Questa mattina la presentazione del progetto, con l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto, il sindaco Filippo Stirati e i vertici dell’Azienda Sanitaria
Un intervento per 3 milioni e 600mila euro, dei quali 3milioni finanziati dalla Regione dell’Umbria e 600mila dalla Asl
(UNWEB) GUBBIO. Un intervento per 3 milioni e 600mila euro, dei quali 3milioni finanziati dalla Regione dell’Umbria, 600mila dalla Asl, oltre a 140mila euro derivanti dal Pnrr e destinati alla realizzazione di un secondo ascensore: è stato presentato questa mattina in conferenza stampa, a Palazzo Pretorio, il progetto esecutivo per la ristrutturazione e riqualificazione di parte dell’ex ospedale di Gubbio, in piazza 40 Martiri, un progetto che ad oggi riguarda 3.500 metri quadrati, ma che, in virtù della sollecitazione del sindaco raccolta dall’assessore regionale alla Sanità e al Welfare Luca Coletto, si auspica che presto possa essere esteso a tutto l’ex ospedale.
La ditta aggiudicatrice del progetto, come hanno spiegato Fabio Pagliaccia, dirigente Attività tecniche Usl Umbria1 e il Direttore generale facente funzione Usl Umbria1 Enrico Martelli, è romana, si chiama Atlante, e la consegna formale del cantiere è avvenuta lo scorso 20 febbraio. I lavori si protrarranno per circa due anni, con consegna prevista nei primi mesi del 2025. La nuova Casa di comunità permetterà di poter avere i servizi territoriali tutti nello stesso stabile, “una conquista importante – ha sottolineato Coletto – anche in virtù del tipo di popolazione che usufruisce di tali servizi, anziana e spesso in difficoltà nel poter raggiungere i diversi ambulatori e uffici. Con il Piano di valorizzazione della struttura la Regione finanzia con 3milioni di euro una Casa di comunità che vedrà il risanamento di un edificio che era stato quasi totalmente dismesso: si rivalorizza una struttura storica, di proprietà dei cittadini, una scelta che permetterà anche di evitare spese e investimenti inutili, quali ad esempio quelli degli affitti per gli ambulatori e uffici oggi dislocati altrove. L’obiettivo è quello di costruire un vero e proprio polo sanitario territoriale, evitando ai cittadini un inutile andirivieni a Branca. La compartecipazione e l’impegno di Regione, Asl e Comune – voglio sottolineare come il sindaco di Gubbio in questi anni sia stato davvero molto presente e attento rispetto a questa questione – oggi ci porta a raggiungere un traguardo importante e molto atteso”.
Stirati, nel ringraziare Coletto per l’impegno dimostrato, ha sottolineato come “il fallimento del Puc2, precedentemente al mio mandato, ha comportato che il Comune di Gubbio restituisse alla Regione circa 6 milioni di euro. Noi con molta tenacia abbiamo comunque garantito l’investimento per la Casa di comunità, arrivato a 3,6 milioni, in più abbiamo messo in sicurezza le risorse destinate all’edilizia pubblica, attraverso un’azione di moral suasion che alla fine ha fatto sì che un finanziamento pari a 2,5 milioni venisse destinato all’edilizia pubblica che sorgerà nella zona di via Leonardo Da Vinci, per 12 alloggi complessivi. Ringrazio per questo anche l’assessore Melasecche, che ha garantito l’adeguamento dei costi con gli aumenti attuali. Ora, dopo aver recuperato le risorse, ci apprestiamo a ridare vita a un luogo che torna ad essere riferimento per la sanità cittadina, nell’auspicio che quanto prima tutto l’ex ospedale possa essere sistemato e valorizzato”.
L’utilizzo in questi anni da parte di diversi servizi del territorio di alcune stanze dell’ex ospedale ha fatto sì che la struttura abbia mantenuto una serie di funzionalità, utili per i lavori che stanno per essere intrapresi, lavori che tra le altre cose renderanno più agevole l’accesso all’ex ospedale da Viale del Teatro Romano, anche in relazione alla prossima sistemazione della Piazza 40 Martiri.
Come ha spiegato in chiusura di conferenza stampa la dottoressa Paola Tomassoli, direttore del Distretto Sanitario Alto Chiascio, “la Casa di comunità ci permetterà di poter mettere vicini tutti i servizi territoriali: avere riuniti insieme i servizi di salute mentale dell’età evolutiva e dell’età adulta accanto ai servizi sociali e a quelli per le dipendenze vuol dire favorire una grande interazione e integrazione nel rispetto della privacy, permettendoci sia di ottimizzare le risorse sia di occuparci di prevenzione, oggi obiettivo imprescindibile per la medicina territoriale”.