L’allarme di Legambiente Umbria: un progetto che non garantisce maggiore sicurezza e che mette a rischio il capitale naturale e l’economia del territorio
(UNWEB) “A rischio gli ecosistemi acquatici e il patrimonio naturale della Valnerina a causa dei lavori di rettifica e adeguamento della statale Valnerina” è l’allarme di Legambiente Umbria.
In questi giorni sono in corso sopralluoghi e rilievi da parte di tecnici dell’Anas lungo il corso del fiume Nera e da alcune richieste di informazioni non ufficiali i volontari di Legambiente Umbria hanno appreso che tutta la vegetazione lungo la destra idrografica a ridosso del fiume Nera sarà tagliata per consentire la realizzazione degli interventi e l’ampliamento della strada.
La strada statale, da Sant’Anatolia a Norcia, affianca per molti tratti del loro corso i fiumi Nera, Corno e Sordo: fiumi che caratterizzano il paesaggio di questa stretta valle e che fanno di questo territorio uno straordinario scrigno di natura e biodiversità.
“Interventi di rettifica ed adeguamento – commenta Maurizio Zara Presidente di Legambiente Umbria – che non solo non renderanno più sicura la statale Valnerina, ma che sicuramente metteranno a rischio il capitale naturale di un territorio conosciuto e apprezzato da centinaia di turisti proprio per le sue risorse ambientali e naturali”.
“Eliminare la vegetazione lungo il fiume Nera e lungo il Corno, intervenire sulle sponde rettificando argini o realizzando opere infrastrutturali altamente impattanti come gallerie, viadotti, muri di contenimento, svincoli – continua Zara – vuol dire frammentare gli habitat e rendere più fragile il territorio dal punto di vista idrogeologico, favorendo processi di erosione e di dissesto”.
“La Regione Umbria da una parte investe ingenti risorse per promuovere le bellezze naturali e incentivare il turismo slow, dall’altra aggredisce il patrimonio naturale e ambientale con infrastrutture inutili e dannose come l’adeguamento della statale Valnerina o norme assolutamente negative come quella dell’accesso alla rete sentieristica con i mezzi a motore – conclude il Presidente di Legambiente Umbria - un comportamento incoerente che non fa bene nemmeno all’economia delle nostre aree interne”.