acquedotto6(UNWEB) Perugia. Sono stati presentati questa mattina, 25 settembre, a Ponte d’Oddi presso la sede del circolo del quartiere, l’accordo istituzionale tra Comune di Perugia, ministero delle Infrastrutture e Trasporti-provveditorato interregionale per le opere pubbliche per la Toscana, Marche ed Umbria e la Soprintendenza archeologica dell’Umbria nonché il patto di collaborazione tra amministrazione comunale, associazioni e cittadini finalizzati al restauro ed alla valorizzazione dell’antico acquedotto medievale.

Presenti l’assessore ai lavori pubblici Francesco Zuccherini, il dirigente Gabriele De Micheli ed i rappresentanti delle associazioni coinvolte, ossia Centro socio culturale Montegrillo, Circolo di Ponte d’Oddi, Club Alpino Italiano sez. di Perugia, Deputazione di storia patria per l’Umbria, Parco del Rio e del Bulagaio, Monti del Tezio, Vivi il Borgo, oltre alla sig.ra Cinzia Cicognola, il dott. Olindo Stefanucci, l’Ing. Fabio Maria Ciuffini in rappresentanza del gruppo tecnico.

DICHIARAZIONI

L’assessore Francesco Zuccherini, nel presentare a stampa e cittadini i contenuti dei due atti, ha parlato di un progetto che rappresenta un punto fondamentale nell’ambito della complessiva tutela del territorio e del patrimonio artistico pubblico di cui Perugia è ricca, ma spesso non sufficientemente valorizzato.

L’accordo istituzionale, che garantirà risorse per 900mila euro volte al consolidamento e restauro della preziosa opera, rappresenta – ha rimarcato Zuccherini- un cambio di paradigma: viene messa in campo infatti una stretta collaborazione tra Comune, ministero-provveditorato e soprintendenza per valorizzare gli Arconi restituendoli nel loro splendore alla città perfettamente fruibili.

“Questa iniziativa è per me motivo di orgoglio ulteriore perché ritengo che questa parte del territorio perugino rivesta un’importanza particolare, essendo dotata di straordinarie potenzialità che in passato sono state sottovalutate ma che oggi dobbiamo mettere a sistema.

Ciò per dire che ci troviamo in un’area di valore, ricca di storia e natura: con questi lavori, tanto attesi dalla cittadinanza, saremo finalmente in grado di portare alla luce le sue eccellenze”.

Ciò – ha continuato Zuccherini – è stato possibile grazie al lavoro del Comune e degli altri Enti coinvolti, ma soprattutto dei cittadini e delle associazioni che hanno sempre creduto nel progetto ed hanno spinto le Istituzioni a farlo diventare realtà.

Secondo l’assessore questa vicenda è l’esempio lampante dell’importanza dello stretto collegamento che deve esistere tra chi governa e chi opera giornalmente sul territorio; un percorso virtuoso che verrà riproposto, dopo Ponte d’Oddi, anche in altre aree della città.

Per ciò che concerne i lavori previsti, Zuccherini ha spiegato che riguarderanno la riqualificazione del percorso extraurbano dell’acquedotto, con la finalità di rendere gli arconi di San Marco e Ponte d’Oddi fruibili al pubblico per il presente, ma soprattutto in una duratura prospettiva futura. Grazie alla contemporanea disponibilità di fondi comunali, inoltre, l’Amministrazione comunale provvederà a breve alla ripulitura “a terra” delle aree coinvolte, così da consentire l’espletamento dei lavori più significativi, in continuità con quanto fatto dai volontari delle associazioni nei mesi scorsi. Dunque un’azione che conferma l’attenzione manifestata dalla città su queste opere tanto preziose ed identitarie.

A fornire i dettagli tecnici dell’accordo istituzionale è stato il dirigente Gabriele De Micheli che ha parlato di atto fondamentale perché consentirà all’Amministrazione di avere a disposizione le risorse necessarie per realizzare il tanto atteso intervento di valorizzazione dell’acquedotto.

Per ciò che concerne le competenze del Comune all’interno dell’accordo esse si sostanziano in: a) trasmissione al Provveditorato di tutta la documentazione in proprio possesso utile alla redazione del progetto; b) la trasmissione al Provveditorato del Quadro Esigenziale dell’intervento; c) l’adozione degli atti deliberativi propedeutici alle fasi attuative; d) la ricostruzione del quadro catastale complessivo delle aree oggetto di intervento e dei relativi percorsi di accesso; e) la piena disponibilità delle aree e dei beni oggetto di intervento; f) l’ottenimento dell’autorizzazione all’accesso alle aree interessate dagli interventi, per l’esecuzione delle attività prodromiche alla progettazione (rilievi, indagini, ...) mediante accordi con i proprietari privati; g) la definizione delle eventuali procedure espropriative preliminari all’esecuzione dei lavori; h) l’esecuzione delle attività prodromiche (sfalci, potature, approntamento di piazzole di piazzamento e sistemazione delle vie di accesso) per garantire l’accessibilità dei luoghi e la fruibilità delle strutture alle indagini conoscitive e ai rilievi ed ai lavori; i) la partecipazione ad eventuali riunioni di coordinamento; j) la messa a disposizione del Provveditorato della propria banca dati delle analisi prezzo messa a punto per progetti di recupero e restauro dei beni culturali portati a termine in passato.

Per ciò che concerne il cosiddetto “quadro esigenziale” esso è stato diviso in due parti: in primis gli interventi primari (già oggetto di finanziamento) che riguarderanno la ripulitura del bene da rampicanti e infestanti, nonché il restauro e consolidamento delle arcate del monte Spinello, le Piagge e Ponte d’Oddi.

La seconda parte concerne gli interventi secondari (i desiderata) il cui finanziamento al momento non è certo: si tratta della ricostruzione delle parti mancanti degli arconi, dell’individuazione dei tratti mancanti con conseguente realizzazione dei ponti di collegamento, della realizzazione di scale e rampe esterne, infine della realizzazione del corridoio verde ciclopedonale.

Per quest’ultimo intervento, l’assessore Zuccherini ha spiegato che vi è l’intenzione di unire la fruibilità del corridoio verde ciclopedonale ai percorsi urbani cittadini che conducono fino all’area di Porta Sant’Angelo (realizzazione dei marciapiedi oggi mancanti) al fine di riscoprire in piena sicurezza aree affascinanti della città.

Nel corso dell’incontro ci sono stati anche gli interventi di Cesare Barbanera (Circolo di Ponte d’Oddi), dell’ing. Lucio Ubertini, del dott. Olindo Stefanucci e dell’ing. Fabio Maria Ciuffini che hanno raccontato la storia del progetto e gli auspici legati all’intervento di cittadini ed associazioni. Durante gli interventi si è parlato di miracoli. Il primo riguarda il fatto che dopo 30 anni di impegno, finalmente il progetto oggi vede la luce e viene presentato a stampa e città. Il secondo riguarda l’inserimento da parte dell’ICID (International Commission On Irrigation And Drainage) del sistema idraulico della città di Perugia, in particolare dell’acquedotto, all’interno delle opere di ingegneria idraulica patrimonio dell’umanità

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L’ACCORDO ISTITUZIONALE

L’accordo istituzionale ai sensi dell’art.15 della Legge 07/08/1990, n.241 e ss.mm.ii. per i lavori di consolidamento e restauro di un tratto dell’Acquedotto Medievale di Perugia fuori dalle mura del centro storico dell’importo di euro 900.000,00 è stato sottoscritto, come accennato, da Comune di Perugia, ministero delle Infrastrutture-Provveditorato e soprintendenza archeologica dell’Umbria.

L’intervento sull’acquedotto è ricompreso nell’ambito del programma di interventi di conservazione, manutenzione, restauro e valorizzazione dei beni culturali” per il triennio 2023-2025 approvato con D.M. 190 del 2023 e verrà eseguito direttamente del provveditorato competente, nel caso di specie quello della Toscana, Umbria e Marche.

Oltre alle competenze del Comune, già illustrate dall’ing. De Micheli, l’accordo prevede in campo al Provveditorato tutte le funzioni relative alla redazione del progetto ed all’espletamento della gara per l’assegnazione dell’appalto relativo ai lavori da eseguire, mentre alla soprintendenza spettano i compiti relativi ad autorizzazione del progetto, supervisione e sorveglianza sul bene, alta sorveglianza sui lavori, ecc.

IL PATTO

Per ciò che concerne, invece, il patto tra Comune di Perugia, associazioni e cittadini per l’intervento di valorizzazione dell’acquedotto, esso prende le mosse da una proposta delle associazioni finalizzata a: sopravvivenza di alcune parti in condizioni di estremo degrado dell’antico acquedotto: le arcate del Monte Spinello, le Piagge e Ponte d’Oddi ; individuazione di manufatti, i loro resti, presumibilmente ancora esistenti ed attualmente interrati, ad es. le arcate di Monteripido e di S. Matteo; c) sistemazione di tutti i sentieri e percorsi esistenti con la relativa segnaletica e la realizzazione di nuovi tratti lungo tutto il tracciato.

L’obiettivo primario della proposta è la ricognizione archeologica ed il restauro di tutte le opere acquedottali riconosciute e da riconoscere ancora per renderle accessibili e culturalmente fruibili oltre alla creazione di una mostra permanente.

La proposta progettuale è divisa in tre fasi: 1) indagine sulla proprietà dei manufatti e delle aree interessate, verifica dei componenti dell’antico acquedotto ancora in uso; 2) raccolta di tutto il ricchissimo materiale bibliografico, cartografico e documentale esistente sull’acquedotto;3) sistemazione anche a titolo provvisorio della viabilità esistente e la creazione di nuovi sentieri finalizzata a rendere accessibili tutte le opere acquedottali ancora esistenti, l’esecuzione di quanto necessario alla messa in sicurezza immediata di tutte le opere, realizzazione di percorsi pedonali lungo il tracciato. I lavori verranno eseguiti per circa 5 km nel contesto agreste e 1km nel contesto urbano e prevedono gli interventi di messa in sicurezza, di restauro conservativo e gli interventi di realizzazione del percorso ciclopedonale culturale, inteso come corridoio verde di collegamento tra Monte Pacciano e Perugia con la possibilità di fruizione delle opere.

Per ciò che concerne gli impegni delle parti, i proponenti dovranno fornire all’Amministrazione studi, ricerche e documentazione, materiali di ricerca, ecc. nonché promuovere iniziative culturali, didattiche e tecniche per raccontare la storia dell’acquedotto, per valorizzarne la funzione, accrescere la consapevolezza e la conoscenza dei cittadini.

Alcune associazioni provvederanno anche alla manutenzione ordinaria dei tracciati.

I compiti dell’Amministrazione saranno invece: redazione progetto di fattibilità per la fruizione del bene tramite percorso ciclo-pedonale, reperimento delle risorse/finanziamenti per la valorizzazione dei beni, ottenimento delle necessarie autorizzazioni, realizzazione di un centro documentale digitale.

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