123904684 2854620388108314 4131887291962028283 nLa Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha dato parere favorevole a maggioranza (favorevoli Pace-FDI, Fioroni, Peppucci e Pastorelli-Lega, contrario Mancini-Lega) al Regolamento della Giunta per l’attuazione dell’articolo 300bis del Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali, che prevede aiuti economici alle famiglie numerose.

 

(UNWEB) Perugia, – La Terza commissione consiliare, presieduta da Eleonora Pace, ha dato parere favorevole a maggioranza (favorevoli Pace-FDI, Fioroni, Peppucci e Pastorelli-Lega, contrario Mancini-Lega) al Regolamento della Giunta per l’attuazione dell’articolo 300bis del Testo unico in materia di Sanità e Servizi sociali, che prevede un sostegno economico alle famiglie numerose.

La misura prevede la somma di 180mila euro l’anno da suddividersi fra le famiglie con 4 o più figli a carico che rientrano nei limiti stabiliti dalla legge, con un minimo di almeno 150 euro per ogni figlio minore.

Il Regolamento prevede che, per accedere agli aiuti, i nuclei familiari debbano avere un numero di figli pari o superiore a quattro, con età inferiore a 26 anni, conviventi, di cui almeno uno minore di anni diciotto. I suddetti nuclei familiari devono avere la residenza in uno dei Comuni della Regione Umbria da almeno 5 anni e l’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) non superiore a 36mila euro. Ciò vale anche per i componenti di nucleo familiare di cittadini stranieri con titolo di soggiorno regolare, con esclusione dei titolari di permesso di breve durata.

I cittadini dovranno presentare la domanda per accedere al beneficio a valere sull’avviso emanato dal Comune capofila della Zona sociale di riferimento, il quale provvederà all’istruttoria delle domande ricevute, alla valutazione delle stesse e ad ogni altro adempimento relativo all’intervento. La condizione economica peserà per un massimo del 35 per cento e per accedere al beneficio dovranno essere previste fasce entro il limite di Isee.

Altri aspetti riguardano la condizione sanitaria, nello specifico, la CONDIZIONE DI DISABILITÀ certificata ai sensi della legge 104/1992, che peserà per un altro massimo 35 per cento; la CONDIZIONE DI VULNERABILITÀ, che potrà pesare per un massimo del 25 per cento, relativa alla composizione del nucleo familiare, con riferimento a nuclei monoparentali e alla presenza nel nucleo familiare di componenti, con esclusione dei figli già oggetto di attribuzione del punteggio, in possesso di certificazione di cui alla legge 104; RESIDENZA IN UMBRIA, con attribuzione di un punteggio massimo pari a 5 e, a tal fine, si prendono in considerazione gli anni di effettiva residenza nella Regione con punteggio attribuito rispetto alla durata. Viene anche stabilito che in caso di parità di punteggio prevale il possesso di Isee di minore importo. In caso di ulteriore parità, prevale chi ha un maggior numero di figli nel nucleo familiare.

L’entrata in vigore del Regolamento avverrà il giorno successivo alla sua pubblicazione nel Bollettino Ufficiale della Regione. L’urgenza è insita nella natura stessa di un intervento che va ad alleggerire, attraverso un contributo economico, il fabbisogno di cura e di accudimento dei figli, accresciuto dall’emergenza sanitaria Covid19, con il conseguente peggioramento delle condizioni di vita, lavoro e studio.

Nonostante il parere favorevole a maggioranza, perplessità sono state esposte dal consigliere della Lega Valerio Mancini, che ha votato contro pur non essendo vincolante il parere della Commissione, e dal capogruppo della Lega, Stefano Pastorelli, comunque favorevole. Le perplessità emerse riguardano il numero di figli a carico, per Mancini un provvedimento del genere doveva tener conto anche delle famiglie con 3 figli a carico (su cui però vi sono erogazioni statali via Inps), e sulle misure da applicarsi per le famiglie non italiane: per i due consiglieri della Lega i cinque anni almeno di residenza in Umbria sono pochi e altre perplessità desta l’autocertificazione da parte degli stranieri di non possedere beni all’estero.


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