(UNWEB) “La FISH Umbria ONLUS ribadisce con forza che non può essere solo una questione di risorse o di prestazioni, così come non può essere solo una questione di gravità patologica o assistenziale.
Lo sforzo della Regione nel trovare risorse per produrre prestazioni ed interventi in ragione di gravità patologiche o del bisogno assistenziale di “malati”, “pazienti”,”non autosufficienti”, non garantisce automaticamente il diritto delle persone con disabilità ad avere come chiunque un proprio progetto di vita.
Le associazioni aderenti alla Fish Umbria aspettano da mesi di avere un riscontro alla loro disponibilità a partecipare attivamente ad un percorso tanto impegnativo quanto necessario e urgente di profonda innovazione del sistema di welfare della regione Umbria.
Il Piano Nazionale per la non autosufficienza doveva essere l'occasione per dedicare il massimo impegno alla definizione ed attuazione di un PRINA regionale centrato sull’attivazione dei progetti personalizzati, del budget di progetto e di un nuovo sistema di presa in carico dei diritti delle persone con disabilità in grado di garantire appropriatezza, trasparenza, equità e libertà di scelta...in occasione del recente incontro sul Prina non abbiamo sentito nulla di tutto ciò.
La Regione Umbria ha invece dimostrato un’attenzione rivolta esclusivamente all'ammontare delle risorse indispensabili a produrre prestazioni ed interventi in ragione di gravità patologiche o del bisogno assistenziale di “malati”, “pazienti”, “non autosufficienti”, facendo ancora una volta troppo poco riferimento alle Persone e al loro Progetto di Vita.
Fish Umbria ritiene che l’innegabile sforzo fatto per aver trovato risorse aggiuntive per specifiche prestazioni non è una giustificazione per non impegnarsi da subito e in maniera rigorosa nell accrescere il livello di appropriatezza delle politiche e degli interventi che il sistema di Welfare dovrebbe garantire rispetto ai diritti fondamentali.
Da anni la Fish Umbria sta denunciando che partire dalle risorse e dalle prestazioni significa alimentare i contrasti tra chi chiede un tipo di prestazioni di tipo indiretto o diretto o tra chi può far affidamento sui cosiddetti diritti acquisiti e coloro che si affacciano ora nel richiedere risposte dal sistema di Welfare.
Fish Umbria ritiene tanto necessario quanto urgente, soprattutto per coloro per i quali la tempestività degli interventi rappresenta una condizione vitale, andare oltre la standardizzazione delle prestazioni praticata in nome di una male interpretata equità o di una permanente sanitarizzazione degli approcci... anche perché le risorse del Prina attengono alla sfera sociale.
Vorremmo vedere garantiti in maniera strutturale prestazioni ed interventi, a partire sia da quelli di tipo sanitario sia di tipo sociale, rigorosamente coerenti con i progetti personalizzati e in grado di valorizzare quelli che sono i risultati di sperimentazioni che hanno cambiato la percezione di molti umbri con disabilità e delle loro famiglie.
Non possiamo accettare che tutto si svolga sopra la nostra testa, anche perché siamo consapevoli che alla insostenibile leggerezza del pragmatismo della politica corrisponde un’altrettanta insostenibile pesantezza degli effetti dell’emergenza sulla vita delle persone.
Chiederemo ora un confronto urgente con la Presidenza del Consiglio regionale e la Presidente della III Commissione per ribadire anche a loro che intendiamo partecipare attivamente alle scelte della politica e decidere della nostra vita, il nostro non è solo un interesse, è prima di tutto un diritto!”
Così, in una nota, Marialuisa Meacci, La Presidente Regionale della FISH Umbria
Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap