123914528 2854592321444454 2015024857485114089 oLa Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha ascoltato in audizione il Garante regionale dei detenuti, Stefano Anastasia, sulla situazione delle carceri in Umbria. Inoltre la Commissione ha approvato la Relazione del Garante sull'attività svolta nel 2019. 

 

(UNWEB) Perugia,  – La Terza commissione dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, presieduta da Eleonora Pace, ha ascoltato in audizione il Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive o limitative della libertà personale, Stefano Anastasia, in merito alla situazione delle carceri in Umbria. Subito dopo la Commissione, che si è riunita in videoconferenza dalla Sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni, ha approvato (con i voti favorevoli di Lega, FdI e Pd) la Relazione del Garante sull'attività svolta nel 2019. Unico voto contrario quello di Valerio Mancini (Lega) secondo il quale “troppe sono le lacune che riguardano il mondo carcerario fra cui la grave carenza di personale, l’aggressività dei molti detenuti provenienti da altre strutture carcerarie, il venir meno del centro decisionale da quando l’Umbria è stata accorpata alla Toscana e la mancanza di un garante della polizia penitenziaria”.

Nell’AUDIZIONE del garante dei detenuti, sollecitata dal consigliere Valerio Mancini (Lega), Stefano ANASTASIA ha sottolineato come “la principale criticità attuale delle strutture penitenziarie umbre è data dal CLUSTER nell’istituto di Terni con 69 detenuti positivi al covid, di cui 3 ospedalizzati. Si tratta della cifra massima riscontrata in un singolo istituto penitenziario in Italia. Riflesso minore sul personale con 6 casi di polizia penitenziaria a Terni e 10 a Spoleto. Al momento in Umbria ci sono 1362 detenuti per 1323 posti regolamentari, quindi con un sovraffollamento minimo del 3 per cento, inferiore al dato nazionale del 10 e in calo rispetto all’anno precedente. Anche qui la criticità maggiore di sovraffollamento è su Terni, così come la massima vacanza di organico di polizia penitenziaria, 206 per 241 posti, con la copertura dell’85 per cento dell’organico. Quindi siamo in presenza di un CASO TERNI, con il massimo sovraffollamento, la massima carenza di personale, la massima diffusione del virus. È necessario che tutte le istituzioni concorrano ad affrontare la situazione. Il cluster è stato sostanzialmente chiuso, con dati non più in crescita. Ora il problema è la gestione e l’assistenza dei positivi. Serve chiedere al Ministero un alleggerimento delle presenze in carcere a Terni attraverso il trasferimento di detenuti negativi. Altro problema è la CONDIZIONE DI VITA IN CARCERE in questo periodo di chiusura e rarefazione dei contatti con l’esterno. Adesso c’è un solo colloquio in presenza al mese, gli altri in videoconferenza. A Terni ora neanche quel colloquio. Inoltre è diminuita la presenza delle associazioni di volontariato. Ritengo importante continuare almeno le attività di ISTRUZIONE PUBBLICA. Ma il sistema carcerario non è in grado di offrire la didattica a distanza. Sarebbe significativo un impegno della Regione per potenziare le infrastrutture di comunicazione. Nell’anno accademico 2019/2020 sono stati 25 i detenuti iscritti all’Università di Perugia, dato in leggera crescita rispetto al passato anche per la scelta dell’Ateneo di esentare i detenuti dal pagamento delle tasse universitarie. Per quanto riguarda le questione di SICUREZZA le principali difficoltà negli ultimi anni sono state date dalla complessità di gestire i detenuti con problemi di salute mentale. C’è la necessità di attivare una REMS (Residenza per le misure di sicurezza) in Umbria, anche per la difficoltà di applicare la convenzione con la Toscana. C’è anche la necessità di potenziare e qualificare il servizio di assistenza psichiatrica all'interno degli istituti di pena. Servirebbe un investimento importante, ma si tratta di problema reale con riverberi di sicurezza interna. Anche se la responsabilità del sistema penitenziario è del Ministero della Giustizia LA REGIONE PUÒ FARE TANTO IN QUESTA MATERIA, ad esempio per la sanità, per le attività di politiche sociali, per l’inserimento lavorativo e la formazione professionale”. 

La RELAZIONE 2019 del garante dei detenuti descrive un periodo molto diverso da quello attuale. Nel 2019 c’era ancora un sovraffollamento significativo, ora sostanzialmente rientrato, tranne che a Terni. La composizione della POPOLAZIONE PENITENZIARIA è molto diversa da istituto a istituto: Terni e Spoleto sono prevalentemente dedicati alla massima sicurezza con detenuti italiani anche se non umbra, mentre Orvieto e soprattutto Capanne hanno una maggioranza di detenuti stranieri. In Umbria c’è una maggioranza di condannati in via definitiva, con una percentuale doppia di condannati all’ergastolo rispetto alla media italiana. Sugli oltre 1300 detenuti attuali, circa un migliaio provengono da fuori Regione. Nel 2019 è stato ricostituito l’OSSERVATORIO PERMANENTE SULLA QUALITÀ PENITENZIARIA, convocato per monitorare la situazione ternana e tutte necessità legate alla prevenzione dell’emergenza covid in tutti gli istituti penitenziari umbri. Il Garante nel 2019 ha visitato tutti gli istituti umbri, ha ricevuto 135 missive da detenuti e preso in carico oltre 140 detenuti nelle loro richieste e esigenze. Tra le CRITICITÀ la relazione segnala la mancata territorializzazione della privazione delle libertà. Il sistema umbro è destinato a persone lontane dall’Umbria. Con l’unificazione del provveditorato dell’amministrazione penitenziaria di Umbria e Toscana che gestisce la locazione dei detenuti di media sicurezza, spesso l’Umbria è diventata destinazione di detenuti con comportamenti scorretti all’interno dei penitenziari toscani. Una prassi non corretta. La mancata territorializzazione comporta che le istanze di trasferimento sono tra le richieste più comuni tra i detenuti. Altra criticità è la progettazione di un nuovo padiglione detentivo a Capanne, di cui l’Umbria non ha bisogno, e che andrebbe correlata alla capacità degli enti territoriali di fornire i servizi necessari”.


 AVIS

80x190