Più informazione e più cooperazione per far crescere il settore agricolo umbro. Da gennaio 2015 si apriranno i bandi per l’accesso ai finanziamenti europei, oltre 870 milioni di euro solo per il cuore verde d’Italia. Mancano pochi mesi ed [ utile anticipare il contenuto delle misure proposte dalla Regione per preparasi al meglio”.

Ne [ convinto il deputato cinque stelle Filippo Gallinella che prende carta e penna e scrive agli operatori del comparto primario umbro. Lettera aperta, inviata alla stampa e pubblicata sul proprio profilo Facebook, dove elenca le misure che saranno finanziate dopo il via libera di Bruxelles. La prima riguarda la formazione, seguita da servizi di consulenza ed assistenza nella gestione delle aziende agricole. Altre misure comprendo la creazione di gruppi operativi per collegare il mondo della ricerca con le realtà imprenditoriali, regimi di qualità dei prodotti agricoli e alimentari, investimenti in immobilizzazioni materiali, ripristino del potenziale agricolo danneggiato da calamità naturali o eventi catastrofici. E ancora, investimenti nello sviluppo delle aree forestali e nel miglioramento della redditività delle foreste, costituzione di associazioni e organizzazioni di produttori. Previste anche indennità connesse alla direttiva quadro sulle acque e indennità a favore delle zone soggette a vincoli naturali.

“Nei prossimi mesi sarà disponibile un fiume di risorse che devono essere impiegate al meglio, per garantire lavoro e sviluppo territoriale. Per ottenere questo risultato - afferma il deputato Gallinella – [ necessario conoscere punti di forza e di debolezza della nostra regione. Dal sesto censimento generale dell’agricoltura risulta che le aziende agricole umbre sono 36.244, con una dimensione fisica media di 9 ettari ed una economica che non raggiunge i 25 mila euro. Secondo i dati Istat, l’Umbria ha una forte propensione alla produzione di cereali, in particolare frumento tenero e duro, mentre l’allevamento bovino [ quello più diffuso, con un totale di occupati nel settore che sfiora il 3%, con i 2/3 del territorio che ricade in aree svantaggiate. Abbiamo cio[ tante piccole aziende, sottocapitalizzate e operanti per lo più in aree svantaggiate. Punti deboli che vanno assolutamente superati con la nuova programmazione. L’attività agricola – conclude Gallinella - [ fondamentale non solo perch[ garantisce la nostra sopravvivenza ma anche perch[ custodisce il nostro territorio. Va preservata e messa nella condizione di svolgere al meglio la propria missione”.


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