131887690 2888793274691025 6546709567186300797 nL’Aula di Palazzo Cesaroni ha respinto, con 6 voti favorevoli (PD, Patto civico, Misto, M5s) e 9 astensioni (Lega, FdI) la mozione presentata da Donatella Porzi (Pd) che chiedeva un accordo tra Regione Umbria e farmacie convenzionate per l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi per covid19.

 

(UNWEB) Perugia,  – L’Aula di Palazzo Cesaroni ha respinto, con 6 voti favorevoli (Porzi, Bori, Bettarelli-PD, Fora-Patto civico, Bianconi-Misto e De Luca-M5s) e 9 astensioni (Nicchi, Carissimi, Peppucci, Mancini, Pastorelli, Rondini, Melasecche, Fioroni-Lega, Squarta-FdI) la mozione presentata da Donatella Porzi (Pd) che chiedeva un accordo tra Regione Umbria e farmacie convenzionate per l’esecuzione di tamponi antigenici rapidi per covid19.

Illustrando l’atto, Porzi ha spiegato che esso “nasce dall’intento di prenderci cura dei nostri concittadini chiamati a far fronte a una crisi di carattere anche economico che sta già dimostrando tutta la sua gravità e peggiorerà in futuro. Molte famiglie, molti imprenditori, devono fare tamponi con una certa frequenza per esigenze di lavoro e di sicurezza. E con l’affollamento delle strutture pubbliche e il tracciamento saltato lo fanno di volontà propria e non su chiamata, spendendo molti soldi. Si chiede quindi alla Giunta di sottoscrivere un accordo con le farmacie per la distribuzione di test sierologici rapidi che, seppure non diano assolute certezze anche in caso di negatività, rappresentano comunque uno strumento valido per indagini epidemiologiche. Il costo sarà a carico del cittadino richiedente il test ma, sulla scorta di quanto avvenuto in altre regioni, potrebbe essere intorno ai 20 euro. Considerando anche che l’Emilia Romagna li fa gratis”.

Sulla mozione non c’è stato dibattito. L’unico intervento è stato del consigliere Tommaso Bori (PD) che aveva chiesto di “entrare nel merito della questione e di votare in modo condiviso, facendo una scelta di politica sanitaria che permetterebbe un efficace controllo della situazione non impegnando le risorse sanitarie pubbliche e affidando comunque i cittadini ai professionisti delle farmacie, dato che altri modi di fare i tamponi cui gli umbri sono ricorsi in questo periodo non danno le stesse garanzie delle farmacie”.


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