Foto 2 20220811 114010 d0 1Il quadro del distretto umbro nella relazione del Procuratore Generale al Procuratore Generale della Cassazione in vista dell'inaugurazione dell’anno giudiziario

(UNWEB) La situazione del distretto umbro, dal punto di vista delle attività svolte dagli uffici requirenti nel corso dell’anno, è quanto emerge dal quadro fornito dal Procuratore Generale di Perugia al Procuratore Generale della Corte di Cassazione in previsione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024.

Sono oltre quarantamila le iscrizioni e altrettante le definizioni di procedimenti nel distretto e, dall’esame dei dati forniti dalle Procure della Repubblica di Perugia, Terni, Spoleto e dei Minorenni, emergono alcuni fenomeni criminali che destano maggiore preoccupazione nel territorio regionale, come il traffico di sostanze stupefacenti, i furti in abitazione e le infiltrazioni mafiose nel tessuto economico e finanziario.

Un discorso a sé merita la questione della devianza minorile, in quanto il preoccupante aumento di reati commessi dai minorenni è il sintomo di un disagio ben più grave a cui la risposta penale non può che rappresentare un pallido palliativo.

Il traffico di sostanze stupefacenti ed i furti in abitazione non sono fenomeni nuovi, ma ormai radicati, mentre sono sempre più manifesti i segnali delle infiltrazioni mafiose.

Come già segnalato dal Procuratore Generale in occasione dell’inaugurazione dell’ultimo anno giudiziario, ormai da molti anni la regione, prima nel capoluogo e poi anche nel ternano, è divenuta punto di riferimento per lo spaccio di sostanze stupefacenti anche per acquirenti esterni al territorio regionale.

I canali di approvvigionamento sono da tempo stati individuati in circuiti internazionali che fanno capo, ad esempio, a porti olandesi, per poi essere introdotti via terra nel territorio nazionale. Le notevoli quantità di sostanze stupefacenti sequestrate nella regione dimostrano sia la capacità delle organizzazioni criminali di garantire un flusso ininterrotto di droghe sia la notevole domanda delle stesse. Le indagini, anche dell'ultimo periodo, dimostrano purtroppo che il fenomeno è molto esteso e vede tra i fruitori non solo giovani, ma anche persone adulte, professionalmente e socialmente affermate. Parimenti assodato è il dato sulla composizione etnica dei sodalizi criminali che si spartiscono le differenti tipologie: mentre il commercio di hashish e marijuana sembra appannaggio di cittadini di origine magrebina, la cocaina ed eroina viene gestita da soggetti di nazionalità nigeriana ed albanese. Ritorna inoltre il fenomeno dello spaccio da strada, soprattutto eroina, con tutti i fenomeni di criminalità diffusa ad esso connessi.

La risposta giudiziaria nel distretto si risolve, purtroppo troppo spesso, in misure cautelari nella fase delle indagini, con vasta eco mediatica, a cui seguono tuttavia dibattimenti dalla durata esasperante, con esiti non sempre rispondenti alle aspettative accusatorie.

Sulla presenza di criminalità organizzata nel territorio, si ribadisce quanto già dichiarato dal Procuratore Generale nel marzo 2022 in sede di audizione alla Commissione d’inchiesta antimafia della Regione Umbria. Nel territorio si è in presenza di un radicamento non tanto di vere e proprie associazioni mafiose, della cui costituzione mancano persuasivi segnali indicatori, quanto piuttosto di associazioni a delinquere stabilmente collegate a sodalizi criminali mafiosi (perlopiù campani e calabresi), dediti ad attività di riciclaggio e di reinvestimento di capitali di illecita provenienza. Il flusso di denaro pubblico destinato alla ricostruzione a seguito del sisma del 2016 e del Piano nazionale di ripresa e resilienza rappresenta il terreno fertile per le tipiche attività della mafia finanziaria. Segnale di particolare allarme provengono nel settore dell’edilizia, con una presenza significativa di cittadini albanesi stabilmente dediti alla commissione di reati, nei reati economico finanziari, con associazioni che si avvalgono delle prestazioni di professionisti per sottrarre beni e risorse finanziarie da società destinate al fallimento oltre che per realizzare delle false fatturazioni, nella truffaldina cessione di crediti dello Stato, nel traffico illegale di rifiuti e nella presenza inquietante di capitali di sospetta provenienza nel settore agroalimentare e turistico, da sempre particolarmente floridi nel territorio regionale.

Per quanto riguarda i reati contro il patrimonio, anche se in alcuni distretti i procedimenti iscritti sono diminuiti, come in quello di Terni dove sono passati da 1779 a 656, rimangono numerosi i furti commessi in abitazioni o in esercizi commerciali. Le indagini svolte hanno individuato i presunti autori, spesso in persone provenienti da altri territori, che integrano una specie di pendolarismo criminale con soggetti che conducono spedizioni mirate per commettere tali reati. Nel periodo di interesse vanno segnalate anche alcune rapine di una certa gravità, nei confronti di esercizi commerciali e di uffici postali, sempre ad opera di soggetti non del territorio

Riguardo la criminalità minorile nel distretto, spiccano i delitti contro l’incolumità personale (170 a fronte dei 133 dell’anno precedente), ed in particolare le lesioni personali (100), seguono i furti (98 di cui 25 fattispecie aggravate), anche se non mancano casi di tentato omicidio o reati sessuali. Rimangono stazionarie le risse (7), mentre sono numerosi i delitti di spaccio di sostanze stupefacenti (36) che continuano a suscitare allarme: il consumo di sostanze fa da sfondo, infatti, a molti reati, soprattutto contro la persona e il patrimonio. Rilevante il numero dei danneggiamenti, mentre scendono i reati di estorsione, a differenza del forte aumento dei procedimenti per rapina (3 estorsioni e 38 rapine a fronte di 7 estorsioni e 18 rapine del periodo precedente). Desta preoccupazione il dato sui delitti contro la libertà sessuale (42), così come risulta in aumento il numero dei reati commessi da infraquattordicenni (34 fattispecie a fronte di 10).

Degno di attenzione è il dato relativo ai minori stranieri indagati, quale sintomo indiretto per verificare l’impatto di politiche sociali inclusive e della capacità di queste ultime di educare alla legalità.

Il dato sulla criminalità minorile sembra sempre più riflettere quella condizione di disagio sociale adolescenziale, comune a tutti i minorenni sia nazionali che di provenienza straniera, a cui l’apparato repressivo può fornire solo una risposta occasionale ed episodica, ma la cui soluzione impone un contesto di recupero della devianza, mediante un’attività integrata che coinvolga in primo luogo la scuola, quindi i servizi sociali e, più in generale, gli enti pubblici.

In questo ambito rientra il progetto condiviso con la Presidente della Sezione Civile della locale Corte d’Appello, che ha portato alla rivitalizzazione del “Tavolo Integrato di confronto permanente su famiglia e minori”, istituito con un Protocollo del febbraio 2019, ma che era di fatto inoperante. Tale Protocollo prevede espressamente che le parti firmatarie si impegnino ad attivare percorsi formativi inclusivi rivolti a tutti i soggetti coinvolti a vario titolo nelle tematiche oggetto del Protocollo. Per questo, tenuto conto anche delle rilevanti modifiche al processo in materia di famiglia e minori, è stata programmata ed attuata una adeguata azione formativa ai magistrati ed agli operatori del settore, coordinati da due Sostituti della Procura Generale delegati, oltre che predisposti interventi sulle problematiche relative all’accreditamento delle comunità terapeutiche di affidamento ed alla carenza di posti specificamente destinati al trattamento delle adozioni adolescenziali, all’uniformità delle valutazioni sulle competenze genitoriali ed alla previsione sul territorio di un servizio integrato socio sanitario per la tutela del minore.

Altro tema affrontato nella relazione del Procuratore Generale quello della violenza di genere.

I dati numerici del periodo riferiti ai reati rientranti in questo ambito segnalano un lieve calo dei procedimenti iscritti per stalking e maltrattamenti, mentre sono in aumento le iscrizioni per lesioni connesse a fatti familiari. Numerose le richieste avanzate dall’ufficio di misure cautelari (oltre 70) in crescita rispetto all’anno precedente (erano poco più di 60).

Tra le iniziative assunte a tutela dei soggetti maggiormente esposti, i vari incontri organizzati tra i magistrati, sia requirenti che giudicanti, anche in vista dell'entrata in vigore della legge 8 settembre 2023 n 122 riguardante modifiche ai poteri del procuratore della repubblica. Risale invece al febbraio 2022 l'incontro sullo scambio di buone prassi distrettuali nella trattazione dei procedimenti penali nelle materie del c.d. “codice rosso”. L'obiettivo comune è quello di garantire la tutela effettiva della vittima del reato, mediante sia la tangibile celere presenza fisica dell’autorità giudiziaria in favore della persona denunciante sia la concreta valutazione del rischio segnalato, e allo stesso tempo ribadendo la necessità di evitare la vittimizzazione secondaria. Risulta quindi necessario un impegno di costante monitoraggio da parte del pubblico ministero dei vari e singoli procedimenti in carico, al fine di selezionare e cogliere indici di rischio originari o sopraggiunti, dando anche impulso di ufficio alle attività della polizia giudiziaria e vigilando con particolare rigore alla scrupolosa attuazione da parte della stessa delle direttive fornite ivi compresa la tempistica degli accertamenti.

Al riguardo, è emersa la necessità di abbreviare i tempi di intervento e di emissione dell’eventuale misura cautelare, come dimostrano i dati numerici prima citati, da parte del magistrato della Procura della Repubblica assegnatario del fascicolo processuale.

Inoltre, secondo le direttive del Procuratore Generale, i Procuratori sono tenuti a comunicare allo stesso i criteri ispiratori e le linee guida adottate e ad informarlo ogni tre mesi sul rispetto del termine entro il quale devono essere assunte informazioni dalla persona offesa o da chi ha presentato denuncia, querela o istanza nei procedimenti per i delitti in oggetto.

L'argomento è stato al centro anche di protocolli d'intesa con i soggetti interessati e di alcune direttive (come quella dell'agosto scorso in tema di modalità di comportamento in occasione della trasmissione di referti medici, ovvero di interventi di pattuglie per 'liti familiari' e trattazione di procedimento in difetto di condizione di procedibilità). Da ricordare come gli uffici requirenti del distretto siano stati sottoscrittori nel settembre 2021 di un “Protocollo Unico Regionale per la realizzazione del sistema regionale di contrasto alla violenza di genere” che vede cofirmatari, tra gli altri, gli uffici giudicanti del distretto, le due prefetture regionali oltre che gli enti istituzionali e le forze di polizia del territorio.

Lo scorso maggio è stato sottoscritto dalla Procura Generale, unitamente, tra gli altri, alla Regione Umbria, all’Osservatorio antimafia Regione Umbria, al Centro Pari Opportunità Regione Umbria, alla Prefettura di Perugia, anche il Protocollo d’intesa ‘Libera di essere’ volto ad assicurare una concreta alternativa di vita alle donne provenienti da famiglie inserite in contesti di criminalità organizzata o che siano vittime della violenza mafiosa. Si è trattato della prima intesa di questo genere in Italia.

La delicatezza del tema è rappresentata anche dal fatto che spesso vittime di questi reati sono i minori. Di estremo rilievo risulta quindi il “Protocollo d’intesa per la comunicazione e trasmissione di atti in materia di violenza di genere e di reati contro i minori” stipulato nel febbraio di quest’anno tra questa Procura Generale, la Procura dei Minorenni e le Procure del distretto, per rafforzare la tutela del minore mediante un agile coordinamento dell’operato delle autorità giudiziarie.

Altro tema affrontato nella relazione, quello delle intercettazioni sul quale il Procuratore Generale, nel settembre scorso, è stato sentito in sede di audizione della Seconda Commissione del Senato in ordine al disegno di legge n. 808 che, tra l'altro, si occupa della modifica della disciplina delle intercettazioni. In quell’occasione il Procuratore ha ribadito l’essenzialità dell’uso di questo strumento di indagine, sottolineando però la necessità di evitare il coinvolgimento di terzi nella diffusione del contenuto delle stesse, se non per indispensabili fini investigativi. Analoga esigenza appare accentuata in occasione del sequestro e formazione di copie forensi di dispositivi elettronici, nel rispetto del diritto alla libertà e segretezza della corrispondenza postale.

Dal monitoraggio da parte della Procura Generale dei bersagli oggetto di intercettazioni, riferito agli ultimi cinque anni, emerge che rispetto al 2018 il numero è in calo, mentre per il 2022 la Procura di Perugia ha effettuato 454 intercettazioni telefoniche, 111 ambientali e 55 telematiche-informatiche. La Procura di Spoleto 82 intercettazioni telefoniche, 22 ambientali e 2 telematiche-informatiche. Quella di Terni 111 intercettazioni telefoniche, 14 ambientali e nessuna telematica-informatica. dal 1° luglio 2022 al 30 giugno 2023, alla Procura di Perugia sono state autorizzate 360 intercettazioni telefoniche, 98 ambientali, 36 telematiche e 31 a mezzo di captatore informatico (il cosiddetto trojan horse). Infine, sono state autorizzate 9 intercettazioni telefoniche con funzione preventiva.

Uno strumento, quello delle intercettazioni, tra i più importanti non solo per le attività investigative degli uffici, in particolare per quelle connesse ai reati criminalità organizzata e di pubblica amministrazione, ma utile anche per i procedimenti avocati nella fase delle indagini e per le attività di rintraccio di condannati, ambito nel quale opera attivamente l’ufficio Sdi (Servizio di Indagine) creato nel settembre 2021 presso la Procura Generale. L’organismo è composto da un’unità di personale di polizia penitenziaria, deputata al settore delle esecuzioni penali e dotato dell’accesso alle banche dati e sistemi informatizzati. Uno specifico Protocollo sottoscritto con la Procura della Repubblica di Perugia prevede infatti l'utilizzo da parte della Procura Generale degli impianti di intercettazione e connessa gestione dell'Archivio Digitale delle Intercettazioni. Alla luce dei dati sino all’agosto di quest’anno, grazie al riscontro incrociato delle informazioni acquisite in 910 interrogazioni in banca dati, sono stati rintracciati e sottoposti a regime di custodia in carcere 21 soggetti, di cui sei in territorio nazionale, tredici in territorio” Schengen” e due in territorio “extra Schengen”. Le persone così rintracciate devono scontare un totale di 78 anni ed 8 mesi di reclusione.

In tema di reati contro la pubblica amministrazione, il distretto di Perugia si caratterizza per la competenza di cui all’art. 11 c.p.p. sul personale di magistratura del distretto di Roma ed ex art. 11bis c.p.p. su quello della D.N.A. Sovente i procedimenti, soprattutto nella fase delle indagini, hanno vasta eco mediatica. Si allude, tra gli altri, alle indagini sulla cd “Loggia Ungheria” per le quali la richiesta di archiviazione del luglio 2022 è stata accolta dal locale GIP nel settembre scorso od a quelle, tuttora in corso, relative ad accessi abusivi nel sistema informatico della D.N.A.

Rientra in questo ambito il dibattuto tema dell'abuso d'ufficio. In generale, il dato numerico molto significativo in termini assoluti e percentuali delle archiviazioni nel distretto, non può essere affatto considerato come la prova della scarsa utilità della fattispecie delittuosa in esame, in quanto si è in presenza di un classico reato “spia”, in quanto concorre spesso, sin dall’inizio del procedimento o nel suo corso, con altre fattispecie delittuose di particolare gravità. In definitiva, l’esistenza di una norma penale a presidio dell’uso legittimo delle funzioni di ufficio, pur con tutte le tipizzazioni ritenute necessarie, appare indispensabile quale forma di tutela dei cittadini con il corrispondente dovere dell’azione amministrativa al rispetto della legalità, del buon andamento e dell’imparzialità.

Per quanto riguarda i fenomeni di eversione, per quella interna sono state condotte indagini nei confronti di soggetti appartenenti ad ambienti anarco insurrezionalisti. Gli esiti non hanno trovato al momento persuasivo conforto giudiziale, anche se si è nella fase delle indagini, per cui è necessaria un’ulteriore verifica processuale, prima di formulare un giudizio più accurato al riguardo. Tuttavia, va segnalato come i gruppi di riferimento abbiano indirizzato nei canali social delle intimidazioni nei confronti di alcuni magistrati del distretto. In occasione della visita dello scorso 18 luglio a Perugia da parte del Procuratore Nazionale, questi ha segnalato il rischio rappresentato anche da fenomeni di eversione da parte di soggetti appartenenti al suprematismo ed al terrorismo bianco. Allo stato non sembra esservi evidenza attuale, invece, di fenomeni di terrorismo internazionale. Naturalmente, lo scenario globale di geopolitica, mutato dopo i fatti dello scorso 7 ottobre, impone una particolare cautela al riguardo. Non va dimenticato infatti che nel 2006, poco dopo l’entrata in vigore della legge n. 155 del 2005, vennero individuati, e poi condannati, soggetti estremisti islamici radicalizzati che svolgevano attività a Ponte Felcino, cioè nell’immediata periferia di Perugia, in un locale adibito a moschea, volta all’addestramento ad attività con finalità di terrorismo, anche internazionale.

Altro tema delicato affrontato dal Procuratore Generale, quello degli infortuni sul lavoro e corrispondenti illeciti, per i quali si registra nel territorio un lieve aumento delle lesioni e delle morti sul lavoro. Da sottolineare il rapporto di collaborazione con gli ispettorati delle Azienda Sanitaria Locale. Un dato tutt’altro che rassicurante è rappresentato dall’esito in appello dei processi in materia. Al di là della estinzione per avvenuta prescrizione della quasi totalità delle contravvenzioni, talvolta tale declaratoria di estinzione del reato si verifica per le stesse lesioni colpose se non anche nell’ipotesi di omicidio per colpa professionale, derivante dal mancato rispetto della normativa antinfortunistica.

Per quanto riguarda i reati ambientali, per i quali la Procura Generale ha da tempo intrapreso un'attività di monitoraggio, nel distretto si afferma un lieve calo del dato già di per sé non elevato. Dalla complessiva disamina dei dati emerge l’assoluta necessità di una maggiore speditezza nella trattazione dei procedimenti penali in materia ambientale, considerato che le pene previste sono per lo più stabilite da contravvenzioni per cui è altamente concreto il rischio della prescrizione nel corso dei dibattimenti. Ciò è ulteriormente deducibile dalla circostanza che nel periodo oggetto del monitoraggio i reati ambientali caduti in prescrizione sono circa il 63% per Perugia, il 50% per Terni ed il 41% per Spoleto.

In tema del contrasto alle frodi per l'assegnazione di fondi comunitari è stato al centro di un incontro organizzato dalla Procura Generale e che ha visto la partecipazione del Procuratore distrettuale di Perugia, del Direttore Generale presso il Servizio Centrale PNRR della Ragioneria Generale dello Stato, del Capo del III Reparto Operazioni della Guardia di Finanza nonché il Procuratore Generale presso la Corte dei conti.

Va segnalato come la Procura perugina abbia adottato uno dei primi sequestri preventivi in Italia relativo alla cessione ad intermediari di crediti di imposta connessi allo svolgimento di attività che beneficiavano dei bonus previsti per l’emergenza pandemica, in assenza dell’effettivo svolgimento delle attività sottostanti. L’importo sequestrato ammonta a circa 100 milioni di euro, quale profitto del delitto di evasione d'imposte e false fatturazioni. Successivamente sono state attivate altre indagini sullo stesso tema, con ulteriori sequestri preventivi in cui è stato ipotizzato il delitto di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.

Vanno inoltre segnalati due ulteriori sequestri in altri procedimenti, sempre per frodi connesse alla cessionedi crediti edilizi fittizi.

L'attività di coordinamento organizzativo e di vigilanza del Procuratore Generale sugli Uffici requirenti si concretizza nella promozione di riunioni periodiche con i Procuratori del distretto, con i quali è stata inoltre da tempo attivata una chat di messaggistica per un più agile scambio di documenti e di notizie.

Rientrano in questa attività anche l'emanazione delle linee guida ed i numerosi incontri organizzati su varie tematiche, come quelli sull'intelligenza artificiale, l'esecuzione penale, l'istituzione della Procura Europea (EPPO).

Tra le linee guida emanate dal Procuratore Generale, da ricordare quella sugli effetti dell’entrata in vigore della c.d. “Riforma Cartabia”, con particolare attenzione alla vigilanza del Procuratore della Repubblica sul rispetto delle disposizioni relative all'iscrizione delle notizie di reato, sulla retrodatazione delle notizie di reato, sui tempi di definizione dei fascicoli a mod. 45, sugli esposti pervenuti con email alle caselle istituzionali di posta elettronica, sull’utilizzo dei Vice Procuratori Onorari nelle udienze predibattimentali, sulle modalità di conferimento dell’assenso sulle misure cautelari, sugli istituti di giustizia riparativa, sulle modalità di presentazione dell’impugnazione da parte della pubblica accusa, nonché sul nuovo rito minorile.

Molte le attività portate avanti dalla Procura Generale, ad esempio la creazione del gruppo di lavoro, comprensivo anche del Rid, Referente distrettuale per l'informatica requirente, in tema di modalità attuative del disposto dell’art. 127 c.p.p. sul procedimento in camera di consiglio.

E' nato inoltre un Osservatorio sul corretto uso del linguaggio giuridico, composto da rappresentanti di tutte le Procure del distretto, che ha realizzato un documento presentato all’Università di Perugia e quindi discusso, congiuntamente ai vertici della magistratura giudicante del distretto nonché degli Organi Forensi della Regione, in tre distinti incontri.

Sono stati organizzati incontri di autoformazione per la magistratura requirente del distretto, aperti a quella giudicante ed all’avvocatura.

Sono stati invitati i Procuratori del distretto ad adottare specifiche disposizioni in tema di accesso al sistema informativo della Cognizione Penale (S.I.C.P.).

Sono stati monitorati i flussi degli affari di lavoro con particolare attenzione alle pendenze nella fase delle indagini, alle misure cautelari, ai procedimenti in fase esecutiva, ai procedimenti innanzi al GIP, al Tribunale monocratico ed a quello collegiale.

In esecuzione del Protocollo tra la Corte d’Appello e la Procura Generale di Perugia, con la collaborazione degli addetti all’Ufficio per il Processo è stato elaborato un progetto per la creazione di una Banca dati giurisprudenziale distrettuale che ha rappresentato il punto di partenza per lo sviluppo del progetto nazionale della nuova Banca Dati di merito.

Viene mensilmente comunicato e pubblicato sul sito internet della Procura Generale un Notiziario con le massime delle principali decisioni della locale Corte d’Appello, con indicazione delle impugnazioni promosse dalla Procura Generale e la predisposizione di focus per argomenti quali la violenza di genere, i reati contro la pubblica amministrazione e le decisioni del Tribunale di Sorveglianza in materia di diritto penitenziario.

E' stato istituito un Osservatorio regionale, di cui fanno parte anche professionisti dell’informazione, indicati dall’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria e dall’Associazione Stampa Umbra, ed i vertici degli uffici requirenti del distretto con il compito di monitorare la comunicazione avente ad oggetto informazioni su procedimenti penali, al fine di offrire spunti, suggerimenti e possibili soluzioni alle criticità prodotte dall’applicazione della norma sulla presunzione d'innocenza.

Nel febbraio 2023 è stato stipulato un Protocollo, insieme ai Procuratori del distretto ed al Comando Regionale della Guardia di Finanza, per dare impulso alle attività investigative tese ad accertare gli illeciti amministrativi dell'ente, mentre risale al marzo 2023 quello siglato con la Procura Regionale presso la Sezione giurisdizionale della Corte dei Conti per lo scambio di informazioni e la trasmissione in forma digitale di atti, al fine di creare una stabile forma di collaborazione e coordinamento nell’esercizio delle rispettive funzioni.

Risale al maggio 2022 il Protocollo firmato insieme alle Procure del distretto in materia di reati da Circolazione Stradale con lo scopo di fornire indicazioni chiare e precise per definire le modalità di accertamento dello stato di ebbrezza o di alterazione da sostanze stupefacenti o psicotrope attraverso il prelievo di campioni biologici di urina e sangue in conducenti coinvolti in incidenti stradali e per attivare la catena di custodia in caso di incidente stradale con esito mortale o con lesioni gravi e gravissime.

Nel marzo 2022 è stato attivato il Piano provinciale per la ricerca di persone scomparse; risale al gennaio 2022 il Protocollo stipulato tra la Procura Generale e le Procure del distretto per l’accesso, in sola lettura, in favore della Procura Generale, dell’applicativo Tiap (Trattamento Informatico Atti Processuali), al fine di consentire la visione del fascicolo informatico limitatamente ai procedimenti, pendenti in indagine, già oggetto di avocazione o per quelli la cui fase di merito in primo grado si sia esaurita e per i quali sia astrattamente ipotizzabile l’esercizio del potere di impugnazione.

Infine, dal 2021 è in vigore un Protocollo con le Procure del distretto in materia di applicazione dei magistrati degli uffici requirenti di primo grado per l'esercizio delle funzioni di pubblico ministero nei casi previsti dall'art. 51, commi 3 bis, 3 quater e 3 quinquies c.p.p.

Perugia, 8 novembre 2023

Il Procuratore Generale

Sergio Sottani

 

Foto presa da https://pg-perugia.giustizia.it/it/procuratore_della_repubblica.page


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