142939207 2919619771608375 7215400791387753248 nIllustrata nel corso della seduta di ieri della Seconda Commissione una proposta legislativa promossa dai consiglieri Carissimi e Pastorelli (Lega) che mira a modificare la legge regionale 2/2000 che detta ‘Norme per la disciplina dell’attività di cava e per il riuso di materiali provenienti da demolizioni’. Tra i punti salienti del documento quelli di: dare formale veste giuridica alla proroga delle autorizzazioni di cava; una regia unica per la definizione dei criteri per la garanzia fideiussoria; il compito della vigilanza alla Regione; la proroga di un anno, rispetto alle autorizzazioni in essere a causa della pandemia.

(UNWEB) Perugia,   – Illustrata nel corso della seduta di ieri della Seconda Commissione, presieduta da Valerio Mancini, una proposta legislativa promossa dai consiglieri Daniele Carissimi e Stefano Pastorelli (Lega) che mira a modificare la legge regionale 2/2000 che detta ‘Norme per la disciplina dell’attività di cava e per il riuso di materiali provenienti da demolizioni’.

Tra i punti salienti del documento quelli di: dare formale veste giuridica alla proroga delle autorizzazioni di cava; una regia unica per la definizione dei criteri per la garanzia fideiussoria; il compito della vigilanza dalla Provincia alla Regione; la proroga di un anno, rispetto alle autorizzazioni in essere, in quanto le attività di escavazione si sono completamente fermate a causa della pandemia, in sostanza vengono lasciati comunque invariati i volumi da escavare, prevedendo soltanto un allungamento del tempo per l’escavazione.

Nell’illustrazione dell’atto, Daniele CARISSIMI ha rimarcato che “l’obiettivo è quello di superare una situazione difficile del mondo estrattivo determinata, a cascata, dalla crisi edilizia. La legge su cui interveniamo è del 2000 e sulla stessa sono già intervenute, in termini di durata, due ulteriori provvedimenti che hanno consentito una possibilità di proroga di due anni delle autorizzazioni in essere. Tuttavia le due nuove leggi regionali (‘9/2010’ e ‘7/2012) hanno generato, di fatto, una discriminazione nella misura in cui sono esclusivamente applicabili alle autorizzazioni già in essere a quella data. Pertanto l’intervento mira ad omologare le durate delle autorizzazioni circoscrivendole a 10 anni, come precedentemente previsto, ma estendo la possibilità di ulteriori 6 anni a determinate condizioni: che non siano stati estratti i volumi autorizzati; verifica da parte delle autorità della corretta esecuzione dei lavori di ricomposizione ambientale. Il gestore dovrà assumersi la responsabilità rispetto alle quantità estratte e i tempi occorrenti per estrarle. Con questa modifica legislativa – ha spiegato Carissimi - si interviene anche sulle fidejussioni che attualmente vengono stabilite, nel loro importo, dai Comuni. Alcuni di essi formulano l’importo sia sugli interventi di ricomposizione ambientale, sia sugli oneri di escavazione, altri invece intervengono in maniera diversa. Ciò determina, in alcuni casi, altissimi costi, in altri costi inferiori apparentemente non giustificati. È dunque opportuno attribuire alla Regione una regia unica in modo tale che la Giunta possa determinare i criteri sulla base dei quali i Comuni devono applicare, a secondo dell’intervento, i determinati costi. Questo per evitare disparità sul territorio. La legge interviene anche sulla competenza della vigilanza che, in base alla legge ‘Del Rio’ deve essere trasferita dalla Provincia alla Regione. In ultimo si ritiene opportuno prevedere una parentesi ulteriore di 12 mesi, rispetto alle autorizzazioni, in quanto le attività di escavazione, nell’ultimo anno, si sono completamente fermate a causa della pandemia”.

L’atto verrà sottoposto ad istruttoria da parte degli uffici preposti di Palazzo Cesaroni. Nel suo iter sono state già previste dal presidente Mancini, di concerto con i promotori della proposta e con gli altri commissari, una serie di audizioni con tutti i soggetti, istituzionali e tecnici, interessati alla materia.


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