foto 1 incontro giovani e lavoro (UNWEB) Perugia. Nella suggestiva cornice delle colline dell’Umbria centrale, con olivi e spighe di grano pronte per la mietitura, in località Compignano di Marsciano (Pg), presso l’Azienda agricola Augusto Coli, si è svolto il 22 giugno scorso, l’incontro “Giovani e lavoro: un cantiere che non ammette ritardi”, promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve per dare concretezza e sostegno alla voglia di ripartire, o di iniziare, di tanti giovani dopo la fase acuta dell’emergenza Covid-19.

Come è stato evidenziato un po’ in tutti gli interventi, anche l’Umbria è alle prese con un’altra pandemia, quella che lede il tessuto sociale ed economico e a farne le spese maggiori sono proprio i giovani.

Gli intervenuti. A relazionare sul tema dell’incontro, organizzato anche in vista della 49a Settimana Sociale dei Cattolici Italiani (Taranto, 21-24 ottobre 2021), sono stati invitati il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, Michele Fioroni, assessore allo sviluppo economico e innovazione della Regione Umbria, Michele Toniaccini, presidente ANCI Umbria, Michela Sciurpa, amministratore Unico di Sviluppumbria servizi alle imprese, e Giuseppe Cioffi, presidente di ITS Umbria Academy. A precedere i loro interventi sono stati i saluti del sindaco di Marsciano Francesca Mele, che ha richiamato il ruolo dell’Amministrazione locale a creare le condizioni migliori per lo sviluppo occupazionale, quindi sociale ed economico, anche nel favorire la formazione professionale (a Marsciano è presente da tre lustri una scuola di formazione professionale dei Salesiani), e del direttore della Pastorale sociale e del lavoro dell’Archidiocesi perugino-pievese il diacono Carlo Cerati, che ha sottolineato l’inscindibilità del lavoro dalla salvaguardia del Creato prendendo spunto dall’esperienza della giovane azienda agricola Coli. Azienda che, insieme ad altre del Marscianese, ha ricevuto, al termine dell’incontro, dal direttore Cerati, l’attestato per essersi distinta per occupazione, innovazione, crescita economica e rispetto del Creato. A moderare l’incontro è stata Francesca Di Maolo, coordinatrice della Commissione regionale per il sociale e il lavoro della Ceu.

È l’ora del prendersi cura. La moderatrice, nel fare una “sintesi” degli interventi, ha coniato uno “slogan” per questo riuscito incontro ricordando le tappe storiche del processo di industrializzazione e scoperte tecnologiche dell’umanità, ponendosi una domanda: “Cosa ci lascia la pandemia verso il futuro guardando al nostro passato? Questa è l’ora della rivoluzione e del prendersi cura. Oggi abbiamo dato vita ad una tavola rotonda con le Istituzioni che operano a diverso livello sul tema del lavoro a partire dalla Regione Umbria, che sarà impegnata ad alzare lo sguardo oltre la pandemia ricostruendo le politiche attive del nostro territorio e, nel contempo, anche occupandosi di quei percorsi formativi e professionalizzanti di accompagnamento”.

Il denominatore comune. “Abbiamo coinvolto – ha proseguito Francesca Di Maolo – i sindaci, attraverso l’Anci Umbria, che hanno dimostrato come nelle loro amministrazioni, in una logica di prossimità e di sussidiarietà, può essere affrontato il rapporto giovani e lavoro. Sono stati toccati anche i grandi temi della competitività e dello sviluppo attraverso la voce di Sviluppumbria fino ad arrivate all’Its, che interviene in modo efficace fra domanda ed offerta di lavoro. Anche a questi organismi si guarda nel Recovery plan come ponti straordinari fra i giovani e il lavoro accompagnandoli nei loro talenti. Molti giovani sono pronti nei loro mestieri a cui spesso non si guarda e attraverso l’Its abbiamo conosciuto come le imprese possono mettersi al loro fianco. Il denominatore comune è stato lo sguardo sui giovani che sono una straordinaria risorsa e speranza”.

Nella realtà concreta. “In tutto questo la Chiesa – ha commentato Francesca Di Maolo – ha fatto da trade-union verso questo accompagnamento dei giovani al lavoro, anche con il Progetto Policoro della Cei, il cui obiettivo è quello di non lasciarli soli e tenerli per mano nell’aprire a loro le porte delle parrocchie. E’ una Chiesa che esce dal tempio e va nella realtà concreta”. Altro aspetto sottolineato dalla moderatrice è stato quello della preparazione, a livello territoriale, alla 49a Settimana Sociale che ha per “tema forte – ha sottolineato – le tematiche ambientali, il lavoro sostenibile..., un cammino nella capacità di tessere le relazioni. La Chiesa, in questo – ha concluso –, ha un compito, quello di tenere aperto un dialogo anche tra le istituzioni portando a superare i particolarismi e aiutando la politica ad uscire dalla logica ‘o la pensi come me, o sei il mio nemico’”.

 

---------

Il cardinale Gualtiero Bassetti sul rapporto giovani e lavoro: “sono troppi anni che parliamo

della disoccupazione giovanile. Dobbiamo cercare di chiudere questo cantiere

nel più breve tempo possibile e inaugurare un nuovo edificio”

“‘Giovani e lavoro: un cantiere che non ammette ritardi’ è un tema a me molto a cuore e su cui molte volte mi sono espresso”. Lo ha sottolineato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, intervenendo all’incontro promosso dalla Pastorale sociale e del lavoro dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, il 22 giugno, a Compignano di Marsciano (Pg). “Parlare del rapporto tra i giovani e il lavoro – ha precisato il cardinale – significa affrontare tre questioni, a mio avviso, di grande importanza”, che sono, ha aggiunto, “la dignità della persona umana, la famiglia e il futuro della nostra società”.

No all’idolatria del lavoro. Il presidente della Cei, nel soffermarsi sulla “dignità”, ha evidenziato che “attraverso il lavoro gli esseri umani partecipano alla con-creazione del mondo. Se noi riconosciamo questa sacralità, se noi assumiamo la consapevolezza che possiamo fare del bene con le nostre opere, allora anche la nostra umanità si arricchisce e la vita acquista un significato nuovo. L’assenza di lavoro - o il suo opposto, l’idolatria del lavoro - svilisce invece l’animo umano e porta molti giovani alla rassegnazione, all’umiliazione e alla perdita di speranza”. Entrando nel merito del rapporto giovani e lavoro, il cardinale Bassetti ha parlato delle vicende lavorative “non moralmente accettabili”, riferendosi, ha detto, “ad esempio, alla pratica dei lunghi tirocini gratuiti; oppure ad alcune forme di collaborazione con remunerazioni discutibili; ad alcuni orari di lavoro troppo impegnativi; e infine, nel caso delle donne, a quella sottile condizione di ricatto morale, più o meno esplicita, che si viene a creare in alcune situazioni lavorative in caso di gravidanza”.

Giustizia ed equità. “Abbiamo un grande obiettivo che, come avrebbe detto La Pira, è direttamente ispirato dal Vangelo – ha auspicato Bassetti –: costruire un mondo del lavoro che sappia valorizzare appieno il talento dei nostri giovani e che possa permettere di armonizzare la vita familiare con quella lavorativa. Per fare tutto questo, occorre costruire in definitiva una società più giusta. Una società che sappia coniugare lo sviluppo economico del nostro Paese con le legittime aspirazioni dei nostri ragazzi. ‘Praticare la giustizia e l'equità - si legge nel libro dei Proverbi - è cosa che il Signore preferisce ai sacrifici’. Giustizia ed equità: due principi sacrosanti che dobbiamo tradurre concretamente nel mondo lavoro. E lo dobbiamo fare non solo perché bisogna rispettare alcuni ideali, ma per amore dei nostri giovani, per amore dei nostri figli, per amore delle nostre famiglie. Questo è il comandamento di Gesù: il comandamento dell’amore”.

Un edificio in cui essere protagonisti. “Avete scelto un bel titolo per questo incontro che mi permetto di citare alla conclusione del mio intervento come invito all’impegno attivo: “Giovani e lavoro. Un cantiere che non ammette ritardi”. È proprio così: sono troppi anni che parliamo della disoccupazione giovanile. Dobbiamo cercare di chiudere questo cantiere nel più breve tempo possibile e inaugurare un nuovo edificio. Un edificio in cui i nostri ragazzi e le nostre ragazze possano veramente sviluppare la loro personalità e, soprattutto, essere i protagonisti del mondo di oggi e della società del futuro”.


asi 300x250 1

 AVIS

80x190