la stagione dei tagli e inizia una fase nuova”. Così il capogruppo regionale del PD, Tommaso Bori che sottolinea i risultati “positivi” dell’accordo: “viene confermato il finanziamento di 3,5 miliardi per il 2020 del fondo sanitario nazionale, previsti 2miliardi in più per gli investimenti nel 2020 e 1,5 nel 2021 e, finalmente, via libera all'aumento delle assunzioni di personale la cui carenza stava mettendo in crisi i servizi anche in Umbria”.

Bori valuta inoltre positivamente l’abolizione del “superticket” per i pazienti con un reddito fino a 100 mila euro che non pagheranno più l’aggiunta di 10 euro sulla ricetta medica per visite specialistiche, esami diagnostici e di laboratorio: “questo – spiega - abbatterà i costi delle prestazioni pubbliche, evitando uno spostamento verso il più concorrenziale mercato privato”.

“Operatori sanitari ed amministrativi, presidì medici e farmaci, strumenti tecnologici e strutture adeguate – aggiunge il consigliere Bori - sono tutti elementi necessari per un sistema sanitario regionale efficiente e di qualità. Ognuno di questi ambiti merita pari attenzione, ma spesso a popolare le prime pagine è la carenza dei medici e, rispetto a ciò, il problema non è la mancanza di professionisti abilitati, ma il numero insufficiente di borse di specializzazione. Ciò costituisce un imbuto formativo a danno sia dei giovani medici, che non trovano uno sbocco dopo il percorso di studi, che dei pazienti e del sistema sanitario, che non trovano risposte alle domande di salute”.

Il capogruppo del PD ritiene infine che nei confronti di questo problema la Regione “deve fare la sua parte, senza cercare scorciatoie alternative: occorre cioè finanziare le borse di specializzazione regionali e il corso di formazione specifico di medicina generale evitando che i camici bianchi formati in Umbria vadano all'estero o fuori regione”.


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