Foto 2 4(UNWEB) Roma. «Voi venite da una regione bellissima, sotto molti aspetti: cuore verde d’Italia, con la sua natura rigogliosa; scrigno d’arte, con i suoi borghi e le sue tradizioni; terra di santi e di sante. Ciascuna delle vostre comunità potrebbe raccontare una storia unica in questo senso, evocando nomi ben conosciuti e storie meno note». Sono le parole che Papa Leone XIV ha rivolto ai 6500 pellegrini umbri incontrandoli nella Basilica di San Pietro, poco prima di mezzogiorno di sabato 13 settembre, in occasione del Pellegrinaggio giubilare regionale promosso dalle otto Diocesi dell’Umbria. «Vedervi qui insieme, fa pensare proprio alla bellezza del Corpo di Cristo nella sua variopinta armonia (cfr 1Cor 12,12-19). Ad essa rimandano i panorami delle vostre terre, in cui il creato si fonde con l’opera dell’uomo e arte e natura si richiamano a vicenda».

«Ma soprattutto – ha evidenziato il Santo Padre – ne danno testimonianza i secoli di santità di cui le vostre contrade sono state scenario: le hanno percorse mistici e penitenti, poeti e teologi, anacoreti silenziosi, donne piene di fede e di coraggio, giovani entusiasti, che di epoca in epoca si sono passati la stessa, stupenda eredità: il Vangelo di Gesù. Sarebbe difficile nominarne alcuni senza trascurarne altri. Voglio però ricordare che, proprio dal loro fiume di bontà, ha attinto ispirazione e forza il giovanissimo Santo che è stato canonizzato domenica scorsa. E questo è importante, perché ci rammenta che il tesoro che abbiamo ricevuto continua a crescere, la vite a fiorire e a portare frutto, il buon mosto a fermentare e a spandere il suo aroma».

La giornata giubilare degli umbri in Vaticano.

Una giornata di sole ha reso fin dalle prime luci del mattino ancora più vivi e colorati i 6500 pellegrini umbri partiti di buon mattino in bus, in treno e in auto dalle loro diocesi per vivere insieme la giornata giubilare regionale a Roma, alla tomba dell’apostolo Pietro, sabato 13 settembre, guidati dai loro vescovi insieme a numerosi sacerdoti.
Alle 9 precise i 6500 pellegrini si sono ritrovati all’inizio di via della Conciliazione e davanti a Castel Sant’Angelo. Nell’attesa dell'avvio della processione verso la basilica di San Pietro, si sono intrattenuti con i loro vescovi scambiando le prime impressioni di questo Giubileo di Chiese unite. Ogni pellegrino aveva al collo il foulard distintivo per ogni diocesi: verde per Spoleto-Norcia, rosso per Terni-Narni-Amelia, giallo per Perugia-Città della Pieve, Bianco per Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, azzurro per Foligno, arancione per Orvieto-Todi, blu per Città di Castello e rosa per Gubbio.

Tutti insieme si sono poi incamminati in processione lungo via della Conciliazione, per fare ingresso in basilica attraverso la Porta santa. Ogni vescovo, a turno, ha portato la croce del Giubileo. In preghiera e con grande commozione, a gruppi hanno sostato davanti alla tomba dell’apostolo Pietro.

«Abbiamo riempito questa grande Basilica Vaticana e questo è motivo di orgoglio per la nostra Umbria», ha detto Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Ceu nel dare il benvenuto ai fedeli in basilica.
È stata portata in basilica la pianta di ulivo donata al Papa insieme alla brocca di Deruta con olio d’oliva, una simbolica parte dei 400 litri d'olio destinati alle mense seguite dalla carità del Papa.

Dopo la recita del Rosario grande è stata l’attesa in basilica per l’arrivo di Papa Leone XIV, accolto da un lungo applauso. È seguita la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo presidente della Ceu mons. Boccardo, animata dal Coro umbro diretto da don Sergio Rossini, organista Ferdinando Bastianini e i musicisti del conservatorio Briccialdi di Terni.

L’omelia di mons. Renato Boccardo.

«Come già milioni di pellegrini, anche noi abbiamo varcato la Porta Santa per andare incontro al Signore Gesù, Porta che il Padre ha aperto perché tutti possiamo fare ritorno a Lui (cf Gv 10, 7. 9)». Così l’arcivescovo Renato Boccardo nell’omelia pronunciata nella basilica di San Pietro durante il pellegrinaggio giubilare regionale delle diocesi umbre, nel presiedere l’Eucaristia insieme ai confratelli vescovi: il cardinale Gualtiero Bassetti, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Ivan Maffeis, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno Domenico Sorrentino, il vescovo di Gubbio e di Città di Castello Luciano Paolucci Bedini, il vescovo di Orvieto-Todi Gualtiero Sigismondi e il vescovo di Terni-Narni-Amelia Francesco Soddu.

«C’è però anche un’altra porta – ha proseguito il presidente della Ceu – , quella che si trova dentro di noi e talvolta rimane chiusa davanti a Dio, che ci ama più di quanto noi possiamo amare noi stessi, e che è già lì: “Ecco, sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3, 20). Il Giubileo ci invita a spalancare ogni giorno quella porta, perché la nostra vita non si stanchi, i nostri minuti non sembrino tutti uguali e possiamo rinnovare, spontanea e genuina, la richiesta accorata dei discepoli: “Rimani con noi, Signore”».

La catechesi giubilare di don Fabio Rosini.

La giornata giubilare degli umbri si è conclusa di pomeriggio nell’Aula Paolo VI in Vaticano, con la catechesi del biblista don Fabio Rosini. Molto apprezzato dai pellegrini nell’applaudirlo più volte, ha parlato in modo esperienziale della vita cristiana alla luce del Vangelo, soffermandosi sul senso del pellegrinaggio, che dovrebbe essere una riscoperta del senso profondo dell’essere cristiano. Ha anche posto l’accento sul fatto che spesso si fanno scelte di vita in ambito familiare, religioso, sociale…, che rispondono ad esigenze del momento. Mentre bisognerebbe sempre dare seguito alla propria vocazione in maniere consapevole nel donarsi e nel donare amore.

foto5

 

foto 6


 Totem plasma definitivo con loghi