DSC 5608 1(UNWEB) Assisi. “Il mondo non è una scatola da utilizzare, ma un giardino da curare e far fiorire attraverso le relazioni fra uomo e natura e fra ogni singola persona con i propri fratelli” è questo il messaggio di partenza del convegno organizzato da Arpa Umbria, che si è tenuto questa mattina ad Assisi, presso la Sala della Pace del Sacro Convento di San Francesco di Assisi.

“L’appuntamento di oggi – ha spiegato il direttore generale di Arpa Umbria, Luca Proietti – vuole essere un momento di riflessione su temi ormai fondamentali e di assoluta attualità”.
“Come ci ricorda il titolo del convegno, abbiamo voluto mettere in relazione il messaggio di Papa Francesco sulla tutela del creato con le attività che svolgono le Arpa di tutta Italia all’interno del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale”.
Proietti ha poi ricordato quanto sia importante in questo settore “creare una cultura della tutela ambientale, cosa che Arpa sta facendo attraverso le proprie attività formative portate avanti dalla Safa, la Scuola di Alta Formazione Ambientale e la CISAFA, il Centro Interistituzionale di Studi e Alta Formazione Ambientale”.
“Mettere insieme la spiritualità francescana, soprattutto in questi luoghi, e la tecnica vuole essere il tentativo di superare la dicotomia fra fede e scienza e contribuire a quel percorso di relazioni positive fra attività umane, religione e ambiente, perché come dice Papa Francesco, l’unica ecologia che può salvare il pianeta è quella integrale, che mette insieme tutele sociali e tutele ambientali”.
L’evento, che ha visto la partecipazione fra il folto pubblico di tutti i direttori delle Arpa/Appa, si è aperto con un video messaggio del Ministro all’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, che ha sottolineato l’importanza delle Agenzie Nazionali per la protezione ambientale come presidio per la tutela dell’ambiente sul territorio.
Il Ministro ha ricordato come Papa Francesco nell’Enciclica Laudato Si’ e poi nella successiva esortazione Laudate Deum ha voluto sottolineare come la mano dell’uomo stia modificando l’ambiente, ma come lo stesso, con azioni consapevoli e concrete può invertire la tendenza e salvare il nostro pianeta. Pichetto Fratin ha voluto ricordare, nel concludere il suo intervento, le azioni che il governo sta mettendo in campo su questo settore.
Nel portare i saluti della Regione Umbria, Roberto Morroni, Assessore alle politiche agricole e agroalimentari ed alla tutela e valorizzazione ambientale dell'Umbria, ha spiegato che “quando si parla di sostenibilità tanti sono gli ostacoli che rendono difficili le azioni per contrastare il cambiamento climatico. Qualunque sia la causa, i cambiamenti climatici sono ormai sotto gli occhi di tutti e bisogna capire il messaggio che questi avvenimenti ci pongono davanti agli occhi. Dobbiamo mettere in campo azioni concrete. Non possiamo più rinviare, occorre responsabilità e consapevolezza. Non c’è più tempo da perdere. Il tema dovrà essere centrale nelle politiche degli Stati dei prossimi anni”.
“La sostenibilità – ha concluso Morroni -, può essere un’opportunità. Questi appuntamenti sono importantissimi, occorrono momenti di confronto e di sensibilizzazione educando tutti a migliorare i comportamenti individuali”.
Stefania Proietti, Presidente Provincia Perugia e Sindaco di Assisi, ha ringraziato Arpa Umbria per l’organizzazione del convegno e per la sensibilità verso questi temi. Assisi è orgogliosa di ospitare eventi come questo e di condividere questi messaggi che sono ormai imprescindibili”.
“Ogni Istituzione – ha ricordato la Proietti-, ogni persona devono e possono fare qualcosa, e questo è il messaggio che deve venire da questi incontri”.
Fra Giulio Cesareo, Direttore Ufficio comunicazione Sacro Convento Assisi ha voluto sottolineare l’importanza della tutela del creato, parlando del rapporto fra scienza e fede.
“Scienza e fede – ha spiegato Fra Giulio -, sono forme di sapere; la scienza parte dalle domande, la ricerca di una verità basata sulla risoluzione dei problemi, la fede, la spiritualità, si occupa invece di comprendere il fine della nostra esistenza, verso dove si sta andando. Fede e scienza possono arricchirsi reciprocamente, non devono essere viste come elementi in conflitto ma come momenti di reciproca crescita.
“Come dice Papa Francesco – ha concluso il direttore dell’Ufficio stampa del Sacro Convento di Assisi-, tutto è connesso, il mondo è la nostra casa e noi dobbiamo custodirla. Il mondo è un dono che l’uomo deve valorizzare perché è simbolo di relazioni, fra uomo e natura e fra uomo e uomo. C’è un grande inganno da cui il Papa ci mette in guardia: la tecnocrazia senza relazioni umane, senza sentimenti e spiritualità. Non dobbiamo servirci del mondo ma far fiorire il mondo”.
Al convegno ha partecipato in collegamento streaming l’Onorevole Vannia Gava, Viceministro all’Ambiente, che ha sottolineato quanto sia importante mettere insieme la transizione ecologica con la sostenibilità economica del sistema nazione.
“La sfida di oggi -ha ricordato la Viceministro -, è quella di combattere i cambiamenti climatici, che non possono più essere negati e che vanno affrontati avendo chiari gli obiettivi. Dobbiamo attrezzare i territori ad affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici che hanno un impatto importante a causa dei fenomeni metereologici che mettono si abbattono su ampie parti del pianeta”.
L’onorevole Gava ha poi sottolineato l’importanza delle Arpa e di Ispra sul piano della tutela e dello studio dei dati, indispensabili per mettere in relazione scienza e conoscenza con i decisori politici che poi devono mettere in campo le azioni per il contrasto di questi fenomeni.
Stefano Laporta, Presidente di ISPRA e del Sistema Nazionale per la Protezione Ambientale ha espresso la soddisfazione per questo convegno, e ha voluto sottolineare come “il messaggio di San Francesco e del Papa Francesco, seppur distanti 800 anni, rappresentino un tratto comune: l’amore per il creato e per le relazioni fra esseri viventi”.
“Fare ad Assisi un convegno di questo tipo – ha aggiunto Laporta-, è sicuramente motivo di arricchimento. C’è bisogno di promuovere una cultura della tutela dell’ambiente. Papa Francesco mette al centro delle azioni della politica e delle istituzioni la persona e questo è fondamentale”.
“Dobbiamo capire – ha evidenziato Laporta -, che la crisi climatica esiste e mette in pericolo soprattutto chi non ha responsabilità dirette sulle cause di questo fenomeno. Chi oggi ne subisce maggiormente gli effetti sono i più deboli, i poveri e coloro che vivono in quelle zone del pianeta più esposte agli effetti dei cambiamenti climatici”.
“Per questo – ha concluso il Presidente di ISPRA-, il ruolo delle Arpa e del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente diventa fondamentale. Conoscere e condividere i dati e le analisi delle matrici ambientali diventa imprescindibile per conoscere il problema e dare ai decisori politici gli strumenti per regolamentare le attività umane e migliorare la vita delle persone e del pianeta, quella casa comune sempre richiamata dal Papa”.
Molto apprezzato è stato l’intervento di suor Roberta Vinerba, teologa e direttrice dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi.
“Bello che oggi si sia voluta la presenza di un teologo come me. Dobbiamo rispondere a delle domande, che sono quelle che ci pone Papa Francesco. Nella Laudato Si’ e nell’esortazione Laudate Deum, Francesco chiede un ossequio, un’obbedienza. Il mio compito è quello di farvi venir voglia di leggere il libro, Laudato Si e scoprire il senso profondo che ci tramanda”.
Suor Roberta è entrata nello specifico dell’esortazione papale, facendo notare che la questione che pone il Papa non è solo sull’ecologia ma quella della gestione del potere. Cosa è e come si esercita il potere e quanto impatta sul creato.
“Il problema – ha detto suor Roberta -, è l’individualismo. Dio crea tutto e attraverso l’uomo e il suo lavoro, crea le condizioni per mantenere in equilibrio il creato. La terra va fatta fruttificare, non va sfruttata come vorrebbe la cultura cresciuta nel mondo industrializzato. L’uomo è come il fattore, deve amministrare il campo, ma poi deve rendere contro al Padrone, a Dio, creatore del giardino in cui viviamo.
“L’uomo -ha concluso suo Roberta -, è parte del creato, il problema è la frattura che si è creata nelle relazioni fra umanità e natura. L’uomo di oggi si ritiene illimitato, considera il potere come un paradigma tecnocratico, che consiste nel pensare il bene e la verità sboccino dal potere stesso della tecnologia, legandosi al mito del progresso che lo considera come l’unica possibilità di sviluppo. Questa attività rischia di portare all’autodistruzione. Al cuore della relazione fra l’uomo e il creato deve esserci un cambiamento culturale delle persone”
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda a cui hanno partecipato rappresentanti del mondo accademico, dell’imprenditoria e del Sistema nazionale a rete per la protezione dell'ambiente.


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