20230308 105604(UNWEB) Città di Castello. Anche nella toponomastica le disuguaglianze di genere sono profonde e radicate. A Città di Castello, ad esempio, si stima che solo il 5% delle vie e delle piazze sia intitolato a donne. Per questo da oggi, la città tifernate è un po' più donna: in occasione dell'8 Marzo, giornata internazionale della donna, si è svolta la cerimonia di intitolazione della rotonda ubicata all'incrocio tra Viale Europa e Via Nazario Sauro, ad Argentina Altobelli, sindacalista. L'evento è l'atto finale del progetto "Toponomastica femminile: la parità si fa strada, il contributo delle donne: libertà, democrazia, diritti" realizzato da alcune classi dell'IT Franchetti Salviani, che hanno accolto una proposta loro fatta da Spi Cgil Alto Tevere, Anpi Città di Castello con la collaborazione dell'associazione Toponomastica Femminile.

Il progetto, che si è sviluppato in due anni scolastici ed ha visto gli studenti impegnati in diverse azioni, ha portato alla proposta e all'approvazione da parte dell'amministrazione comunale, di intitolazione di 9 rotonde, ubicate a Città di Castello, a figure femminili del sindacalismo, della Resistenza ed alle donne componenti l'Assemblea Costituente. "Quando le donne vengono dimenticate e restano invisibili è come se non esistessero - spiegano in una nota Spi Cgil Alto Tevere e Anpi Città di Castello -  escludere dalla visibilità cittadina i nomi delle numerose donne meritevoli ed illustri, significa cancellarne la memoria. La toponomastica femminile, così come il linguaggio di genere, è uno strumento che aiuta a colmare il vuoto culturale che ha confinato le donne al margine della narrazione storica". 
Da qui le proposte: Filomena Delli Castelli, Lidia Menapace, Irma Bandiera, Nilde Iotti, Tina Anselmi, Adele Bei, Teresa Mattei, Argentina Altobelli, Teresa Noce. Nove nomi di donne partigiane, Madri Costituenti, sindacaliste che arricchiranno la toponomastica di Città di Castello.
Alla cerimonia dell'8 marzo erano presenti, oltre ad una delegazione di studenti ed insegnanti dell'IT Franchetti Salviani, la dirigente scolastica, Valeria Vaccari, il sindaco Luca Secondi, l'assessora alle Pari Opportunutà Letizia Guerri, la presidente dell'Anpi, Anna Maria Pacciarini, la segretaria generale dello Spi Cgil Alto Tevere, Patrizia Venturini, la segretaria della Cgil regionale, Barbara Mischianti, Fabrizio Fratini, per la Cgil Alto Tevere, e Paola Spinelli per l'associazione Toponomastica femminile.
 
CHI ERA ARGENTINA ALTOBELLI
Nata a Imola il 2 luglio 1866, Argentina Altobelli è stata la prima donna a divenire dirigente sindacale.
Dopo un iniziale orientamento mazziniano, per cui entrò in contatto con un gruppo giovanile organizzato a Parma da Berenini, si avvicinò al socialismo, ispirandosi all'opera di Andrea Costa.
Trasferitasi a Bologna, nel 1889 sposò Abdon Altobelli, anch'egli socialista. A Bologna organizzò una società operaia femminile ed entrò a far parte della Commissione Esecutiva della Camera del lavoro.
Nel 1901 fu tra i fondatori della Federazione Nazionale dei Lavoratori della Terra, di cui nel 1906 venne eletta segretaria, carica che mantenne per quasi vent'anni, fino allo scioglimento della Federterra, ad opera del regime fascista.
Nel 1904 fu delegata dell'Alleanza femminile italiana al congresso internazionale femminile di Amsterdam. Nel Congresso Socialista di Firenze del 1908 fu eletta membro della direzione nazionale del PSI. Dal 1912 al 1914 fu Consigliere del Lavoro e rappresentante dei contadini nel Ministero per l'agricoltura, l'industria e il commercio. Tra il 1915 e il 1917 cercò di avviare il processo di socializzazione della terra presentando quattro memoriali al ministro dell'agricoltura.
Nel 1919 fu nominata rappresentante della Federterra nel Consiglio Superiore della Previdenza e delle Assicurazioni ed entrò a fare parte del Comitato Nazionale Femminile Socialista. Nel 1920 partecipò come delegata italiana al congresso sindacale internazionale di Amsterdam. Nel congresso socialista di Livorno del 1921 si schierò con la frazione di "Concentrazione".
Morì a Roma il 26 settembre 1942.

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