IMG 20210927 WA0003A palazzo dei Priori la sagoma dello studente in segno di solidarietà

 

(UNWEB) Perugia. La sagoma raffigurante il giovane Patrick George Zaki, disegnata e realizzata per la sezione italiana di Amnesty International dall’artista ed attivista Gianluca Costantini,arriva anche a Perugia.

Il gruppo di Amnesty International Perugia questa mattina alle ore 11 ha consegnato ufficialmente al Sindaco di Perugia Andrea Romizi la sagoma del giovane studente egiziano, che è stata posizionata nell’atrio di Palazzo dei Priori, palazzo istituzionale e sede del Comune di Perugia.

Già nei mesi scorsi era stata avviata una collaborazione tra gli attivisti e le attiviste del gruppo Amnesty di Perugia e l’amministrazione comunale su alcune iniziative di sensibilizzazione per il giovane Patrick, come ad esempio l’illuminazione di giallo della fontana Maggiore in Piazza IV Novembre per chiedere la liberazione di Patrick ad un anno dal suo arresto, e  il riconoscimento della cittadinanza onoraria della città, concessa con la delibera n 53 del 19/04/2021, ma ufficializzata oggi; un forte segnale di vicinanza da parte della città di Perugia al giovane incarcerato da più di un anno, in vista della prossima udienza del processo in cui è imputato che si terrà nella giornata di domani.

Patrick, attivista, ricercatore e studente  egiziano, si trova dal 7 febbraio 2020 in detenzione preventiva fino a data da destinarsi.

È un prigioniero di coscienza detenuto esclusivamente per il suo lavoro in favore dei diritti umani e per le opinioni politiche espresse sui social media.

Il 7 febbraio 2020 Patrick Zaki, studente egiziano del Gemma (Master Erasmus Mundus che si occupa di “Women’s and Gender Studies”) dell’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, viene fermato all’Aeroporto del Cairo, appena atterrato con un volo proveniente dall’Italia.

Nel suo paese avrebbe dovuto trascorrere solo una vacanza in compagnia dei suoi cari in una breve pausa accademica.

E invece è iniziato l’incubo.

Dopo diverse ore di sparizione forzata, ricompare il giorno dopo, 8 febbraio, di fronte alla procura della città di Mansura per la convalida dell’arresto. Il mandato di cattura contiene le accuse di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo.

Patrick Zaki rischia fino a 25 anni di carcere per dieci post di un account Facebook, che la sua difesa considera falsi, sulla base dei quali la magistratura egiziana basa le sue accuse.

A causa della diffusione del Covid-19 anche in Egitto per Patrick, così come per altre decine di migliaia di detenuti egiziani, le preoccupazioni legate all’emergenza sanitaria sono fortissime.


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