lucarelli e tiberti (UNWEB)  NARNI  – “Impegnarsi per i diritti delle donne non è un vezzo modaiolo o l’occasione di fare bella figura per l’8 Marzo, è invece un valore da difendere e da diffondere ogni giorno dell’anno per far sì che la parità di genere sia pienamente realizzata e le opportunità siano davvero pari”. Lo dicono gli assessori del Comune di Narni, alla cultura, Lorenzo Lucarelli e al sociale, Silvia Tiberti, presentando il programma delle iniziative messe in cantiere per la Giornata internazionale della donna.

“Donne, lavoro e diritti – spiegano ancora Lucarelli e Tiberti - sono principi che vanno affermati, tutelati e fatti crescere perché sono diritti e concetti universali che contribuiscono allo sviluppo della piena personalità delle donne ma anche degli stessi uomini. Non può esserci crescita sociale, culturale ed economica senza una parallela crescita dei diritti e delle parità”.

La prima delle iniziative si svolgerà l’8 marzo in diretta streaming dall’azienda Tarket di Narni. Il Comune in collaborazione con l’associazione culturale Magazzini Artistici, ha organizzato il reading dalla fabbrica dal titolo “Donne ai lavori”. Ideato da Gabriela Carmen Marin per le riprese e l’editing a cura dell’ associazione Narni 360, il reading sarà visibile sulla pagina facebook del Comune di Narni alle 19.

Le altre iniziative previste durante il mese di marzo sono organizzate in collaborazione con la commissione pari opportuntà del Comune. Il 27 in programma la premiazione della decima edizione del Premio Mimosa a cura dell’associazione Minerva – Minervarte con le letture di Marzia Ubaldi e Maria Luigia Grisci. A seguire la presentazione della “Valigia di salvataggio” a cura della commissione pari opportunità, un progetto dedicato alle donne vittime di violenza.

Il reading - In mezzo secolo di femminismo, per quanto ci si illuda di aver conquistato la parità di genere, ancora sentiamo la necessità di scendere in piazza e gridare al mondo i nostri diritti, sul lavoro, in politica, in famiglia. Ceo, imprenditrici, manager, sono tante le donne che oggi ricoprono questi ruoli. Ma l’emancipazione comincia nella quotidianità. Lavori femminili. Lavori maschili. Il mercato del lavoro è sessuato ma quanto è ancora sessista? Il sessismo è diventato sempre più impalpabile, sfuggente, difficile da dimostrare.

Si percepisce, ma non si cattura, si sperimenta, ma spesso non si può denunciare. La marginalizzazione delle donne è certamente meno sfacciata e diffusa rispetto a solo quarant’anni fa, ma proprio per questo, forse, più pericolosa e insidiosa. Il sessismo permea, dunque, anche il mondo del lavoro contemporaneo, mimetizzandosi silenziosamente entro mercati definiti da confini che rimangono invisibili al nostro sguardo, almeno fintantoché qualcuna – o qualcuno – sfida le regole (per scelta, caso o necessità) attraversandoli. Cosa succede, dunque, alle donne che sfidano l’ordine simbolico valicando questi confini tanto invisibili quanto persistenti? Cosa significa essere donna in lavori che la società si ostina a pensare e a rappresentare come maschili. “Lavori da uomini”?


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