anciUmbria(UNWEB) Anci Umbria si stringe attorno alle famiglie delle vittime e alla città di Gubbio che sta vivendo questa terribile tragedia umana.


“Il lavoro non è questo. Il primo maggio, in modo corale, da più parti – ricorda il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini - è stato detto che bisogna ripartire dal lavoro, ma che sia lavoro sicuro. Se oggi si piange la morte di un giovane ragazzo, il suo nome era Samuel, e di una donna, il suo nome era Elisabetta, ieri di altre vittime, altri nomi, altri dolori per le famiglie, significa che non si è fatto abbastanza per dare concretezza alle intenzioni. Il Recovery Plan deve essere occasione di rinnovamento e sviluppo, ma che lo sia anche in tema di sicurezza nei luoghi di lavoro. Nonostante la Costituzione preveda agli articoli 1 e 4 che “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro” e che “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto”, non solo siamo, oggi, lontani da quelle condizioni di diritto, ma anche di sicurezza.
Occorre che le Istituzioni, tutte, insieme alle altre associazioni del mondo del sindacato, del lavoro, del mondo produttivo, ad Anci, aprano una seria riflessione su questo tema per trovare risposte, anche attraverso adeguate risorse, al problema.
Queste morti sono la sconfitta di una società moderna ed evoluta che ancora oggi non riesce a tutelare il suo bene primario, l’uomo e il suo lavoro”.
Anci Umbria porge le sue più sentite condoglianze ai familiari delle vittime, al sindaco di Gubbio, alla città, partecipando al loro dolore.


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