PgCesena(UNWEB) Questa è la C, con tutta la sua spietatezza. E anche la sua mediocrità. Il Perugia si sgonfia davanti ad un Cesena garibaldino, organizzato, atleticamente molto prestante, ma nulla più, niente di eccezionale, eppure quanto basta a far perdere la testa al Perugia.

Citiamo subito le possibili (relative) attenuanti. Il ritardo di preparazione ha forse pesato troppo nella seconda partita in tre giorni, anche perché il Cesena l’ha messa subito sul piano fisico e li ha vinto anzitutto il match. E, ovviamente, anche l’intesa sul piano tattico è ovviamente da affinare. Ma, tolti questi argomenti, resta la mediocrità complessiva di una prestazione cifrata da svarioni difensivi ed errori sotto rete. Insomma, troppo poco, anche perché Viali, il tecnico romagnolo, ha imbrigliato la partita tatticamente attendendo il Perugia con nove undicesimi e ripartendo con fiondate lunghe che hanno eluso l’azione di contenimento del Grifo. I biancorossi hanno così girato a vuoto per quasi tutta la partita, frastornati dai raddoppi dei cesenati a metà campo e sulle fasce. I romagnoli hanno così potuto arrivare più volte e più efficacemente alla conclusione. Ma la svolta della partita è stata l’incapacità del Perugia di gestire per più di sessanta secondi il vantaggio di Murano, arrivato al 19’, dopo una fase in cui il Perugia aveva comunque provato a fare la partita più degli ospiti, andati però più vicini al gol. Sbloccato il match, comunque, i grifoni avrebbero potuto e dovuto gestire il vantaggio anche per costringere i romagnoli ad abbandonare la comoda tattica della difesa e ripartenza. Invece, un Angella ancora evidentemente in formato “anno-scorso”, ha pensato bene di commettere un errore a dir poco imbarazzante, che ha subito permesso agli avversari di pareggiare. Lì il Perugia ha perso la trebisonda, per mai più trovarla. Un gioco senza costrutto, uomini statici e incapaci di correre senza palla, giocate forzare, iniziative sconclusionate, facilmente neutralizzate dal tourbillon cesenate fatto di pressing, dinamismo, agonismo a mille. A questo vanno aggiunte le poche situazioni pericolose che il Perugia, non si sa come, è comunque riuscito a creare in area avversaria, tutte però sbagliate malamente dagli attaccanti. A dimostrazione del fatto che, se non acquisti punte vere, quelle che fanno la differenza perché sanno segnare anche su palle sporche e rimpalli, alla lunga non vai lontano. E se, aldilà degli episodi e degli sbagli, un filo rosso, un succo va tirato, questo è che il lavoro di Caserta non è in discussione e va atteso. Ma, anche, che il tecnico lavora col materiale che ha, e questo non appare, al momento, propriamente completo e da primissimi posti.


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