il card bassetti durante lomelia della festa di san giovanni bosco nella chiesa dei ss. biagio e savino di pg f1(UNWEB) Perugia. Il presule si è rivolto alla comunità diocesana come “comunità educante” delle giovani generazioni

«Don Bosco è stato definito da san Giovanni Paolo II il “padre e il maestro dei giovani” e da papa Francesco “il prete della gioia”, perché ha saputo guardare la realtà con i suoi occhi di uomo e di sacerdote, ma soprattutto con gli occhi di Dio. E la sorgente dell’entusiasmo di Don Bosco è la fonte della gioia che è Dio. Ed è proprio su questo aspetto che il grande Santo torinese va imitato e tutti i nostri preti siano come lui nel guardare il mondo, specialmente i giovani, con l’occhio di Dio». Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia della celebrazione eucaristica della festa del Santo fondatore dell’oratorio moderno presieduta nella parrocchia dei Ss. Biagio e Savino di Perugia, domenica 31 gennaio. E’ la comunità parrocchiale dove insiste territorialmente l’Istituto salesiano “Don Bosco”, che nel 2022 celebrerà i suoi primi cento anni di attività nel capoluogo umbro.

Dare un senso alla vita dei giovani. Da questo essere «prete della gioia con gli occhi di Dio», ha proseguito il cardinale Bassetti, «c’è tanto da imparare per noi sacerdoti, per gli educatori, per i catechisti, per i genitori. “Preti della gioia” perché portano il lieto annuncio del Vangelo e della vita cristiana come ha fatto Don Bosco con le giovani generazioni avvicinandole e togliendole dalla strada dando un senso alla loro vita. Quanto è importante oggi dare un senso alla vita dei nostri ragazzi».

E’ Cristo a fare la differenza. «Durante i miei giorni trascorsi in ospedale – ha ricordato il presule – ho riflettuto molto sui ragazzi e sulle ragazze, ed anche sui diversi giovani che mi sono stati acanto come infermieri e come operatori sanitari, con una delicatezza che mi ha toccato il cuore e non perché ero il loro vescovo, ma li vedevo comportarsi così con tutti i malati. Oggi tutti questi nostri cari ragazzi e ragazze si trovano spesso quasi da soli a dover affrontare delle sfide enormi, chiedendomi come noi adulti possiamo aiutarli e come favorire in loro la cultura dell’incontro, del prendersi cura dei poveri e dei deboli, come comunicare loro la gioia del Vangelo, il gusto dell’amicizia con Gesù. Soprattutto come aiutarli a comprendere che i problemi e i dolori dei fratelli ci interpellano, come far capire non solo ai giovani, ma soprattutto alle famiglie, alle persone che avviciniamo, che è Cristo che fa la differenza e che la vita non è la stessa con Lui o senza di Lui. E allora è veramente importante far crescere le giovani generazione alla luce della Parola di Dio, un insegnamento fatto con autorità, ma anche con autenticità, come ci ha detto il Vangelo di oggi».

Il Bene e il Male, il vero e il falso. «La parola di Cristo guida l’uomo posseduto dallo spirito del male a vivere da persona libera – ha evidenziato il cardinale – e a camminare verso Dio aiutandosi a superare le tentazioni e a non cadere nel peccato. Purtroppo dentro di noi, dobbiamo riconoscerlo, convivono il Bene e il Male, ma non dobbiamo avere paura perché in questa lotta non siamo soli e la Parola di Dio ci aiuta e ci incoraggia a lottare e ci rende vittoriosi. I santi si sono costruiti sulla Parola di Dio e sull’Eucaristia. Davanti a noi, alla nostra libertà, ci sono sempre due vie: il vero e il falso, il giusto e ciò che non è giusto. Ci dice il Signore: fai il bene è vivrai, sii veramente un fratello e un amico per tutte le persone che avvicini».

C’è bisogno dei giovani per costruire il futuro. «Cari giovani – ha concluso il cardinale Bassetti –, c’è bisogno non solo della vostra parola ma anche del vostro sorriso, dei vostri gesti affettuosi, della vostra amicizia a iniziare dai più anziani, dalle persone che vivono nello sconforto, soprattutto in questo periodo di pandemia anche se vediamo degli orizzonti ma sono ancora lontani... Cari ragazzi, il futuro va costruito insieme a voi nella speranza».

Per la comunità parrocchia dei Ss. Biagio e Savino è stata una giornata di festa nel rivedere e nel riabbracciare, seppur virtualmente, il suo Pastore Gualtiero dopo il lungo periodo di malattia e convalescenza a seguito del Covid-19. Un incontro svoltosi nel rispetto delle norme sanitarie vigenti, ma significativo, come ha sottolineato il parroco don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, che ha ringraziato il cardinale di questa sua «attenzione nel voler vivere insieme ai giovani della nostra parrocchia la festa di san Giovanni Bosco. A loro si è unita una rappresentanza di alcuni giovani universitari e del locale gruppo Scout. Il vescovo – ha commentato don Luca – è molto attento alla situazione attuale dell’emergenza sanitaria vissuta da tanti ragazzi e ragazze. San Giovanni Bosco ci mette nella prospettiva di questo metodo preventivo dove siamo chiamati a farci prossimi ai giovani, come sacerdoti e comunità di fedeli, anche tenendo conto delle fragilità che tutta la società, soprattutto la componente più giovane, porterà nei segni di questo difficile tempo. La comunità è chiamata a mettersi al servizio dei giovani, affinché gli stessi giovani possano guardare ad uno stile educativo di servizio e attenzione al prossimo e tra le diverse generazioni. Il cardinale Bassetti, nel ricordo di Don Bosco – ha concluso il direttore dell’Ufficio per la pastorale giovanile –, si è oggi rivolto a tutta la comunità diocesana come “comunità educante” delle giovani generazioni».


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