Presentato al convegno di Uni-Italia, MAECI una proposta per favorire una più rapida integrazione degli studenti cinesi nel contesto socio-accademico italiano.

(UNWEB) Perugia   – “Avvi-Cina”, il progetto sperimentale ideato dall’Università per Stranieri di Perugia (Unistrapg), è stato al centro del dibattito durante il IX Convegno sui programmi governativi “Marco Polo e Turandot” (MPT), organizzato da Uni-Italia e dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI).

Presentato dalla delegazione dell’Unistrapg, composta dalle docenti Sabrina Cittadini, Valentina Carbonara e dalla responsabile delle Relazioni Internazionali, Valentina Seri, il progetto punta a migliorare l’integrazione degli studenti cinesi nel sistema accademico italiano attraverso percorsi linguistici innovativi.

Durante il convegno, che ha avuto come focus lo “Stato dell’arte e strategie future dei Programmi Marco Polo e Turandot”, sono emerse sia opportunità che criticità legate a questi percorsi, progettati per attrarre studenti cinesi nelle università e accademie italiane. È emerso, inoltre, che molti studenti iscritti a questi programmi in diverse università italiane interrompono gli studi prima di completarli o non raggiungono il livello linguistico richiesto (B2) per proseguire il percorso accademico.

In questo contesto, il modello “Avvi-Cina” dell’Unistrapg ha suscitato particolare interesse per la sua capacità di proporre soluzioni concrete. Il progetto, coordinato da Sabrina Cittadini e Luisa Aglini, si propone di colmare le lacune linguistiche e culturali attraverso una serie di sessioni formative pre-partenza online, rese possibili grazie al supporto dell’intelligenza artificiale; di una struttura modulare e flessibile, che consente agli studenti di inserirsi gradualmente nel programma e di un focus sulla conversazione e sull’interazione culturale, per agevolare l’integrazione prima dell’arrivo in Italia.

«Il nostro Ateneo – ha sottolineato Valentina Seri, intervenendo nel dibattito – sta lavorando da tempo per introdurre percorsi pre-partenza che garantiscano una preparazione linguistica di qualità, superando le disomogeneità dei corsi seguiti nei propri paesi di provenienza. Grazie anche all’uso dell’intelligenza artificiale, puntiamo a potenziare le abilità di conversazione e a favorire un’integrazione più rapida e fluida degli studenti nel contesto accademico italiano».

La proposta sperimentale ha suscitato interesse nel dibattito a cui hanno preso parte, fra gli altri, il prof. Vincenzo Mannino, presidente del Consiglio Scientifico di Uni-Italia; l’Ambasciatore d’Italia in Cina, Massimo Ambrosetti; il prof. Francesco Profumo, presidente di Uni-Italia; il Prof. Xing Jianjun, responsabile dei Centri Uni-Italia in Cina; e la prof.ssa Raffaella Pulejo dell’Accademia di Belle Arti di Brera.

Dal dibattito sono emerse criticità significative, tra cui un sistema di formazione linguistica in Cina spesso inadeguato e disomogeneo; gli alti tassi di abbandono scolastico, con numerosi studenti che non completano gli studi o non raggiungono il livello B2 e gli ostacoli burocratici e di integrazione, resi più complessi da procedure macchinose e dalla limitata interazione con le comunità locali.

Il progetto “Avvi-Cina” dell’Unistrapg si propone come modello innovativo per rafforzare i legami accademici tra Italia e Cina, offrendo una best practice replicabile su scala nazionale. L’iniziativa, emersa come punto di riferimento durante il dibattito, evidenzia l’importanza di soluzioni personalizzate per potenziare i programmi Marco Polo e Turandot, rendendoli più efficaci e inclusivi.


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