WhatsApp Image 2022 02 20 at 13.40.21L’evento promosso dall’Azienda Ospedaliera di Perugia. Premiati i finalisti del concorso letterario “Io c’ero… il tempo sospeso”. Racconti di vita al tempo della pandemia dall’ospedale di Perugia

 

(UNWEB) Perugia, Si è celebrata questa mattina, nella prestigiosa cornice della Sala dei Notari di Perugia, la Giornata nazionale del personale sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato. La giornata è stata istituita con la Legge n. 155 del 13 novembre 2020 “per onorare il lavoro, l'impegno, la professionalità e il sacrificio del personale medico, sanitario, sociosanitario, socioassistenziale e del volontariato nel corso della pandemia da Coronavirus”. 

Per l’occasione l’Azienda Ospedaliera di Perugia ha promosso un momento di ringraziamento al personale impegnato nella lotta al Covid alla presenza della città e delle Istituzioni. Alla cerimonia hanno preso parte la Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei,  il Commissario regionale per l'emergenza coronavirus, Massimo D'Angelo, il Sindaco di Perugia, Andrea Romizi, il direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia, professor Vincenzo Talesa, il personale sanitario. Presente anche il Maestro Mogol, promotore, insieme al regista Terzani Ozpetek, della Giornata nazionale del 20 febbraio. 

Il Direttore generale facente funzioni dell’Azienda Ospedaliera di Perugia, Giuseppe De Filippis, ha aperto la giornata con un saluto rivolto alla città: “Abbiamo deciso di uscire dall’Ospedale e di abbracciare simbolicamente la città di Perugia che, nella battaglia contro la pandemia, ci ha dimostrato una grandissima solidarietà. Non posso, poi, di certo esimermi dal ringraziare i nostri sanitari che si sono spesi con una dedizione fuori dal comune, a volte sopra le forze, mettendo la propria professionalità e il proprio dovere sopra tutto e sacrificando il tempo alle famiglie. Un ringraziamento va alla cittadinanza che, silenziosa, ha lottato insieme a noi, a tutte le Istituzioni che hanno supportato lo sforzo e il lavoro degli operatori in questi due anni di pandemia e al mondo del Volontariato”.  

Il Commissario per l'emergenza Covid, Massimo D'Angelo ha sottolineato come “il sistema sanitario umbro, in questi due anni, è riuscito a garantire una risposta tempestiva ed efficace ai bisogni di salute dei cittadini, come testimoniato dai principali indicatori prodotti periodicamente dal Ministero della salute, che ci vedono tra le prime regioni italiane per i risultati della campagna vaccinale, per l’occupazione dei posti letto, per l’individuazione delle varianti del virus e per il numero di tamponi eseguiti. Come commissario ho avuto la responsabilità di prendere decisioni delicate ma sono sempre stato sostenuto da tutti gli operatori, di ogni ambito e disciplina, che si sono messi a disposizione in maniera encomiabile, con dedizione, umanità e professionalità. D’altro canto, nel contrasto al Covid hanno svolto un ruolo altrettanto importante i cittadini che con comportamenti individuali rispettosi delle regole, hanno consentito un graduale ritorno alla socialità evitando un sovraccarico sugli ospedali e sui servizi sanitari territoriali”.

Il professor Talesa ha portato i saluti del Magnifico Rettore Maurizio Oliviero, che ha ricordato come questa Giornata “rappresenti per tutte e tutti noi una preziosa occasione per manifestare la nostra più profonda e sincera riconoscenza verso chi, in uno dei periodi più complessi e drammatici della recente storia mondiale, ha dimostrato uno straordinario senso di responsabilità, unione altissima di senso del dovere e amore per l’altro, consentendoci così non solo di non dimenticare, ma a volte persino di riscoprire, la nostra umanità più vera.”

Il Sindaco del Comune di Perugia, Andrea Romizi, ha espresso apprezzamento per una ricorrenza che “tiene vivo il ricordo dei sacrifici fatti da chi è stato ed è in prima linea per assistere la popolazione”. “Fare tesoro dei valori che hanno animato e animano gli operatori del mondo della sanità e del volontariato - ha sottolineato il sindaco - significa alimentare quel senso di comunità senza cui non può esserci ripartenza. L’amministrazione comunale ha già voluto manifestare gratitudine alle realtà impegnate a fronteggiare l’emergenza pandemica. Proprio in questa sala, nel 2020 sono stati premiati con l’iscrizione nell’Albo d’oro l’Azienda ospedaliera di Perugia, il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi, la Usl Umbria 1, le Professioni Sanitarie e l’Avis comunale. La nostra vicinanza persisterà, nella consapevolezza dello spirito che contraddistingue operatori sanitari e volontari, impegnati a garantire il benessere degli altri, mettendo anche a rischio il proprio”.

Il Maestro Mogol, nel corso della cerimonia ha ricordato come sia nata la Giornata nazionale da lui promossa insieme al regista Ferzan Özpetek per non dimenticare l’impegno profuso sul campo di tutti i sanitari nella lotta alla pandemia. 

Toccanti le testimonianze del personale sanitario - il medico Maria Cristina Vedovati del reparto di Medicina d’Urgenza, l’infermiera del reparto di Malattie Infettive Barbara Billai, la coordinatrice dei tecnici di laboratorio di Microbiologia, Francesca Lucheroni, l’ostetrica Pamela Rampini e, per l’Usl Umbria1, il medico Ugo Paliano e la coordinatrice infermieristica Marina Pettirossi –che attraverso parole chiave come fiducia, sguardo, condivisione e rinascita, hanno raccontato i momenti salienti del proprio percorso alle prese con il Covid-19. 

In particolare, la dottoressa Vedovati, ha scelto la parola fiducia per ricordare quanto sia importante confidare nella Scienza che ci ha condotto alla scoperta dei vaccini, ma anche la importanza della fiducia reciproca con i colleghi e con i pazienti per affrontare la battaglia. La infermiera Bellai, sul campo da 30 anni, ha ricordato come lo sguardo fosse l’unico canale di comunicazione non verbale con i pazienti per cercare di consolare la loro paura, ma anche per cercare di non arrendersi e di vincere la battaglia contro la pandemia volgendo sempre lo sguardo alla Scienza che giorno dopo giorno ci ha dato soluzioni e risposte. La dottoressa Lucheroni, durante la sua testimonianza sul palco della Sala dei Notari ha raccontato come in questi due anni il mondo abbia conosciuto l’ importanza della diagnostica di laboratorio che “salva la vita”, mentre la ostetrica Rampini ha scelto il concetto di rinascita per ricordare, dal palco, come, nonostante la paura, la vita e la speranza siano piu’ forti di tutto. Rinascita come speranza per il futuro, grazie alla Scienza. La infermiera Pettirossi, 38 anni di esperienza alle spalle, ha ripercorso le fasi della pandemia, dalla paura al dolore e alla rabbia, fino alla gioia della svolta, la scoperta dei vaccini: “ Sono stata la prima infermiera a vaccinarsi in Umbria”. A chiudere le testimonianze e’ stato il dottor Paliani, direttore della Medicina Interna Covid dell’Ospedale di Pantalla, che ha posto l’accento sui momenti essenziali che gli operatori vivevano negli ospedali, dalle visite ai pazienti alle chiamate con i familiari, fino al confronto con i colleghi e il ritorno a casa, spesso isolati per salvaguardare i propri cari. Paliani ha concluso con un ringraziamento a tutti gli operatori e i vertici della Sanita’

La Presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha infine chiesto un minuto di silenzio per ricordare ed onorare il personale sanitario che ha perso la vita in questa battaglia.Questa giornata – ha ricordato la Presidente - è occasione giusta e gradita per ringraziare tutti gli operatori del settore sanitario e socio sanitario, del personale socio-assistenziale e del volontariato, per lo straordinario lavoro che hanno svolto in questo lungo periodo di emergenza pandemica, ma anche per il lavoro che quotidianamente svolgono lontani dall’attenzione mediatica ma con lo stesso amore e attenzione. A loro va il ringraziamento di tutta la comunità umbra, per la loro professionalità e per la estrema umanità. In questo periodo di emergenza abbiamo compreso ancora di più quanto la sanità, e chi vi opera, sia fondamentale per una collettività. Per questo lo sforzo di tutti, delle istituzioni in primo luogo, deve essere quella di creare le condizioni migliori affinché gli operatori del settore, formati al meglio, possano svolgere la loro attività nel miglior modo possibile”.

La Presidente ha ricordato le email di ringraziamento ricevute per l’operato dei sanitari e ringraziato  la struttura regionale, i direttori delle Aziende Ospedaliere e Sanitarie e l’Esercito. La Regione Umbria e’ bianca ed e’ frutto di un grande lavoro di squadra, di organizzazione e di risposta degli ospedali”

La seconda parte della giornata è stata dedicata alla premiazione dei finalisti del Premio Letterario promosso dall’Azienda Ospedaliera di Perugia “Io c’ero… il tempo sospeso”. Racconti di vita al tempo della pandemia dall’ospedale di Perugia e rivolto a coloro che hanno vissuto l’esperienza del Covid19 nella struttura ospedaliera: pazienti, caregiver, familiari e personale. 

Il primo classificato, per la sezione dipendenti, è stato il racconto “Il Lumino custode” di Luca Floridi, custode dell’Obitorio, con la seguente motivazione: “Gli oggetti raccontano lo strazio degli umani di fronte, non solo alla malattia e al dolore per la perdita di una persona amata, ma anche all’estremo affronto che la pandemia ha causato: il non poter adeguatamente salutare e accompagnare i propri cari nell’ultimo passo. Il racconto ha convinto la giuria per la delicatezza e la compassione che l’autore è riuscito a infondere nei dialoghi tra gli Oggetti del Corredo Funebre”.

Il secondo classificato del Premio è stato il racconto “Ale, sveglia, è ora di andare a scuola” di Ilenia Giovanna Rotella, operatore socio-sanitario, mentre ‘L’unicorno sul soffitto” di Stefano Cristallini, medico anestesista rianimatore, si è aggiudicato il terzo posto.

Per la sezione pazienti, si è classificato al primo posto il racconto “Testa o croce” di Cinzia Corneli“per la capacità di espressione chiara e, per il coraggio della condivisione del proprio pensiero intimo e per essere riuscita a far riflettere con delicatezza sulla drammaticità del distacco dagli affetti più cari. Le parole evocano le immagini, sono intense e palpabili così come i sentimenti forti a cui rimandano”. 

Il secondo classificato del Premio è stato il racconto “Cento giorni da paziente Covid-19, la mia ultima vittoria” di Francesco Zonaria, terzo classificato il racconto “La barba bianca” di Michele Nucci. I sei finalisti hanno ricevuto una pergamena e degli oggetti realizzati artigianalmente dai bambini e dalle maestre della scuola “Coniglietti Bianchi” dell’Ospedale di Perugia, mentre il giornalista Luca Ginetto, capo redattore Rai Tgr Umbria, tra i giurati del Premio, ha letto alcuni estratti dei racconti classificati. 

La giornata è stata arricchita dagli intermezzi musicali di “SatorDuo” composto dal violinista Paolo Castellani e dal chitarrista Francesco Di Giandomenico. 

 

RACCONTI CLASSIFICATI PREMIO LETTERARIO “IO C’ERO... IL TEMPO SOSPESO”
RACCONTI DI VITA AL TEMPO DELLA PANDEMIA DALL’OSPEDALE DI PERUGIA

L’Azienda Ospedaliera di Perugia nel 2021 ha promosso il Premio letterario “Io c’ero... il tempo sospeso”. Racconti di vita al tempo della pandemia dall’ospedale di Perugia, rivolto a coloro che hanno vissuto l’esperienza del Covid19 nella struttura ospedaliera: pazienti, caregiver, familiari e personale.
Sono stati 54 i racconti pervenuti da agosto ad ottobre. Di questi, la giuria esterna ne ha selezionati sei, tre per ciascuna sezione (dipendenti e pazienti dell’Azienda Ospedaliera), valutando non solo l’attinenza al tema, ma l’originalità e la creatività del taglio narrativo e la capacità di comunicare un’emozione.
Le opere pervenute sono state valutate da una Commissione di esperti composta da Antonella Pinna (Regione Umbria), dirigente del Servizio musei, archivi e biblioteche istruzione e formazione, Roberta Migliarini (Comune di Perugia), dirigente dell’Area dei servizi alla persona, Stefano Giovannuzzi (Università degli Studi di Perugia), professore dipartimento di Lettere-Lingue, Letterature e Civiltà antiche e moderne, Luca Ginetto (Rai) giornalista, caporedattore Rai Tgr Umbria, Antonio Onnis (SIMeN), medico referente Società italiana medicina narrativa e dagli editori Jean Luc Bertoni (Bertoni editori) e Fabio Versiglioni (Futura libri). I responsabili scientifici aziendali del premio sono la dottoressa Antonietta Mesoraca, medico oncologo della direzione medica, e la dottoressa Maristella Mancino, sociologa e assistente sociale. Il progetto è stato seguito dal servizio Formazione e Qualità diretto dalla dottoressa Donatella Bologni.

Per la sezione dipendenti, si è classificato al primo posto il racconto “Il Lumino custode” di Luca Floridi, tecnico obitorio. Con originalità e poesia ha dato voce agli oggetti del corredo funebre: c’è il Veterano, il carrello che aveva sostenuto, negli anni, più di 300 feretri, il giglio, il Cero Elettrico e il giovane Lumino. Sullo sfondo, la pandemia, la solitudine e il silenzio.
“La fiamma elettrica del lumino sembrava un po’ affievolirsi, come se seguisse la tristezza provata dai familiari di Giulio in questi giorni”.
Il secondo classificato è il racconto “Ale sveglia, è ora di andare a scuola” di Ilenia Giovanna Rotella, operatore sociosanitario. Ha narrato i mesi più bui della pandemia attraverso gli occhi di un bambino che si è appena svegliato dopo aver fatto un brutto sogno. Un dialogo tenero e intenso tra madre e figlio.
“Ogni giorno tutti quelli che non potevano uscire andavano sui balconi, sulle terrazze, alle finestre, e gridavano, cantavano, applaudivano. Anche io uscivo e ti applaudivo, perché grazie a te c’era una speranza, piccola ma ci stava”.
Terzo posto al racconto “L’unicorno sul soffitto” di Stefano Cristallini, medico anestesista rianimatore che, con una forza dirompente, ha messo nero su bianco l’angoscia e il dolore nella strenua lotta al Covid19.
“Operatori, pazienti e familiari, uniti nella stessa trincea. Per me questo è stato il Covid”.

Per la sezione pazienti, il primo classificato è “Testa o croce” di Cinzia Corneli. Con una narrazione delicata racconta la perdita del padre, la forza con cui ha lottato e il dolore lacerante del distacco.
“È come se la tua vita fosse acqua tra le mie mani che tremano, gocce che senza sorgente a poco a poco smarrisco”.

Al secondo posto, “Cento giorni da paziente Covid-19, la mia ultima vittoria” di Francesco Zonaria. Nel suo racconto c’è tutta la forza e l’amore della sua famiglia nei difficili giorni passati in ospedale.
“Ringrazierò per sempre chi non si è mai stancato di tenere accesa la fiammella della comunicazione con il mio corpo martoriato e con il mio cuore affranto”.

Terzo classificato, “La barba bianca” di Michele Nucci. Toccante racconto della perdita del padre, nei mesi più bui della pandemia, quando le file delle ambulanze, lo sforzo dei sanitari e il silenzio della sala d’attesa del pronto soccorso erano lì a ricordarci la drammatica realtà. “Non ci siamo potuti toccare, abbracciare, stringere, accarezzarci. Niente. Solo piangere da soli. Tutti a distanza. Imprigionati in noi stessi, anche nel dolore”.


 AVIS

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