Toccante l’odierna cerimonia di chiusura del corso per mediatore europeo per l’intercultura. Il Rettore è il Prefetto di Perugia hanno consegnato i diplomi a tutti i corsisti
(UNWEB) Perugia. Centrale l’intervento del prefetto Gradone: “Senza mediazione culturale la filiera degli interventi sui migranti non ha effetto”
Perugia, Si è aperta con le note degli inni d’Italia e d’Europa suonati dal Maestro Stefano Ragni la cerimonia di chiusura e consegna dei diplomi del Corso per mediatore europeo per l’intercultura a valere sul progetto FAMI prog-1366 - “MICSE mediatore per l'intercultura e la coesione sociale in Europa”.
Una cerimonia resa toccante non solo dagli interventi dei corsisti, provenienti da molti paesi del mondo e prevalentemente dal continente africano, ma anche dal lungo e intenso intervento del prefetto di Perugia, Armando Gradone, il quale ha ripercorso la sua esperienza professionale in terra siciliana, in cui si è trovato ad accogliere e gestire complessivamente oltre 150.000 migranti.
“All’Europa è mancata sin qui la fiducia culturale in un progetto di inclusione, concetto ben più denso e complesso di quello di accoglienza, il quale per definirsi implica casa, lavoro ed equilibrio affettivo per le persone migrate” ha sottolineato il prefetto, il quale ha proseguito affermando che “nel nostro paese serve la responsabilità decisionale di mettere a punto un piano di gestione in tema migratorio che superi l’emergenzialità”.
Secondo quanto ha affermato Gradone, infatti, è fisiologico assumere che i flussi migratori non si fermeranno e che gli Stati europei debbano pertanto concepire un piano di lungo respiro che preveda anche adeguate professionalità: “Senza mediatore culturale il dialogo tra medico ed immigrato spesso fallisce; senza mediatore culturale falliscono sicuramente quelli con lo psicologo, con il giudice, con il funzionario comunale e con il direttore scolastico” ha concluso.
“Sono molto in sintonia con il prefetto” - ha commentato il rettore De Cesaris, il quale aprendo la cerimonia ha affermato che “la figura del mediatore culturale deve essere al servizio di un’idea di integrazione e coesione sociale che dobbiamo tutti concorrere a creare. Non a caso l’Università per Stranieri di Perugia è all’origine del percorso che il Ministero dell’Università ha intrapreso in questo senso, giacché la sua concretizzazione attraverso i finanziamenti FAMI del Ministero dell’Interno è partita da qui”.
Soddisfatti e fiduciosi per il loro futuro professionale si sono mostrati gli studenti che hanno fatto questa esperienza: “E’ stato molto di più di un corso di formazione quello che ho frequentato – ha detto nel corso del suo intervento una delle giovani corsiste -; perché grazie ad esso ho acquisito la consapevolezza profonda che la dinamicità e il progresso sociali si possono attuare solo attraverso l’integrazione e l’interazione tra culture diverse. Esserne cosciente mi darà l’energia giusta per fare al meglio il lavoro per il quale ho studiato”.
La cerimonia ha avuto termine con la consegna dei diplomi, che gli studenti hanno ricevuto dal rettore Cesaris e dal Prefetto di Perugia Armando Gradone.