card bassetti nella chiesa opera don guanella supplica alla madonna del rosarioIl presule: «La mamma è il grande dono del Signore a tutti noi figli. Ci accorgiamo della grandezza di questo dono solo quando viene a mancare»

(UNWEB) Perugia. Nel giorno della Supplica alla Madonna del Rosario di Pompei, della Festa della mamma e della Giornata delle vocazioni, domenica 8 maggio, il cardinale Gualtiero Bassetti si è recato a celebrare l’Eucaristia nella chiesa dell’Istituto “Opera Don Guanella - Centro Sereni” in Montebello di Perugia, da quasi quattro anni chiesa parrocchiale delle comunità della XVII Unità pastorale dell’Archidiocesi; comunità affidate alle cure dei padri Guanelliani. Al termine della celebrazione eucaristica, molto partecipata, il cardinale si è inginocchiato dinanzi alla statua della Beata Vergine recitando la Supplica alla Madonna del Rosario insieme ai concelebranti padri Guanelliani e ai fedeli, per poi intrattenersi con i «buoni figli» di quest’Opera tanto cara ai perugini. I «buoni figli», come li chiamava san Luigi Guanella, sono il cuore pulsante, da oltre 75 anni, di questa preziosa realtà socio-sanitaria e caritativa-missionaria guanelliana di Perugia, dove quotidianamente trova concretezza il Vangelo di Cristo insieme alla professionalità di operatori e volontari.

Annunciatori decisi della Parola. Nell’omelia, richiamandosi alle letture della Parola di Dio, Bassetti ha parlato «di una grande consolazione per tutti noi che va accolta, prima di tutto, nel cuore e nella vita. Il brano dell’Apocalisse parla di prove, di tempeste, ma alla fine c’è Dio che asciugherà ogni lacrima, perché Dio sarà tutto in tutti. Noi cristiani abbiamo una grande missione, anche con il nostro impegno e con la nostra preghiera, quella di essere operatori di pace nel preparare cieli nuovi e terra nuova. Abbiamo questo compito, ma il protagonista di tutto è lo Spirito del Signore Risorto, che ci muove e ci riempie di gioia. Nelle nostre labbra ci deve essere sempre la gioia dell’annuncio della Parola di Dio, perché al di fuori di essa non ci può essere salvezza. Diventiamo anche noi, nei nostri ambienti di vita e di lavoro, degli annunciatori franchi, coraggiosi e decisi della Parola di Dio. Il modello da seguire è il Buon Pastore che protegge il suo gregge dai lupi feroci. È il Buon Pastore non di un gregge anonimo, ma uno ad uno ci guida e ci tiene per mano».

Il cardinale si è poi soffermato sui tre aspetti che hanno arricchito questo giorno del Signore: la Supplica alla Madonna del Rosario, la Festa della mamma e la Giornata delle vocazioni.

La Supplica. «Due anni fa ho avuto la gioia di andare a Pompei a recitare la Supplica per tutta l’Italia – ha raccontato –. C’erano migliaia e migliaia di persone, perché la gente è molto devota. Soprattutto nei momenti più difficili e di crisi - veniamo da una pandemia ed è in atto una guerra nella nostra Europa - affidarci alla Beata Vergine e dire: “sotto la tua protezione, Santa Madre di Dio, noi consegniamo la nostra vita”, diventa una cosa dolce e spontanea».

La mamma. «E’ il riflesso della maternità di Dio su questa terra. La mamma è forse una delle grandi invenzioni che Dio abbia fatto per la nostra vita. La mamma è il grande dono del Signore a tutti noi figli. Ci accorgiamo della grandezza di un dono, come quello della mamma, quando viene a mancare. Sentiamo la mancanza della mamma anche se siamo adulti, un sentimento che ho provato anch’io, ero già vescovo».

Il pane. Altro dono prezioso, ha evidenziato il cardinale, «è il pane e ci si accorge della sua importanza solo quando non c’è più. In tempo di guerra quanto si è sofferto per un pezzo di pane indurito; oggi quanto ne viene sprecato? I cassonetti dei rifiuti delle nostre città sono spesso pieni di pane. Lo ripeto, ci rendiamo conto dei doni di Dio solo quando vengono a mancare».

Un monito di Bassetti a non attendere la mancanza di un dono prezioso per apprezzarne l’importanza e il suo valore spesso indispensabile per la nostra vita.

Le vocazioni. «Dobbiamo pregare di più per le vocazioni nella Chiesa – ha chiesto il cardinale –. Siamo troppo disinteressati, forse pensiamo troppo ai nostri problemi. Le vocazioni sono anche il frutto dei nostri sacrifici e della nostra preghiera. Pregate perché qualcuno torni nel nostro Seminario di Assisi, che si sta svotando. Io ho avuto la gioia di ordinare 32 preti nei miei tredici anni di ministero di vescovo qui a Perugia. Ora ci sono appena 4 seminaristi perugini, ma sono importanti nuove vocazioni perché nel consacrare la vita a Dio si dona la propria vita al servizio anche dei fratelli con disabilità». E il riferimento del cardinale è andato alla grande opera dei Guanelliani, esortando i fedeli a pregare anche per «le vocazioni alla vita religiosa e di speciale consacrazione». E non ha tralasciato neppure la «vocazione alla famiglia», perché, ha ricordato Bassetti con voce ferma, «il matrimonio è un sacramento che richiede un grande impegno. Vi chiedo di pregare perché gli sposi abbiano forza. E oggi, portare avanti una famiglia, bisogna esercitare l’amore talvolta fino all’eroismo».


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