DSC 6117(UNWEB) Spoleto. Il direttore don Edoardo Rossi ha tracciato le linee profetiche per l’avvenire: «In collaborazione con le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto accoglieremo una famiglia di rifugiati provenienti dall’Afghanistan; stiamo lavorando per realizzare la cittadella della carità nel quartiere di S. Nicolò a Spoleto».

Il pomeriggio della giornata dedicata al 50° di fondazione della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia (sabato 4 settembre 2021) è stato dedicato alla profezia. Dopo un concerto dell’Associazione Culturale Giovanile “Bisse” sul tema dell’accoglienza, del rispetto dell’ambiente, della carità, è stato il direttore della Caritas don Edoardo Rossi a tracciare le linee di azione future.

Caritas come Istruzione ed Educazione. «In collaborazione con gli istituti superiori di secondo grado, coordinati dall’Istituto Agrario di S. Anatolia di Narco, la Fattoria della Misericordia in località Castellocchio di Eggi, verrà riqualificata e valorizzata con l’obbiettivo di proporre e promuovere un cammino di apprendimento e crescita, per educare ad una alleanza con l’ambiente. L’educazione sarà inefficace e i suoi sforzi saranno sterili se non si preoccupa anche di diffondere un nuovo modello circa l’essere umano, la vita, la società e la relazione con la natura. È necessario avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma ad uno stile di vita. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità».

Caritas e carcere. «In sinergia con l’Ufficio di Sorveglianza ed il Dipartimento Penitenziario, ci mettiamo a disposizione di coloro che vengono ammessi a svolgere lavori di pubblica utilità, misure alternative alla detenzione e permessi; a fianco dell’uomo, disponibili all’ascolto, senza giudizio e senza pregiudizio».

Caritas e famiglia. «In famiglia si impara a chiedere “permesso” senza prepotenza; a dire “grazie” come espressione di apprezzamento per le cose che riceviamo; a chiedere “scusa” quando facciamo qualcosa di male. Piccoli gesti di sincera cortesia che aiutano a costruire una cultura della vita condivisa e del rispetto per quanto ci circonda. La famiglia è e continuerà ad essere vicinanza e sostegno discreto per altre famiglie. Capace di intercettare bisogni e disagi nascosti, celati dal peso della vergogna di vivere in una condizione di difficoltà. E qui penso alla Casa Patris corde che abbiamo aperto a Montefalco per i padri separati».

Caritas e missioni. «Sostenere le Missioni è l’espressione della Chiesa che respira universalità, abbatte le frontiere, mette al centro il rispetto della dignità della persona. Nel portarci al di là del nostro io isolato verso l’ampiezza della comunione, testimoniamo non solo che la fede è fondata sul “noi”, sulla comunione, ma anche sull’impegno a creare un “noi” sempre più grande. Il “noi” è fondamento non solo della fede, ma anche della speranza e della carità: caratterizza l’abito cristiano, la nostra responsabilità e i nostri progetti. Tra questi, da ultimo, in collaborazione con le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto accoglieremo una famiglia di rifugiati provenienti dall’Afghanistan».

Caritas e giovani. «Il Papa ci dice: “Non bastano i “like” per vivere: c’è bisogno di fraternità, c’è bisogno di gioia vera. La Caritas può essere una palestra di vita per far scoprire a tanti giovani il senso del dono, per far loro assaporare il gusto buono di ritrovare sé stessi dedicando il proprio tempo agli altri”. Lo sport, in cui molti giovani trascorrono gran parte del loro tempo, è la metafora della vita. Questo è il messaggio che si è voluto trasmettere ai partecipanti dell’evento “Sport testimone di verità” svoltosi il 29 agosto presso la pista di atletica di Spoleto, che ripeteremo in futuro: un modo essenziale di vivere lo sport, nella sana competizione, nel valorizzare tutti i componenti della squadra. È anche compito della Caritas contribuire a riportarlo ai suoi veri valori».

La cittadella della carità a S. Nicolò. «Ci piace sognare in grande», ha concluso don Edoardo. «Per questo stiamo lavorando per realizzare una sede per la nostra Caritas diocesana che sia come una piccola cittadella della carità nella Città, braccio teso a tutti senza differenza, luogo aperto all’ascolto, all’accoglienza, alla condivisione e alla compassione. Sarà nel quartiere di San Nicolò (nei locali della ex parrocchia), una delle zone più popolose della città, facilmente raggiungibile da tutta l’Archidiocesi. Vogliamo affidare questo progetto a tre sante donne della nostra Chiesa, che nel tempo sono state segni concreti di carità: Scolastica da Norcia, Rita da Cascia e Chiara da Montefalco». Il pomeriggio in teatro è terminato con un ballo africano proposto da due giovani suore della Sacra Famiglia di Spoleto della repubblica Democratica del Congo.

Messa in Duomo. L’intensa giornata del 4 settembre si è conclusa in Cattedrale con la Messa presieduta dall’Arcivescovo. Nell’omelia il Presule ha sottolineato come sia «vero che Dio non fa preferenze di persone, ma è altrettanto vero che il suo cuore è come sbilanciato verso i poveri e i deboli».


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