chisalveraPonteSanGiovanni(UNWEB) "Come era facilmente prevedibile, e da noi da molto tempo previsto e ripetutamente segnalato, la parola del giorno nelle locandine della stampa e nei commenti delle persone è "CAOS", stradale, dei trasporti, delle comunicazioni...

Ognuno lo interpreta a modo suo, ma la sostanza è sempre la stessa. Il Caos delle strade intorno a Perugia non è una novità, anzi è la regola quasi giornaliera.

Alcuni liberi pensatori intransigenti, amanti delle biciclette e preoccupati dei danni possibili a licheni e insetti rari, quando non di ricci che non potrebbero più migrare dall'Ansa degli Ornari al bosco di Collestrada, ci vorrebbero anzi persuadere a starcene zitti, a sopportare in silenzio, in cambio di ombrosi Farnetti o mirabolanti distese di terreni agricoli di pregio inesistenti, popolati da altrettante aziende agrituristiche che esistono solo nei loro libri dei sogni.

Ma quando poi si presentano complicati lavori di manutenzione, inevitabili quando a reggere tutto sono pochi km a due sole corsie di marcia, con gallerie vecchie e bisognose di continui interventi, senza nemmeno la corsia di emergenza, nelle quali si infilano ogni giorno decine e decine di migliaia di mezzi a motore provenienti da tutta l’Umbria e da ogni parte dell'Italia, non ci sono scuse o complicati ragionamenti, pensosi quanto inconcludenti, che paralizzano da decenni ogni progetto: è  urgente, urgentissima un'alternativa a questo disastro, che rovina i nervi a chi lo subisce, che  produce malattia e morte a chi ci si trova ogni giorno invischiato, che danneggia l'economia, che distrugge la qualità  della vita e le speranze di futuro di chi, senza colpa, si è  visto precipitare addosso il peso di un processo di sviluppo malato, che per chi vive anzitutto tra Collestrada, Ponte San Giovanni e Balanzano,  vuol dire solo  vedere svalutate le proprie abitazioni, messe in pericolo salute e attività  economiche, sognare di andarsene per chi se lo può permettere, vedersi additati come la parte malata di Perugia, portare solo sulle proprie spalle scelte strategiche del secolo scorso, che hanno concentrato in poche centinaia di metri, tra due colline con in mezzo il Tevere, il peso del traffico di un terzo dell'Italia, senza nemmeno uno straccio di riguardo, come almeno dotare migliaia di persone di adeguati pannelli isolanti.

Questa è la realtà con cui bisogna decidersi, una volta per tutte, a fare i conti.

Non si scappa da questo tunnel, che sarà sempre più stretto e oscuro, senza fornire a tutto il territorio a Est e Sud di Perugia - la parte più abitata e fitta di imprese industriali e commerciali dell'Umbria - una valvola di sfogo, che dia ordine e direttrici di marcia ben definite e diversificate tra loro, ai vari e più disparati utenti di questi pochi e tormentatissimi km di strada.

Questa via d'uscita non può essere che il Nodo di Perugia nella sua interezza, possibilmente tutto a quattro corsie, che invii verso Roma chi ne ha bisogno, a Corciano chi va verso Firenze per immettersi da lì nel raccordo autostradale, riservando il tratto urbano dello stesso a chi è diretto a tutti i servizi della città di Perugia nel suo complesso.

Questo è l’obbiettivo, già in parte progettato e pronto ad essere iniziato, quando il ministero di cui è titolare l'on. Salvini, romperà gli indugi e si deciderà a finanziarlo, come espressamente e più volte richiesto dalla Regione Umbria per bocca delle sue più alte e rappresentative istanze politiche.

Si chiama NODINO, ma senza quell'accento di spregio o sottovalutazione che i suoi avversari, di varia estrazione, gli vogliono attribuire.

Il Nodino è il primo passo, la prima pietra da mettere in opera, senza la quale tutto l'edificio delle speranze e delle aspettative della nostra regione sono destinate a crollare miseramente, spingendoci sempre più in basso nelle graduatorie nazionali di sviluppo e di crescita, ambientale, economica e civile.

Lo abbiano ben chiaro i cittadini elettori, lo valutino con realismo e la dovuta attenzione tutti coloro che si candideranno a dirigerne le sorti future.

Ponte S. Giovanni, 26 agosto 2023"

Così, in una nota, Comitato "Chi salverà Ponte San Giovanni?"


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