109715284 2755861921317495 7995261142546995047 oL’Aula di Palazzo Cesaroni, con 11 voti favorevoli (Lega, FdI, FI), 7 contrari (Pd, M5S, Patto civico) e 1 astenuto (Vincenzo Bianconi-misto) si è espressa positivamente su una mozione dei consiglieri della Lega, Stefano Pastorelli e Paola Fioroni che impegna la Giunta regionale ad “intraprendere un percorso virtuoso per rafforzare e valorizzare la ‘Fondazione Umbria Jazz’, che consenta di far fronte alle difficoltà economiche ereditate dalla gestione intercorsa nella precedente legislatura”. Votato all'uninimità emendamento bipartisan scaturito da una proposta del consigliere De Luca.

(UNWEB) Perugia,  – L’Aula di Palazzo Cesaroni, con 11 voti favorevoli (Lega, FdI, FI), 7 contrari (Pd, M5S, Patto civico) e 1 astenuto (Vincenzo Bianconi-misto) si è espressa positivamente su una mozione dei consiglieri della Lega, Stefano Pastorelli e Paola Fioroni che impegna la Giunta regionale ad “intraprendere un percorso virtuoso per rafforzare e valorizzare la ‘Fondazione Umbria Jazz’, che consenta di far fronte alle difficoltà economiche ereditate dalla gestione intercorsa nella precedente legislatura”.

L’atto è stato approvato con l’integrazione di un emendamento bipartisan approvato dall’Aula con 18 voti favorevoli e 1 astenuto (Andrea Fora-Patto civico) che mira ad “intraprendere un percorso con la Direzione artistica volto a sostenere performance itineranti e diffuse sul territorio regionale, in sinergia con i Comuni, con l’obiettivo di moltiplicare, in tutta l’Umbria ricadute positive in termini di filiera turistica, agroalimentare, artigianale, dei servizi, dei pubblici esercizi e del commercio in generale. L’emendamento, illustrato nei suoi contenuti dal consigliere De Luca, dopo un iniziale diniego del gruppo Lega è stato integrato e condiviso dopo una breve pausa di confronto richiesta formalmente dal consigliere Bianconi (Misto).

Nell’illustrazione dell’atto, Pastorelli ha ricordato che “il Festival Umbria Jazz, con la legge ‘211/2017’ è stato riconosciuto ‘Manifestazione di interesse nazionale ed internazionale’ con un contributo statale di un milione di euro, di gran lunga il primo Festival Jazz italiano per introiti incassati da pubblico pagante, nonostante abbia mantenuto un'ampia offerta di concerto gratuiti. Il patrimonio netto risultante nel bilancio 2017 era pari a 445mila 432 euro, quello risultante nel bilancio 2018 è di 282mila 255euro. Dal trend finanziario del conto della Fondazione si desume un’ ulteriore diminuzione per il 2019. A seguito anche degli eventi sismici del 2016 si è verificata una situazione finanziaria negativa con perdite di bilancio della Fondazione. La legge ‘211/2017’ aveva l’effetto immediato di azzerare il disavanzo per l’anno 2017, con l'obiettivo di rafforzare la struttura organizzativa del Festival. Il contributo statale, inizialmente prossimo allo zero, cresciuto nel 2017 fino a 1milione 200mila euro, al contrario di quello regionale ed al cospetto di una sostanziale stagnazione degli introiti da sponsorizzazioni, non è riuscito ad esaltare le potenzialità del Festival, bensì ha avuto l'effetto paradossale di mettere a rischio la competitività e le prospettive dello stesso, in quanto ritenuto sostitutivo delle precedenti risorse, diluite anche dall'azzeramento del contributo, di euro 100mila, della Provincia di Perugia. A fronte di congiunture economiche favorevoli sembrerebbe sia stato dilapidato il patrimonio netto della partecipata per l'omesso potere di controllo e vigilanza degli organi regionali deputati ad esercitarlo, su una gestione probabilmente non proprio ispirata a criteri di economicità ed efficienza, in quanto viene tuttora ritenuto che il budget ottimale della Fondazione Umbria Jazz, in questa fase, sarebbe tra i 5 ed i 6 milioni di euro, ovvero quello avuto a disposizione negli ultimi anni. Si potrebbe dunque ravvedere il riconoscimento di un implicito fallimento degli obiettivi finanziari, ancorché la capitalizzazione sia bassa così come l’indebitamento. Il contributo degli sponsor andrebbe stabilizzato verso i valori dell'anno 2018, sfruttando accordi con società di media, oggi impediti dalla pandemia del Covid-19. Le dinamiche positive del budget della Fondazione Umbria Jazz non hanno intaccato la cronicità del disavanzo prodotto da Umbria Jazz Winter Orvieto, in quanto si è prodotto ulteriore disavanzo di 35mila euro nel 2018, presumibilmente aumentato nel 2019, fatto che getta un definitivo allarme sulla tenuta dell'evento invernale. L’amministrazione della Fondazione ha costantemente richiesto ai vertici regionali misure specifiche di supporto e sostegno al Festival al fine di mantenere l'alto livello raggiunto dalla kermesse e di compiere scelte strategiche in merito all'organizzazione o alle eventuali dismissioni di parti del progetto, proponendo soluzioni alternative rimaste inascoltate o senza risposte concrete, tanto che per realizzare un'edizione di Umbria Jazz Winter, nel 2020 o nel 2021, si ritiene che siano necessari circa 900mila euro, costo che difficilmente potrà essere sostenuto dalla Fondazione. In questo modo, l’Assemblea dei soci della Fondazione, in sede di approvazione del bilancio preventivo 2020, sarà costretta presumibilmente a deliberare di vincolare tutto l'avanzo alla ricostituzione del Fondo di Dotazione. La proposta di bilancio preventivo 2020, causa pandemia, dovrà essere elaborata tenendo conto non solo dell'azzeramento pressoché totale degli incassi da pubblico pagante, della riduzione al minimo delle sponsorizzazioni ed in modo significativo del contributo regionale, ma anche dell'esigenza di costruire un evento, sia pure di dimensioni ridotte, nell'agosto 2020 a fronte dell'impossibilità di tenere un'edizione di Umbria Jazz Winter Orvieto. La Fondazione Umbria Jazz non ha saputo capitalizzare al meglio le risorse, pur cospicue, introitate e di cui è stata assegnataria e beneficiaria, a causa non solo di una gestione che sembrerebbe essere stata inefficiente, elefantiaca o poco lungimirante, che certamente ha visto il progressivo dilapidarsi negli ultimi anni del rilevante patrimonio netto, ma anche probabilmente all'omesso controllo e vigilanza da parte della precedente Giunta regionale”. In conclusione, Pastorelli si è congratulato con il nuovo Presidente della Fondazione ed ha augurato buon lavoro al Consiglio di amministrazione.

INTERVENTI:
Andrea FORA (Patto civico per l’Umbria): “La mozione ha molte imperfezioni rispetto alla ricostruzione delle cifre economiche e alle cause con le quali sono stati evidenziati i dati del bilancio. Poi ci sono invece altre considerazioni condivisibili. Umbria Jazz non ha portato e porta valore solo ai luoghi in cui gli eventi vengono svolti, ma a tutta l’Umbria, proiettandola nel mondo. Ad inizio, ricordo, era poco più di una sagra musicale, oggi è diventato uno dei primi festival di jazz a livello mondiale. L’impegno di questa Assemblea e della Giunta deve essere quello di rilanciare ancora di più e meglio Umbria jazz, quale strumento non solo di elaborazione della musica, ma anche come volano attrattivo di flussi turistici nel corso di tutto l’anno, attraverso un piano industriale che preveda anche attività aggiuntive. La ricostruzione economica ed il poco velato riferimento a presunte malgestioni del passato devono essere documentate, servono evidenze chiare altrimenti è solo strumentalizzazione politica. L'esercizio di trovare responsabilità nel campo politico è sterile. UJ ha una copertura da mercato privato tra le più alte a livello nazionale. Non esiste festival al mondo che non sia coperto da contributi pubblici visto che funge da volano per turismo. Nel 2020 si sconterà un ulteriore disavanzo e ulteriori difficoltà, causa pandemia, ma dal 2021 è necessario prevedere una ristrutturazione complessiva che già da ora va messa in campo”.

Tommaso BORI (capogruppo Pd): “La vostra è una descrizione catastrofica. Continuate a fare campagna elettorale strumentalizzando qualsiasi cosa. Umbria Jazz riesce a fare la differenza in ogni territorio. Una ricerca dell’Università dimostra che il migliore investimento di una istituzione, ma anche di uno sponsor privato è nella cultura e nello spettacolo poiché si raggiunge un rendimento tre volte l’investimento. Si animano intere parti di una città e di una regione. Su questo tema non si possono trovare divisioni e strumentalizzazioni. È un investimento ad alto rendimento per cittadini e territori. Dispiace leggere una mozione così strutturata dove non si riesce a distinguere ciò che nel tempo è stato fatto di buono a ciò che andava invece cambiato. La descrizione fatta di UJ è irricevibile. Umbria Jazz dispone di risorse ministeriali e regionali e nel tempo ha avuto una importante crescita qualitativa oltre che di presenze a livello regionale. La ricaduta nei territori è stata molto rilevante.”.

Paola FIORONI (Lega): “È Bori che strumentalizza il documento e non certo noi. Umbria Jazz è eccellenza importante della nostra regione. Teniamo moltissimo ad UJ ed insieme alla Giunta lo stiamo dimostrando. Non abbiamo mai pensato di voler fungere da tribunali di qualcosa. Cerchiamo di fare chiarezza sugli intendimenti di chi ci ha preceduto e comprenderne le scelte. La Giunta si prende la responsabilità politiche delle proprie scelte e per far questo bisogna leggere quanto fatto nel passato. Nel passato, rispetto alle criticità di bilancio, dov’era la Regione? Nella ricerca dell’università viene evidenziato che rispetto al settore dello spettacolo serve maggiore attenzione tenendo in considerazione alcune variabili. La Fondazione aveva bisogno di un supporto concreto da parte della Regione e non solo finanziario. Molte difficoltà attuali vengono da lontano. Nessuno ha messo in discussione l’importanza che la manifestazione ha per l’Umbria, ma va portata avanti in modo sostenibile, è questo il senso della mozione. Vogliamo fare un’azione di verità e chiarezza ed impegnare la Giunta, come del resto sta già facendo, ad assicurare la crescita della manifestazione”.

Fabio PAPARELLI (Pd): “In questa mozione mancano cultura storica, giuridica e musicale. Si tenta di rompere l’unitarietà di un evento che ha fatto grande la nostra regione e che nacque da Alberto Provantini e Carlo Pagnotta. Il primo concerto avvenne, nel 1973, a Villa Lago di Terni. UJ è uno dei grandi eventi dell’Umbria e ci ha reso famosi nel mondo. È stata utile anche per stringere accordi commerciali con la Cina. Umbria jazz vive grazie ai fondi della Regione e alla legge nazionale che consente 1,2 milioni annui di finanziamento. I fondi del Comune di Perugia sono irrisori, mentre vengono spesi soldi pubblici per rievocazioni storiche discutibili. L’edizione di Terni è tutta autofinanziata grazie alla legge sui canoni idrici. Umbria Jazz winter ha invece qualche problema. La Fondazione ha un organi di controllo e un consiglio di amministrazione. Viene stilato un bilancio preventivo e alla fine un consuntivo. Se ci sono mancanze qualcuno ne deve rispondere. L’attuale Cda ha operato talmente male che un suo componente, una persona che ha approvato tutti i bilanci, voi lo avete nominato presidente. Un altro membro è stato confermato. E il direttore artistico è lo stesso. Non capisco quindi di cosa stiamo parlando”.

Il consigliere Thomas DE LUCA (M5S) –, malgrado l'iniziale non disponibilità della Lega a valutare modifiche concordate al proprio testo, ha illustrato il contenuto dell’emendamento alla mozione che impegna la Giunta regionale a valorizzare la manifestazione intraprendendo un discorso con la direzione artistica per una valorizzazione della manifestazione, ferma restando la centralità degli eventi che si sviluppano intorno al capoluogo di Regione e i due Festival di Terni e Orvieto, valutando la possibilità di realizzare performance itineranti e diffuse sul territorio regionale. L’obbiettivo è promuovere e valorizzare i molti molti luoghi dell’Umbria con un forte potenziale attrattivo, in grado di accogliere eventi in tutta sicurezza. Questo, a giudizio del proponente avrebbe l’effetto di moltiplicare per tutta la regione positivi effetti in termini di filiera turistica, agroalimentare, artigianale, dei servizi, dei pubblici esercizi e del commercio tutto. “Attenzione a non correre il rischio di cedere ad uno snobismo ‘peruginocentrico’ - ha avvertito De Luca - perché la diffusione territoriale non potrebbe che arricchire ancor più la sede principale del Festival”.
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nche la consigliera Donatella Porzi (PD) ha insistito sulla opportunità di una posizione unitaria a sostegno della manifestazione: “su questioni come questa dovrebbe esserci grande condivisione tra tutte le forze politiche – ha sottolineato - nella convinzione che che la cultura sia un tratto comune e un fattore sul quale tutti dobbiamo impegnarci in maniera unitaria”.


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